E’ uscita nelle scorse settimane nelle librerie la tanto attesa Nuova traduzione della Bibbia italiana promossa dalla CEI.
I principi ispiratori della nuova traduzione
Un lungo e meticoloso lavoro di studio sui testi originali, un attento e rigoroso esame delle fonti, una ricercata e attuale traduzione in lingua corrente sono stati i principi che hanno ispirato l’impegno dei biblisti che fin dal 1988 si sono cimentati sul libro più diffuso al mondo. “Ci si è preoccupati di ricercare modalità espressive di immediata comprensione e comunicative in rapporto al contesto culturale odierno – scrive mons. Betori nella Presentazione – evitando per quanto possibile forme arcaiche del lessico e della sintassi”.
Tutto questo ha, inoltre, permesso una nuova versione curata nel ritmo della frase, così che possa essere adattata alle esigenze della proclamazione liturgica e ad essere musicata per il canto.
Un cammino iniziato nel 1986
Ma quale è stato l’iter di revisione della Bibbia? Il 9 ottobre 1986 la Commissione Episcopale per la liturgia della CEI discusse di una possibile revisione della Bibbia ufficiale della Chiesa italiana.
L’intento era quello di ordinare le osservazioni critiche raccolte circa la precedente Bibbia CEI relative a traduzioni errate o imprecise, relative alla difficoltà di proclamazione; relative alla eccessiva complessità sintattica. Furono inoltre formulati dei criteri per una revisione operata da una equipe apposita: correggere le traduzioni con una maggiore fedeltà al testo in lingua antica; rendere più facile e semplice il periodare; curare ancor di più lo stile letterario in vista della proclamazione. Il lavoro doveva basarsi su un maggiore controllo dei testi originali, cercando di eliminare inoltre quelle lievi differenze, in particolare tra i vangeli sinottici, che caratterizzano lavori di traduzioni a più mani.
Il 6 maggio 1988 l’allora segretario generale della CEI Camillo Ruini convocò una commissione di studiosi per procedere alla revisione.
Biblisti italiani al lavoro
Il coordinamento del gruppo di lavoro fu affidato a padre Giuseppe Danieli, allora Presidente dell’Associazione Biblica Italiana. Una prima revisione del NT fu terminata nel 1991 ad opera di complessivamente 17 biblisti tra i quali: Giuseppe Betori (Atti), Giuseppe Danieli (Mt), Romano Penna (Rm, Ef), Antonio Pitta (Gal), Giuseppe Segalla (Gv). Questa prima revisione fu poi ricontrollata da altri studiosi: Carlo Ghidelli, biblista; Eugenio Costa, musico; Giulio Villani, italianista.
Il 12 novembre 2007 mons. Giuseppe Betori, segretario generale della CEI, ha annunciato la pubblicazione dei tre nuovi lezionari liturgici festivi, cioè i libri contenenti le letture da proclamare durante il rito domenicale e festivo della messa, in conformità al testo della nuova traduzione della Bibbia.
100.00 modifiche sulla vecchia traduzione
Entro il 2009 saranno pubblicati anche i lezionari feriali, da usare per la messa nei giorni infrasettimanali. Le modifiche sull’intero testo biblico sono state circa cento mila. “Tradurre la Bibbia non è tanto un compito di alcuni, ma è parte della missione della Chiesa: è un vero e proprio ministero, un servizio qualificato alla comunità cristiana” ha scritto Mons. Carlo Ghidelli, Arcivescovo di Lanciano-Ortona, uno degli esperti che hanno partecipato a tutte le fasi di questa impresa.
La Bibbia nella vita della Chiesa
La nota pastorale La Bibbia nella vita della Chiesa, voluta dai vescovi italiani e da essi consegnata all’intera comunità cristiana, afferma che “il compito di introdurre il popolo di Dio alla ricchezza inesauribile di verità e di vita della sacra Scrittura” ha come “punto di partenza lo stesso testo sacro, espresso in una buona traduzione”.
Se dunque il testo sacro è il punto di partenza di ogni buona azione pastorale ne deriva che chi nella Chiesa ha un compito direttivo non può rinunciare a questo suo precipuo e irrinunciabile dovere: quello di rendere il più possibile accessibile a tutti la Bibbia. “Anche in questo modo la Chiesa esercita la sua funzione materna. Essa infatti è una madre che non può lasciar mancare ai suoi figli il nutrimento spirituale che la Bibbia contiene. Tale “consegna”, ovviamente, si fa ancor più significativa se avviene nel contesto liturgico”.
Una lingua più vicina alla vita
Nel complesso possiamo osservare nel testo della Nuova CEI una lingua più vicina agli orecchi dei fedeli, più comprensibile ai cuori dei cristiani, anche dove si allontana dall’ormai abituale testo che sentiamo proclamato da anni durante la Messa. E per fare un esempio, la nuova e più attenta traduzione del Pater, dove, invece del conteso e contestato “non ci indurre in tentazione” troviamo il più adeguato e corretto “non abbandonarci alla tentazione” (Lc 11,4). E ancora nel Vangelo secondo Giovanni (20,16), il Risorto rivolgendosi a Maria di Magdala non le dirà più un freddo “non mi toccare!”, ma un più amorevole “non mi trattenere!”. Una lingua, quindi, capace di trasmettere ancora quelle emozioni, quei sentimenti, quella vitalità propria dei testi che superano i tempi e le lingue perché Parola di Dio.
Guido Benzi