Per tanti sarà una Pasqua di lacrime. La tragedia dell’Abruzzo ci ha colti improvvisa. Fraternamente siamo vicini in questo doloroso momento a tante famiglie e ad una comunità colpita da lutti, sofferenza, distruzioni. Certo non mancherà da parte della nostra comunità diocesana l’impegno generoso di solidarietà nella preghiera e nell’aiuto materiale. A questa gente che soffre e a tutti noi vorrei portare col cuore gli auguri del Risorto, in persona, quelli che fece in occasione della primissima Pasqua della storia. Si è presentato ai discepoli, la sera di quello stesso giorno, e ha detto loro semplicemente: “Pace a voi!”. E poi ha fatto ai suoi il più bel regalo di Pasqua: il suo stesso Spirito.
Provo a declinare questo augurio pasquale di pace proiettandolo in tre contesti. Lo faccio ispirandomi a chi, come Paolo di Tarso, ha sperimentato nel modo più strabiliante la potenza di quel Crocifisso Vivente, in questo anno dedicato alla contemplazione del suo Volto.
Il dolore. A quanti sono immersi nella notte del male, auguro la pace di chi crede che niente e nessuno ci potrà separare dal Suo amore, neanche il dolore più atroce, neppure questa tragedia. Perché la massa delle nostre lacrime apre all’oceano di felicità del grande giorno senza tramonto.
La ricerca A voi che non riuscite ad intercettare il Nazareno sui vostri sentieri, auguro la pace del cuore, provata da Saulo dopo essersi arreso disarmato al suo amore. Coraggio, dopo duemila anni, Lui non si è ancora stancato di camminare con noi.
La fede. Ai credenti, che rischiano di dare quasi per scontato il miracolo della Sua presenza, auguro la pace di chi non ha bisogno di prove, di segni, di fremiti. Prego che vi basti la certezza che il Vivente è in voi e con voi, così, nella semplicità dell’alba di ogni vostro giorno, nella serenità condivisa dei tempi del lavoro e del riposo, della solitudine e della compagnia.
E il regalo di Pasqua, lo Spirito Santo? Vi auguro di poterlo condividere nella grande festa diocesana di Pentecoste, il prossimo 31 maggio, al Parco Marecchia.
+Francesco Lambiasi