È passato un anno e sembra un attimo. È passato un anno e sembra un secolo. Era il 15 settembre 2007 quando il vescovo Francesco faceva il suo ingresso ufficiale nella nostra Diocesi. E dal giorno seguente per 364 giorni centinaia di migliaia di mani strette, di occhi incontrati, di parole scambiate; incontri, liturgie, ritiri, km e km su e giù per colline e pianure. 12 mesi vissuti “pericolosamente” per qualsiasi salute fisica e psichica. “È il tempo dell’innamoramento, non posso mancare” diceva a chi gli chiedeva scherzosamente di iscriversi al movimento PTV, “Per la Tutela del Vescovo”…
La predilezione per i giovani (“siate protagonisti”), l’impegno per la famiglia, la passione per i suoi preti (che ha visitato ad uno ad uno nelle loro case) sono solo alcuni dei fari che hanno illuminato il suo primo anno di impegno pastorale. Ne ha tracciato le linee nella bella lettera inviata ai sacerdoti in preparazione all’Assemblea diocesana. “Abbagliati dal suo volto” è il titolo, ma anche l’invito ad accompagnare una poderosa azione pastorale con la preghiera e la contemplazione. E contemplativi nel mondo sono i modelli riminesi che propone continuamente, da Alberto Marvelli a don Oreste Benzi (che quell’aiuto che gli aveva promesso il giorno della nomina ha scelto di darglielo dal cielo). Momenti a volte difficili che la fede ha trasformato in occasioni di grazia.
E’ stato anche l’anno della scoperta di una Chiesa ricca di problemi, ma anche di santità, di intuizioni pastorali, di operatività. “Ogni giorno mi ritrovo qualcosa di nuovo”, ama ripetere, sorridendo.
Uno stile personale profondamente diverso da quello del vescovo Mariano, com’è naturale che accada, ma tutto teso a valorizzare il patrimonio di carità e fede che gli era stato affidato in quell’emozionante passaggio di consegne nell’abbraccio in Cattedrale. Si è preoccupato anche del “lucignolo fumigante”, che, nel suo stile, ha assistito perché riprendesse forza. E anche questo è piaciuto.
Ma dopo il tempo dell’innamoramento viene quello dell’amore, che è un tempo più bello, ma anche più difficile, perché richiede chiarezza nel progetto e l’impegno dell’edificazione della casa sulla roccia. Auguri vescovo Francesco.
Giovanni Tonelli