Il mondo economico e professionale, in forte evoluzione, va trasformando anche la ricerca del lavoro e centri per l’impiego, agenzie di ricerca del personale e sportelli comunali si adeguano ai tempi che corrono. Oltre ad aver visto aumentate le file agli sportelli, gli operatori, ogni giorno, toccano con mano i nuovi bisogni delle persone.
Siamo al Centro per l’impiego, da sempre il primo luogo visitato da chi resta senza lavoro. Rimini, piazzale Bornaccini. Persone di diversa nazionalità attendono il loro turno, mentre alcune donne leggono gli annunci di lavoro sulle riviste selezionate dagli operatori.
“Di annunci sui quotidiani però negli ultimi tempi ve ne sono davvero pochi – spiega un’operatrice –. Pensi che l’altro venerdì sul Carlino c’era solo un annuncio di offerta di lavoro da parte delle aziende ed oggi addirittura nessuno”.
E pensare che un tempo il venerdì si comprava apposta il giornale per trovare qualcosa, pagine di box con offerte professionali più o meno interessanti si susseguivano su stampa locale e nazionale.
Ma come è davvero la realtà? Non c’è il rischio a volte di descrivere la situazione ancora più drammatica di quello che è?
Lo abbiamo chiesto alla responsabile del Centro per l’Impiego di Rimini, Tatiana Giorgetti.
“Le persone che si sono rivolte ai nostri servizi nell’ultimo quadrimestre sono aumentate del 95% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – risponde – senza contare chi viene a chiedere semplici informazioni. Questo è significativo del particolare momento in cui ci troviamo, anche se è presto per valutare l’impatto della crisi globale sul nostro territorio, molto dipenderà da come andrà la stagione turistica”.
A fronte di tali cambiamenti si riscontra una variazione di mentalità da parte dei lavoratori disposti magari a ricoprire mansioni che un tempo erano considerate di profilo troppo basso? Insomma si potrebbe arrivare ad una situazione in cui italiani ed extracomunitari si contendono lavori che in passato molti dei nostri connazionali non si sognavano di fare (pulizie, lavori faticosi ecc.)?
“È ancora presto per dire questo. È prevedibile che aumenti il numero di riminesi impegnati nella stagione estiva e che i lavoratori del nostro territorio siano più disponibili ad accettare tipologie e condizioni di lavoro fino ad oggi non accettate”.
Di fronte ad un aumento così importante di persone in cerca di lavoro come si sta organizzando il Centro per l’Impiego?
“Ci stiamo attrezzando, a dire il vero abbiamo iniziato già nei primi mesi del 2008 con una sperimentazione che ha reso contestuale per i lavoratori l’iscrizione all’anagrafe del lavoro con il colloquio di primo orientamento, per dare una risposta immediata alle persone. Nell’ultimo periodo i nostri sforzi sono volti ad aumentare le opportunità delle persone: siamo impegnati anche nel valorizzare il tempo di non lavoro, intervenendo sull’accoglienza del bisogno, sulla gestione del disagio derivante dalla disoccupazione, sulle rappresentazioni che i lavoratori hanno del lavoro, sulle competenze professionali dei lavoratori e sulle competenze di auto promozione”.
Di fronte all’evoluzione del mondo del lavoro occorre, infatti, che piaccia o meno, anche un cambiamento di mentalità da parte del lavoratore. Se fino a poco tempo fa si poteva cercare il lavoro sotto casa oggi è chiaro che occorre adattarsi alle situazioni più diverse. Le imprese cercano ad esempio sempre di più persone disposte a ricoprire diverse mansioni all’interno dell’azienda.
A proposito di imprese come sta cambiando l’offerta di lavoro da parte loro?
“Numericamente non c’è tantissima differenza nei dati del 2008 rispetto a quelli dell’anno precedente. Se nel 2007 avevano fatto richiesta di personale 2.764 aziende, nell’arco del 2008 le imprese che si sono rivolte a noi per richiedere lavoratori sono state 2.645. Si tratta dunque di un calo, probabilmente inferiore a quello che riserverà il 2009. Gli operatori impegnati sul versante impresa, girando tra le aziende, avvertono forti preoccupazioni per il significativo calo della produzione. Sono sempre di più quelle che ricorrono alla cassa integrazione e alla mobilità. Ci risulta una diminuzione di richiesta di lavoro, per gli operai generici nei settori metalmeccanico, dell’edilizia, del tessile e dell’industria del legno. Traina ancora il commercio e non intuiamo un calo nel settore turistico alberghiero. Anche se qui come ho detto la stagione è ancora tutta da vedere”.
Quello che è certo è che sono in tanti che hanno già avanzato richiesta per lavorare in estate. Uscendo dal Centro per l’impiego e dando un’occhiata ancora alle bacheche con gli annunci, ci accorgiamo quanto la scarsità di offerte di lavoro da parte delle aziende sia reale. Alla voce operai generici solo due offerte: un fattorino e un aiuto pizzaiolo. Sempre meglio di niente.
Silvia Ambrosini