Alle radici del San-Giove-se nella notte dei tempi. Un vero tesoro di storia e archeologia è emerso in questi utlimi 4 anni di campo scuola, con esperti e studenti universitari al lavoro sulle oltre 800 casse emerse nel 2004, dagli scavi al porto, in occasione dei lavori per la nuova darsena. Tutti reperti risalenti al III secolo avanti Cristo. Un’epoca della quale, sino a questo momento non si era ritrovato nulla. Stiamo parlando di un tesoro di oltre 900 anfore vinarie (chiara testimonianza di una frenetica attività vinaria in loco, legata molto probabilmente ad un remotissimo Sangiovese ante litteram) quasi tutte di tipo greco-italico, decine di contenitori (dolia) per derrate alimentari, vasi da cucina e da
dispensa, oggetti fittili per decorazioni di edifici e per giardini. Scarti di fornace (di cui non è certa ma presumibile la presenza) e soprattutto frammenti in terracotta di un’antica statua, si pensa possa essere di Giove “ricomposto” con un dito, un’anca, un fallo (o forse un tratto di braccio ma la prima ipotesi pare al momento la più certa), alcuni riccioli del capo, tutto a doppia grandezza rispetto alle dimensioni naturali umane ed infine una coppa, una sorta di calice sacro ornato di un’iscrizione intera (rarissima in questi luoghi) in latino arcaico “Diovo so”, ossia “Io appartengo a Giove” o traduzione simile. In questi luoghi e nelle prossime vicinanze, il culto di Giove pareva accertato già con il ritrovamento di alcuni cippi sempre a lui dedicati, e proprio a Fiorenzuola di Focara negli anni ’60. È presto per parlare di templi o altari a Giove nel sito di Cattolica ma gli indizi restano significativi. Inoltre la capacità vinaria da oltre 21.300 litri delle 900 anfore in parte ricostruite (alcune intere), fa sicuramente presumere che già in epoca romana repubblicana fosse molto attivo il commercio di vino e derrate alimentari. Commercio o non commercio, questi siti sono stati ribattezzati Vetus Litus, il nome che è stato dato alla mostra che ha aperto i battenti il 19 dicembre, presso il Museo della Regina. Qui sono esposti tutti i resti ritrovati. L’esposizione, dislocata in ben tre luoghi della città (Museo della Regina. Galleria S.Croce ed ex-Cinema Lavatoio) per l’enorme quantità di materiale, sarà ancor più esaustiva e dettagliata, in quanto corredata da didascalie ed illustrazioni (tutto sarà poi fruibile su catalogo da gennaio 2009). All’inaugurazione decine di appassionati e studiosi hanno ammirato gli allestimenti e gli oggetti ma nelle prossime settimane altre curiosità potrebbero emergere dal passato.
Luca Pizzagalli