Chiare, fresche, dolci acque di Viserba. Più che uno slogan, un’occasione perduta. Se non altro per la potenzialità turistica sfumata. Una sorgente naturale dalle virtù curative riconosciute scientificamente; vicina alla città, alla spiaggia e alle principali vie di comunicazione; inserita in zona periferica e tranquilla ricca di orti e giardini; con riferimenti storici millenari legati alla devozione popolare verso uno dei santi patroni di Rimini. Un quadro ideale. Peccato si tratti di una fotografia della Viserba di almeno quarant’anni fa, quando l’Antica Fonte Sacramora, col cippo che ricorda l’arenamento dell’arca di marmo d’Istria col corpo del Martire Giuliano e la sua acqua indicata dai medici per le virtù diuretiche, era integra e valorizzata.
Ora tutto è cambiato. Alla “rovina” (non è un eufemismo!) si è giunti per gradi: le fontanelle da cui tutti potevano attingere hanno iniziato a perdere i pezzi e il sito è stato lasciato a erbacce e rifiuti, fra rotture e malfunzionamenti mai riparati. Fino alla “botta” del 2007, quando, in ottobre, i rubinetti sono rimasti a secco.
E qui inizia la telenovela. Voci e indiscrezioni si accavallano. “La crisi idrica”, dice qualcuno. “No, la pompa rotta”, affermano dal Comune. Il 4 gennaio 2008 Maurizio Savioli, titolare della concessione mineraria per l’estrazione dell’acqua Sacramora (permesso rinnovato dalla Regione nel 1997 e valido fino al 2026), dichiara a un quotidiano locale: “Ci scusiamo per il guasto, rimedieremo presto”. Dopo pochi giorni un comunicato dell’Amministrazione comunale fa pensare che la storia della pompa rotta nasconda questioni di ben altra portata: il Tar blocca il progetto di prolungamento di via Sozzi, la strada che dovrebbe risolvere il problema della viabilità di Viserba passando per un tratto all’interno del parco annesso allo stabilimento di imbottigliamento della Sacramora, ora in disuso. I giudici hanno accolto il ricorso della famiglia Savioli a tutela delle fonti idriche, nonostante il Comune avesse assicurato la distanza minima dai pozzi. Sul piatto della bilancia, dunque, c’è una strada indispensabile per dar fiato alla viabilità di tutta la città, visto che via Sozzi sarà punto di snodo strategico per l’asse Nuova Fiera-Cimitero-via Popilia-Celle-via XXV Marzo-via Coletti-Darsena. La vertenza è tuttora in mano agli avvocati.
Gli ultimi atti resi noti riguardano il decreto emanato nel marzo 2008 dal Ministero della Salute (“sospensione della validità dei decreti di riconoscimento delle acque minerali Sacramora e San Giuliano di Viserba per la mancata trasmissione dell’autocertificazione concernente il mantenimento delle caratteristiche dell’acqua minerale, nonché una analisi chimica ed una analisi microbiologica relative a prelievi effettuati nel corso dell’anno alle singole sorgenti) e un documento votato all’unanimità dal Consiglio della Circoscrizione 5 nel giugno 2008 con cui si chiede alla Provincia, ora competente in materia, di “far decadere la concessione mineraria in essere, in quanto appare chiaro che questa è a tuttoggi non più operante, in modo che il pubblico possa tornare a gestire direttamente la fonte Sacramora e questa venga riaperta al godimento dei cittadini, così come previsto dalla concessione originaria”. Accogliendo l’istanza, l’assessore all’Ambiente Cesarino Romani, ha contattato la Regione.
“La Provincia sta procedendo con le verifiche utili ad attuare quanto richiesto – conferma il presidente del Consiglio di Circoscrizione Fabio Betti – speriamo che la faccenda si sblocchi presto”.
Nel tempo sono stati presentati diversi progetti di spostamento e riqualificazione delle fontanelle.
I progetti del nuovo sito
Il primo è del 1985, affidato dall’allora assessore Massimo Lugaresi e all’architetto Pierluigi Sammarini. Il nuovo sito venne identificato nell’attuale parcheggio della palestra Mantra. Un “Parco Termale dell’Acqua di Viserba”, raggiungibile anche dalla spiaggia attraverso via dell’Arca e via Doberdò. “Luciano Savioli della Sacramora – racconta Sammarini – si era reso disponibile a finanziare parte dell’intervento”.
Fabio Betti aggiunge: “Anche nella scorsa legislatura il Quartiere era riuscito a inserire lo spostamento delle fontanelle all’interno di una scheda limitrofa che pareva dovesse partire a breve ma che attualmente risulta ferma”.
Insomma, la speranza è che si trovi presto una soluzione per permettere ai riminesi di godere ancora di un’acqua alla quale sono affezionati.
M.Cristina Muccioli