E’ il testamento spirituale di don Renato Grotti, scritto a 56 anni, quando era parroco della Parrocchia S.Maria dei Servi, in Rimini.
Don Renato è deceduto l’11 dicembre 2008, all’età di 87 anni, dopo lunghissima malattia. Lo pubblichiamo in occasione del giorno trigesimo della morte, che si celebrerà domenica 11 gennaio alle ore 12 ai Servi.
Padre dei cieli,
sento che la mia vita declina; stento a scrivere, perché la mano destra incomincia a tremare, stento a leggere, perché la mia vista, sempre debole, sta diminuendo.
Qualche volta ho paura che la mia vita non sia stata quale Tu l’avresti voluta. Di questo perdonami, Signore. Ma soprattutto ricevi il mio grazie per ciò che di buono vi è stato; per avermi dato come sposa la splendida Chiesa dei Servi, che ho amato immensamente, che ho sempre voluto pulita, decorosa e solenne per la gloria di Dio e della sua gran Madre. Grazie, Signore, per le anime che mi hai affidato, che ho sempre amato, che sempre continuerò ad amare anche quando sarò costretto, indubbiamente con grande dolore, a lasciare la parrocchia, e anche dopo morte, se il buon Dio, come spero, non mi caccerà all’inferno.
A tutti e a ciascuno in particolare chiedo perdono del male che ho fatto, del bene che ho tralasciato o non sono stato capace di fare; a tutti chiedo una preghiera, un suffragio per la mia povera anima, perché sento di averne tanto bisogno. Questi ultimi anni che mi concedi, siano o Signore, un buon epilogo dei miei giorni.
Non Ti chiedo miracoli; “Il tuo volto, Signore, io cerco; non nascondermi il tuo volto”. Concedimi quel tanto di vista da poter celebrare ogni giorno la S. Messa, la serenità e la pace dell’anima.
Siimi sempre vicino, o Signore, e quando la disperazione minaccia d’impadronirsi di me e mi scorgo un peso inutile e molesto agli altri e a me stesso, Tu non abbandonarmi, ma soccorrimi con la tua grazia.
Vieni, Signore, e rimani compagno nelle ore solitarie di questa sera della mia vita e riempile con il tuo amore. Benedici e ricompensa con le tue grazie quelli che mi assistono nella malattia e infondi rassegnazione e coraggio a tutti. Accetta l’offerta della mia debolezza, della mia forzata impotenza; questo sacrificio sia il mio contributo perché si realizzi il tuo regno nel mondo.
O Vergine del S. Rosario, rimani maternamente vicina a me. Dammi il coraggio di accettare il dolore e non permettere che nell’ora della prova la mia fede e la mia speranza vengano meno.
25 novembre 1977