Chissà se qualcuno in Romagna avrà voglia di fare ciò che ha fatto il giornalista Massimo Veronese: inoltrarsi nelle storie di follia calcistica. Avventure quasi surreali, del tipo “baratta un giocatore per una capra e un prosciutto” (è successo davvero, in provincia di Cagliari nel 1978), dove è difficile non esclamare un “non ci posso credere”. E invece sono tutte vere, raccolte per filo e per segno da Veronese nello spassoso “Tutte palle” (Oscar Mondadori, 2008, pp. 216, euro 10). Un volumetto che fila liscio come l’olio fatto di racconti strampalati che non risparmiano neanche i blasonati club. Come nel caso degli olandesi dell’AZ 67. Nobile decaduta, nel 1987 la dirigenza decide di far pagare il biglietto ai suoi tifosi solo in caso di vittoria nelle partite casalinghe: si paga a fine partita per ogni rete fatta. Peccato che alla terza giornata l’esperimento porti già la parola fine: nessuna vittoria, nessun gol. Anche l’Az 67 si era adeguato, giocando al risparmio.
E che dire del campione di tutti i tempi, Pelè. Il Santos per resistere alle sirene dei club europei aveva deciso di convocare tutte le squadre brasiliane proponendo un patto: se volete vedere Pelé in campo, e quindi fare il pieno di pubblico e di incassi, dovete sborsare una quota extra. Breve consulto dei presidenti che dicono okay ma a una condizione: diamo anche il doppio della cifra a condizione che Pelé non giochi!
Sempre a proposito di nomi blasonati del calcio sentite cosa fecero i fratelli Foerster, vicecampioni del mondo con la Germania nel 1982. Entrambi con la maglia del Colonia in coppa Uefa giocano contro lo Stoccarda: Karl fa lo stopper, Bernd è in panchina. Karl si fa male, tra il primo e il secondo tempo i due si scambiano la maglia. Il bello è che nessuno se ne accorge e il Colonia pure vince. Ritentano il giochetto in semifinale contro l’Ipswich Town ma vengono smascherati e squalificati.
Ancora più comica è l’avventura capitata a Maurizio Ganz con l’Inter sempre in coppa Uefa. I nerazzurri giocano in Francia col Monaco, passano agevolmente il turno. Succede che al termine della gara alcuni tifosi facciano invasione di campo lasciando Ganz in maglietta e mutande. Intervengono i gendarmi che manganellano chi trovano, compreso Ganz scambiato per un tifoso. Fanno di più, lo prendono a forza e lo caricato tra gli ultras. Solo l’intervento della dirigenza toglierà l’equivoco dell’abito che non fa… il Monaco.
Infine una chicca, anno 1994 da Sassuolo. Padre Sebastiano Bernardini ct della nazionale dei Cappuccini visto il linguaggio non troppo forbito durante le gare detta la regola, “in caso di bestemmia gol a favore della squadra avversaria”. I cappuccini giocano un’amichevole contro i dipendenti del comune modenese. L’altoparlante annuncia la formazione dei comunali: “numero uno Sanseverino… sei Madonna… nove Diotallevi”. Morale: i cappuccini partono già con un 3 a zero in tasca.
Filippo Fabbri