Evasori pentiti, questa è la possibilità che fa al caso vostro. Che piaccia o meno a chi finora ha preferito pagare tutte le tasse al suo Paese pur di dormire sonni tranquilli…
Lo scudo fiscale ter, la manovra varata dal ministro Tremonti per riportare in patria i capitali trasferiti illegalmente all’estero (la terza dopo quelle del 2001 e 2003), è partita, seppure al rallentatore, con alcune modifiche in corso d’opera e qualche polemica. A cominciare da quella riguardante l’ampliamento all’ultimo minuto della copertura dei casi illeciti sanabili: non solo le omesse o infedeli dichiarazioni al fisco, ma anche i reati di tipo penale, compreso il falso in bilancio.
Anche per questi interventi correttivi in itinere gli intermediari dell’operazione (banche, società di intermediazione mobiliare, società di gestione del risparmio, fiduciarie, agenti di cambio e Poste Italiane) si sono mossi finora con molta prudenza. Lo sottolinea anche il direttore generale di Banca Carim, Alberto Martini: si tratta di uno scudo “molto più difficile delle due edizioni precedenti”.
Gli interrogativi
L’Agenzia delle Entrate ha diffuso agli intermediari una prima bozza di circolare sul modello della dichiarazione e le istruzioni per la compilazione e ha aperto sul sito internet un forum per chiedere suggerimenti agli interessati.
Insomma, allo stato attuale, l’operazione che ha preso il via ufficialmente il 15 settembre, è sommersa da non pochi interrogativi: rimpatrio o sanatoria? Come “smantellare” il portafoglio fuori confine, specie se questo comprende capitali immobiliari? Si tratta di un modo per legalizzare l’illegalità? E per chi si ponesse ancora il dubbio: conviene o no?
Vicini al “paradiso”?
Una certezza però c’è, se guardiamo alla situazione locale: se San Marino trema all’idea di fronteggiare un’emorragia di capitali, gli istituti di credito riminesi gongolano e “benedicono” la vicinanza geografica con il Titano. La speranza, tra i principali obiettivi dello scudo, è di ritrovarsi in poco tempo più ricchi come territorio. E di molto. La prudenza però, per ora regna sovrana. “Abbiamo molte richieste – spiega Stefano Clementi, responsabile area finanza di Banca Malatestiana – e stiamo fornendo informazioni alle persone interessate. Siamo pronti, anche se mancano ancora alcuni elementi”.
Quanto all’entità dei capitali che potrebbero finire negli istituti di credito, “è ancora presto per fare delle stime. – aggiunge Clementi – Rispetto ai precedenti scudi è cambiato lo scenario: da parte del fisco c’è più attenzione ora verso San Marino”. E più paura da parte degli evasori. Se poi si aggiunge che “negli ultimi anni, il privato che cercava a San Marino, per fare un esempio, rendimenti più alti, si è visto applicare imposte più elevate”, si può comprendere come oggi il rischio di fuga di capitali dal Titano possa essere maggiore.
Come muoversi
Avete un conto aperto in Francia, Germania o in Inghilterra? Il vostro unico obbligo sarà quello di dichiararlo se non lo avete fatto finora, non di chiuderlo. Quest’ultimo obbligo sussiste invece per i conti tenuti a San Marino o in altri paesi della black list (Montecarlo, Svizzera, Liechstein) così come per azioni, titoli, fondi, obbligazioni con base in territori extra-Ue.
La prima cosa da fare è quindi fotografare il proprio patrimonio all’estero come sottolinea anche il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rimini, Bruno Piccioni. Anche le proprietà immobiliari possedute nei Paesi Ue possono essere regolarizzate (restano dove sono) mentre rischiano di essere vendute per trasformarsi in liquidità “scudata” se si trovano nei paesi meglio noti come “paradisi fiscali”.
Per il pagamento della penale, al contribuente basterà calcolare il 5% del capitale emerso, rimpatriato o regolarizzato.
Le contraddizioni
Le cose possono ulteriormente complicarsi in alcuni casi, come illustra ancora Clementi di Banca Malatestiana: “Pensiamo ad un cliente che detiene quote di una società di persone o di capitale. Il cittadino può aderire allo scudo, la società no. E questo potrebbe creare dei problemi al singolo”. Se lo scudo impedisce a banche e fiduciarie di fare nomi allo Stato in caso di accertamenti tributari e contributivi, dei cittadini che fanno rientrare i loro capitali, resta l’obbligo per i professionisti di fare le relative segnalazioni in materia di riciclaggio qualora riscontrino qualcosa di sospetto. Con tutti gli accertamenti che possono derivare per socio e società.
I commenti
Duri sulla manovra i sindacati, anche alla luce della critica congiunta, uscita nei giorni scorsi sul tema evasione, contestualmente al caso Maggioli. Il segretario generale della Cgil Graziano Urbinati giudica “molto grave” non solo l’intera manovra ma soprattutto l’allargamento della sanatoria a reati come il falso in bilancio. “Rispettare le regole è alla base della democrazia e del mercato economico: qui si tratta di norme che sanano l’illegalità, poco lungimiranti al fine di recuperare risorse”.
Giuseppina Morolli della Uil spera invece che questo sia “un primo passo per iniziare a mettere seriamente le mani ad una vera piaga” che dal comune cittadino al campione sportivo vede differenze abissali in termini di sanzioni.
Anche di fronte al fisco la legge non è uguale per tutti? Lo sarà almeno questa volta?
Alessandra Leardini