Addio carta frusciante e benarrivate sequenze di caratteri da scorrere su monitor: è l’era dell’e-book. Un e-book è un libro in formato elettronico (o meglio digitale), che deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book e che viene utilizzato sia per indicare la conversione in digitale di una qualsiasi pubblicazione, sia il dispositivo con cui il libro può essere letto. Insomma, com’è già successo alla musica, ai film e ai video, anche il libro è stato inglobato nella cosiddetta “rivoluzione digitale”. La diffusione del libro elettronico è un fenomeno in crescita, e sembra avere un futuro assicurato, soprattutto dopo la Circolare Ministeriale n. 16 del 10 febbraio, che vincola le scuole ad avviare una “progressiva transizione ai libri di testo online o in versione mista a partire dalle adozioni relative all’anno scolastico 2009-2010”, per arrivare a un’esclusiva adozione dei testi digitali per l’anno 2011-2012. Un fatto importante, la cui portata ha creato non pochi dubbi, e qualche preoccupazione. Soprattutto perché in Italia, come denuncia Mario Guaraldi, storico editore riminese e acceso sostenitore dell’editoria digitale per la scuola, questo tema è sempre passato sotto silenzio. “L’editoria scolastica tradizionale si è arroccata intorno al libro cartaceo – sostiene Guaraldi, che sul tema e-book ha appena realizzato un importante book camp a Fosdinovo (Ms) – circondando di silenzio il dibattito attorno ai libri scolastici digitali”. Per questo motivo, l’accelerazione imposta dal Ministero ha aperto un’accesa discussione non solo sulle “forme” del libro ma anche sui suoi “contenuti”, sulla sua struttura, sulla sua gestione. La questione è complessa: “Fisiologicamente l’e-book è l’esito necessario e inevitabile dell’epoca attuale”, prosegue Guaraldi, ma le ragioni di merito dell’e-book sono anche altre. In primo luogo, il libro digitale permetterebbe di arginare la situazione distributiva attuale dei testi scolastici, basata sull’irrazionalità. “Un libro è fatto di carta, stampa, legatura, promozione e distribuzione, e tutto ciò rappresenta il 75% della spesa del libro. Quindi le famiglie pagano un prezzo che soltanto per un quarto ha a che fare con il contenuto del testo”, spiega l’editore riminese. L’e-book, invece, sarebbe un “libro” a costo zero: il compito degli editori sarebbe di inviare il file digitale agli alunni, e, qualora ce ne fosse domanda, di stampare solo le parti del testo richieste. Per Guaraldi, inoltre, “l’e-book aprirebbe la strada a una maggiore autonomia didattica, trasformando la passività dell’insegnante nei confronti del testo cartaceo in un ruolo attivo. Infatti, con il libro digitale, il professore può adottare un capitolo di un determinato libro, e un altro di un altro libro, se lo ritiene migliore, creandosi una propria compilation. Oggi gli insegnanti sono resi passivi dai libri onnicomprensivi”. Chiaramente, specifica Guaraldi, non si tratta di convertire il vecchio libro “lineare” in un PDF con qualche link al posto di qualche nota. L’e-book è un punto di partenza che garantisce dei vantaggi che vanno ben oltre il risparmio economico (basta pensare alle possibilità di navigazione e di ricerca all’interno del file): consentiranno di acquistare i libri (o meglio, i testi) per via telematica; “scaricarli” spendendo pochissimo, in tempo e in denaro; immagazzinarli senza occupare spazio; trasportarli senza sopportare peso. Le caratteristiche del libro digitale vanno nella direzione dello sviluppo continuo, alla loro integrazione con la rete, allo sviluppo collaborativo. Per Mario Guaraldi gli e-book sono il futuro “ogni rivoluzione si compie quando i tempi sono maturi o quando la misura del vecchio status è colma”. Insomma, l’e-book sembra essere un erede promettente del vecchio libro, eppure la scuola non si rassegna a rinunciare alla poesia della carta, e continua a diffidare dell’innovazione.
Genny Bronzetti