In principio fu mare, poi lido e infine viale. Oggi passerella estiva per turisti ingordi di negozi e bar. Viale Vespucci è una storia riminese. Grazie agli archivi storici della marina sopravvissuti alle bombe delle prime due guerre mondiali e all’inesauribile senso di conservazione degli uomini, possiamo immaginare situazioni e volti che hanno attraversato questa strada.
Il libro, dal titolo Viale Vespucci – il cuore della riviera adriatica di Manlio Masini e Giuliano Ghirardelli edito da Panozzo e presentato venerdì scorso all’interno dell’iniziativa “Libri da queste parti”, è un lungo percorso suddiviso in quattro cartoline itineranti, quattro salti temporali dalla belle époque al terzo millennio. Con un po’ di fantasia si possono vedere i primi villeggianti che scendono dalle carrozze oppure gli ultimi project financing del 2008 dall’aspetto futuristico.
Punto fermo della Rimini mare che cambia e si rinnova al passo delle nuove tendenze, il viale è fedele alla sua memoria di affascinante “reperto”.
La moda passa da qui
Una passerella a cielo aperto che detta la moda: dai vestiti di pizzi e merletti del primo Novecento alle prime minigonne degli anni sessanta. Sul viale si respira un’aria vacanziera data dai ritrovi signorili come il Grand Hotel e il Kursaal, sostituiti poi, negli anni trenta, dai caffè mondani e dai primi locali da ballo.
Su questo tratto di strada si sono affacciate diverse personalità tra cui Eleonara Duse, Gabriele D’annunzio, Tommaso Marinetti, Italo Balbo, Dina Sassoli, Federico Fellini, Gerardo Dasi. Un modo come un altro per farsi conoscere, un palcoscenico dove debuttare senza troppe esitazioni e dove mettere in pratica stravaganze ed eccessi.
La belle époqu è un punto di partenza: le cronache del tempo parlano di un centro balneare esclusivo per una borghesia imbellettata che esibisce le proprie ricchezze e i propri vizi. Poi sul viale, gli habitué ostentavano le loro ricchezze. Tra caffè e ristoranti, sorge il Kursaal, locale sfarzoso dove la nobiltà amava passare il suo tempo.
Il viale dei famosi
Nell’estate del 1897 il lido è in fermento, l’attrice di teatro più in voga del momento stava per arrivare a Rimini, si parlava di Eleonora Duse. E le dicerie non si smentirono, la Duse, trascorse qualche giorno a Villa Adriatica, uno degli alberghi più noti di tutta la zona. Ma l’atmosfera sognante di questo periodo sfumò via con la Grande guerra. Il ventennio si rese celebre per i suoi villeggianti accaniti e i primi bagni di sole. Nonostante una politica totalitaria, la gente vuole divertirsi e lo fa nei locali da ballo disseminati lungo il lido: Kursaal, Villa Isotta, i giardini dello Chez Vous e dell’Embassy, il Nettuno e il Tabarin. Espressione del divertimento libertino e per questo sempre carico di denunce. Quest’ultimo era il luogo che andava per la maggiore attirando a sé consensi ma anche tante critiche.
Il boom economico
Poi nel dopoguerra il boom economico e quindi un’esplosione di iniziative e soprattutto un pienone di turisti. Con 1300 alberghi stracolmi, Rimini faceva i primi passi per diventare quello che è ora. Il divertimento diventa l’aspetto totalizzante e il lido fiorisce di discoteche e locali da ballo. L’Embassy diventa simbolo della vita notturna e palco per le migliori ugole della nazione: Renato Carosone, Mina, Fred Bongusto, Gianni Moranti, Giorgio Gaber. Inoltre l’esordio del non ancora famoso Buscaglione avvenne proprio in questo locale. Inutile chiedersi che cosa fu dopo. Un tripudio di gente accalcata sulla pista per ascoltare la sua voce roca e per questo affascinante.
Da questo momento viale Vespucci è in ascesa, non si può che andare avanti. Sempre con forti pretese e con ardui obbiettivi da raggiungere, questo tratto di strada è esemplificativo dello spirito riminese. Ora è vivo tutto l’anno: nel periodo natalizio assomiglia ad un immenso centro commerciale addobbato di tutto punto. Ma non basta mai, pare voglia dire l’amministrazione comunale. Infatti i giochi non sono fermi e nemmeno le menti di chi immagina il futuro. Progetti futuristici come se fossimo a Dubai, onde artificiali e dune nel verde sono nel futuro del viale delle meraviglie
Marzia Caserio