Nella scuola, fino al 28 febbraio, è tempo di iscrizioni e di scelte, tra queste c’è se avvalersi o meno dell’IRC (Insegnamento Religione Cattolica). Le famiglie e gli studenti hanno sempre dato molta fiducia all’IRC ed ai suoi insegnanti. Anche l’anno scolastico in corso ha confermato l’alta percentuale di avvalentesi (91,7%) in linea con quella nazionale (91,1%) e superiore alla regionale (84,1%) e del Nord-Italia (85,%).
I genitori e gli studenti scelgono le lezioni di religione perché le famiglie, pur essendo un insegnamento confessionale, hanno sempre apprezzato l’IRC nella scuola e le adesioni lo confermano. Riconoscono la valenza culturale dell’IRC e ancora, nonostante tutto, si identificano con i principi del cattolicesimo. Sono consapevoli del valore formativo dell’IRC. Una disciplina che pur inserita nelle “finalità della scuola” supera il semplice nozionismo. Apprezzano gli IdR (Insegnanti di Religione) e i loro metodi di lavoro, spesso supportati da gruppi di volontariato pomeridiani.
Gli studenti, invece, hanno l’occasione di confrontarsi, di dialogare su problematiche che li coinvolgono personalmente. Affrontano temi impegnativi, soprattutto nelle scuole superiori, riguardanti la bioetica, il rapporto fede-scienza, il dialogo con le altre religioni.
Nelle classi sono sempre più numerosi gli studenti stranieri e molti non sono di religione cattolica. Si può proporre anche a loro l’IRC, specie per chi proviene dai Paesi dell’Est europeo. Sono cristiani, anche se non cattolici, e le loro radici sono le nostre stesse radici. L’importante è superare una certa diffidenza iniziale. È più difficile, invece, con le famiglie musulmane più legate alle loro tradizioni. Oggi la religione non può più essere motivo di divisione. È sempre più necessaria una conoscenza reciproca, una collaborazione per un’integrazione che sia rispettosa di chi, pur nella diversità, ci è vicino. Senza fare facili “confusioni” gli IdR sono accoglienti e preparati verso chi si avvicina, anche solo per conoscere, alla religione cattolica. Oggi la scuola è chiamata ad un compito educativo non semplice.
L’educazione dei giovani e la pastorale scolastica sono sempre state tra le priorità della Chiesa.
Fedele al modello di Cristo Buon Pastore la Chiesa ha sempre ritenuto l’attenzione alla crescita e alla formazione dei fanciulli e, quindi, dei giovani come uno dei suoi doveri prioritari.
Questa attenzione si è manifestata e concretizzata in molte forme e, in tempi recentissimi, non ha mai trascurato due risorse fondamentali: la presenza delle Scuole Cattoliche e l’Insegnamento della Religione Cattolica. I Vescovi italiani hanno speso energia perché fosse garantito alle prime il diritto e la garanzia della propria azione educativa e al secondo perché gli fossero garantite norme di Legge che gli attribuissero dignità e continuità. L’Insegnamento della Religione Cattolica rappresenta tuttora una risorsa enorme per la Chiesa, soprattutto per stabilire un dialogo e una relazione con quei giovani che è sempre più difficile raggiungere con la Pastorale Parrocchiale.
Francesco Perez