Entrambi fanno sharing Ossia condividono. Nel caso specifico, un servizio. Chi su quattro, chi su due ruote. Stiamo parlando del car sharing e del bike sharing. Due servizi con alterne fortune. Almeno a Rimini. Perché se le due ruote vengono condivise, le quattro sono ancora ferme al parcheggio. Pensare che potrebbero regalare alla città una nuova mobilità, ma soprattutto un’aria più respirabile. Peccato che siano in pochi a crederlo. I dati sono lì a dimostrarlo, soprattutto quelli del car sharing. Rimini è ultima in Regione per parco macchine (4, due Panda, una Grande Punto e una Multipla), per utenti iscritti (63), per chilometri percorsi (3.440) e naturalmente per ore di utilizzo (348). Insomma, un mezzo disastro. Viceversa, il bike sharing, in appena quattro mesi di vita, ha già riscosso un discreto successo con oltre 200 iscritti e con più di 2.300 “prelievi”. Ma come mai tutta questa disparità? Proviamo a capirci qualcosa, cercando di spiegare che cosa offrano i due servizi, che costi hanno e cosa siano in realtà.
Car sharing
Partiamo dal car sharing. Le modalità di accesso sono molto semplici, come ci spiega Cristian Savioli, responsabile del servizio riminese nato nel marzo del 2003 sotto la direzione della Tram ma ora in mano a un’azienda milanese.
“Chi intende usufruire delle nostre vetture deve sottoscrivere un abbonamento. Il costo annuale è di 110 euro che nel primo anno ha però una spesa ulteriore di 150 euro che serve come deposito cauzionale, nel senso che quando l’utente chiude il rapporto si vedrà riconsegnare la somma. Al momento dell’iscrizione, inoltre, al cliente verrà rilasciato un numero di identificazione personale e una smartcard dotata di codice segreto (il famoso Pin)e microchip, necessaria per ritirare la vettura, restituirla e fatturare il servizio”.
Ogni auto, infatti, è dotata di un lettore elettronico posto all’interno del veicolo che legge la smartcard e apre automaticamente le porte, a quel punto il cliente digita il codice pin e la vettura è pronta per essere messa in moto.
“Così facendo – continua Savioli – le macchine possono essere ritirate 24 ore su 24 senza bisogno di chiavi o quant’altro. Basta andare in uno dei dodici stalli dedicati al servizio e il gioco è fatto”.
Una volta ritirata l’auto, però, c’è un’ulteriore doppia spesa da sostenere.
“Diciamo che c’è una tariffa oraria che è di 2.20, più una tariffa chilometrica che si suddivide in tre fasce: fino ai 100 km si pagano 0.44 euro; dai 100 ai 300, 0.35 euro e dai 300 km in avanti 0.28 euro. La benzina? No, quella è a carico nostro. All’interno delle vetture, infatti, ci sono due carte di credito di altrettante compagnie petrolifere dove andare a fare il pieno”.
Sul perché il servizio non sia riuscito a coinvolgere i riminese Savioli ha un’idea ben precisa.
“È una questione culturale, è più semplice usare la propria vettura ma il car sharing è un’ottima alternativa e soprattutto, guardando al futuro, è un ottimo servizio per migliorare la mobilità cittadina e l’aria”.
A maggior ragione ora con le restrizioni sulla circolazione volute dal Comune. E a proposito di Comune, sembra proprio che da Palazzo Garampi si stia muovendo qualcosa in questo senso. L’idea è quella di sostituire le vetture più vecchie sfruttando il servizio di car sharing.
Bike sharing
Discorso diverso per il bike sharing. Per utilizzare la bicicletta occorre essere in possesso di una chiave di sganciamento che è personale e non duplicabile e permette di identificare chi la sta usando. Con la propria chiave è possibile prelevare qualsiasi bicicletta a Rimini e negli altri 64 comuni in cui è installato il sistema Centro anch’io in quanto la chiave non è associata ad una bicicletta in particolare. La bicicletta va prelevata inserendo la chiave nell’apposita serratura della rastrelliera nella quale rimane bloccata e, dopo l’uso, è obbligatorio riportarla nello stesso stallo da cui è stata prelevata per riprendere la chiave.
Dove e come richiedere la chiave. La chiave può essere ritirata presso l’Ufficio per le Relazioni con il Pubblico del Comune di Rimini. Per il suo ritiro occorre presentare un documento di identità valido; effettuare un versamento di 10 euro (che verrà restituito quando il cittadino non vorrà più utilizzare il servizio); sottoscrivere il contratto che illustra tutte le modalità d’uso. Il servizio è rivolto a maggiorenni residenti in Emilia Romagna, nella provincia di Pesaro Urbino e domiciliati a Rimini.
Regole per l’uso. Rispetto degli orari: le biciclette possono essere utilizzate dalle ore 6 alle ore 23, di tutti i giorni della settimana; bloccare la bicicletta con il lucchetto antifurto che consente di chiuderle quando vengono lasciate in sosta durante il loro utilizzo fuori dalle apposite rastrelliere; prelevare la bicicletta solo se è in condizioni idonee all’uso; presentare immediata denuncia in caso di smarrimento della chiave personale o in caso di furto della bicicletta; condurre e utilizzare la bicicletta nel rispetto delle norme sulla circolazione stradale e osservando i principi di prudenza, diligenza e tutela dei diritti altrui.
I parcheggi. Per quanto riguarda i parcheggi dove trovare le biciclette, sono in Corso d’Augusto vicino all’Urp; in via Roma; in piazzale Cesare Battisti (stazione Fs); in via XXIII Settembre; in piazzale Caduti di Cefalonia e all’interno del parcheggio di via Euterpe.
Inaugurato dal Comune lo scorso 10 luglio, il servizio ha già 218 utenti iscritti per 2.340 prelievi effettuati. Un risultato più che soddisfacente.
“Voglio sottolineare – spiega l’assessore alle Politiche ambientali, Andrea Zanzini – che al di là dei dati molto incoraggianti si tratta di valutare comunque un periodo di sperimentazione i cui risultati dovranno essere integrati con quelli che raccoglieremo durante l’inverno che potrà presentare, sia per ragioni metereologiche sia per l’introduzione delle limitazioni al traffico, significative variazioni nelle modalità di utilizzo degli utenti. Il primo dato è che a fronte delle 52 biciclette disponibili, al momento sono state 218 le chiavi consegnate”.
Essendo appena nato, il servizio ha ampi margini di miglioramento.
“Certamente – chiosa Zanzini – fortunatamente gli utenti ci hanno già fornito una serie di suggerimenti tra i quali l’aumento delle rastrelliere nelle postazioni più utilizzate che sono quelle di Corso d’Augusto e della stazione; la copertura delle stesse contro gli eventi atmosferici; consentire l’iscrizione al servizio anche nelle giornate di sabato; nuovi stalli al Ponte Tiberio e all’Arco d’Augusto; poter consegnare la bicicletta anche dopo le 23 e sviluppare un sistema integrativo a quello esistente che permetta di lasciare le bici in stalli diversi da quelli in cui la si è prelevata. Tutti punti che prenderemo in esame e che si possono facilmente tradurre in concreto. Comunque, per ora, godiamoci questo buon risultato”.
Insomma, su due o quattro ruote sarebbe sempre meglio fare… sharing.
Francesco Barone