Storia di un giorno di ordinaria follia. Da traffico. Luogo, via Vezia, Centro Educativo Italo Svizzero. Auto che suonano, file interminabili, fumi che escono dalle marmitte che sembrano ciminiere a cielo aperto. Un caos di macchine letteralmente incontrollato, che blocca il traffico cittadino in maniera preoccupante. Le lamentele sono tante, anche perché lì vicino c’è pure la scuola media “Panzini”. Altre auto, altro traffico, altre imprecazioni. Dal Comune viene lanciata l’idea del Piedibus, questa sorta di autobus a gambe “guidato” da volontari che accompagnano i ragazzi a scuola. Bello, bellissimo, ma la situazione non cambia di molto. E allora ecco la trovata, il colpo di genio. Sensibilizzare i genitori attraverso i propri figli. Come? Ma attraverso un gioco, elementare. “Sì, l’idea di partenza è stata quella – conferma il direttore del Ceis, Giovanni Sapucci – nel senso che non era più possibile assistere a quel traffico immondo ogni giorno. Non solo per una questione ambientale e di inquinamento, che poi è alla base del progetto, ma anche per una vera e propria necessità di viabilità”.
Da qui l’idea di creare A scuola con ogni mezzo, progetto interno basato esclusivamente sull’educazione e la sensibilizzazione dei genitori da parte dei figli.
“Più volte avevamo parlato con i genitori pregandoli di portare i figli a piedi, oppure in bicicletta, senza ottenere nulla. E allora ci siamo detti: proviamo a intervenire sui bambini, con una sorta di gioco. In pratica c’è una gara tra le nostre 14 classi, basata sul mezzo adoperato per venire a scuola: a seconda del mezzo meno inquinante e più sicuro, si ottengono punti maggiori”.
Geniale. E soprattutto funzionante. Perché, spronati dalla voglia di vittoria dei bambini, i genitori si sono cominciati ad organizzare per trovare metodi alternativi nel trasporto dei figli.
“L’esperienza del Piedibus esiste ancora, ma adesso ci sono pure il Bicibus e l’Automobilebus. Mi spiego meglio: ci sono diversi gruppi di bambini che vengono raccolti da uno o due genitori, a turno, in un punto della città, e vengono portati all’asilo. Alle volte si fanno pure delle fermate: in tutto i gruppi non superano gli 8 o 9 bambini. Oppure c’è anche chi, vivendo fuori città, si è organizzato con delle macchinate che comprendano 3 o 4 bambini, da trasportare fino ad un punto, vicino alla scuola ma fuori dal Centro, dove ad attenderli ci sono i nostri insegnanti”.
Auto organizzazione, quindi. E soprattutto motivazione. Perché per quelli che ancora non rispettano il nuovo modus operandi, arrivano pure le multe.
“A lasciare direttamente nelle mani dei genitori i verbali simbolici sono proprio i bambini, che, a turno, vestiti da vigilotti, aspettano negli orari di uscita, i genitori. Su questi fogli ci sono frasi ad effetto, alcune simpatiche e altre sibilline, che hanno lo scopo di sensibilizzare i genitori inadempienti”.
Anche perché, alla fine, il premio c’è: la classe vincitrice sarà portata, infatti, in treno, fino a Ferrara, con tanto di visita alla città. Il tutto dopo il 14 aprile, data di chiusura del concorso. Con la speranza, ovviamente, che anche dopo si continui ad andare A scuola con ogni mezzo. E che tanti altri prendano spunto da un sistema che funziona.
Matteo Peppucci