In un film, ci sarebbe senza dubbio un lieto fine. Se il film fosse di Fellini, il lieto fine sarebbe ornato di elementi insieme bizzarri e poetici. Ma la realtà a volte di poetico ha ben poco, soprattutto quella giudiziaria. Quindi la soluzione del contenzioso che vede protagonisti da una parte la Fondazione Fellini, dall’altra Federica Fabbri Fellini, nipote del celebre regista, non avrà alcun idilliaco happy end.
Tutto è cominciato con l’aumento dell’affitto che Federica Fabbri ha chiesto alla Fondazione; la nipote del Maestro, proprietaria della casa del regista, ne abita il terzo piano, mentre i locali al piano terra e al primo piano del palazzo di via Oberdan sono occupati dal Museo Fellini e dagli uffici della Fondazione. L’affitto concordato era di 2.400 euro al mese per il piano degli uffici, cui si sommavano 500 euro per il Museo. Ma la beneficiaria ha deciso di rivedere il canone degli spazi utilizzati, salando il conto. La Fondazione, nella persona del suo vice presidente Giuseppe Chicchi, ritenendo quanto pattuito in prima istanza già più che sufficiente, ha tergiversato, iniziando una sorta di trattativa, che, in altre parole, non è stato altro che il rifiuto di accettare il nuovo canone. E così è arrivata l’ingiunzione di sfratto da parte dei legali della signora Fabbri, che costringerebbe Fondazione e Museo a far le valigie, se così sarà stabilito dal tribunale di Rimini, che esaminerà la vicenda tra qualche settimana e a cui spetta scrivere l’ultimo atto del dramma. Né Giuseppe Chicchi, né Federica Fabbri hanno rilasciato dichiarazioni: “preferisco non parlare della vicenda fino a quando non si sarà conclusa” ci ha detto la nipote di Fellini, raggiunta telefonicamente.
Certo, se tutto ciò fosse capitato tra circa tre anni, non sarebbe esistito alcun problema. Infatti, com’è noto, la futura sede della Fondazione Fellini e della nuova Cineteca Comunale sarà allestita al Fulgor, in Corso d’Augusto. Il progetto, però, prevede la totale ristrutturazione del palazzo, che dovrebbe iniziare alla fine del 2009 o all’inizio del 2010, ed essere completata in due anni. Il condizionale in questi casi è più che un obbligo, è un’esigenza. Nel frattempo, se l’ingiunzione di sfratto dovesse essere decretata esecutiva, occorrerà trovare una sede temporanea per la Fondazione. L’amministrazione comunale si sta muovendo in questo senso, per non farsi trovare impreparata nel caso di sfratto. “Non posso dire quali siano le possibilità di locazione temporanea per la Fondazione Fellini – avverte l’assessore alla Cultura, Stefano Pivato – d’altra parte, lo sfratto potrebbe non diventare esecutivo”.
Ciò su cui l’assessore ci può dare maggiori informazioni, invece, è il futuro più lontano della Fondazione, ossia il Fulgor. I progetti per il nuovo “palazzo del cinema” sono quasi ultimati, ed entro fine anno dovrebbero essere definitivi, per iniziare concretamente i lavori nei primi mesi del 2010. In un paio d’anni, se non ci saranno intoppi, dovrebbe essere pronto: la nuova sala del Cinema Fulgor (186 posti), la Cineteca Comunale, la Fondazione Fellini e il Museo Fellini, saranno le aree ospitate dentro lo storico cinema di Corso d’Augusto. E in più zona bookshop, bar e sala riunioni. “Definitivo è l’ingaggio di Dante Ferretti”, continua l’assessore. Il premio Oscar alla scenografia, ha il compito di “rifare il trucco” alla facciata del palazzo e ad alcune zone interne. Il Fulgor è di proprietà dell’Istituto Valloni, che lo cederà al Comune per 35 anni, al prezzo di 11 milioni di euro, “previo farsi carico di tutta l’opera di ristrutturazione” conclude Pivato.
Il futuro della Fondazione, quindi, è roseo. Il presente, purtroppo, un po’ meno…
Genny Bronzetti