Agli inizi di ottobre riprende l’attività formativa dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Alberto Marvelli” della Diocesi di Rimini nella sede di San Fortunato.
Ad oltre due anni dall’approvazione ufficiale da parte della Congregazione per l’Educazione Cattolica qual è la situazione attuale?
Il passaggio al nuovo ordinamento avviato dal settembre 2006 è stato travagliato e complesso, soprattutto per l’esigenza di consentire da un lato il completamento del precedente percorso formativo e dall’altro l’attivazione del nuovo ordine di studi – risponde il professor Natalino Valentini, direttore dell’Istituto –.
Tuttavia, sia pure tra non poche difficoltà, siamo riusciti a corrispondere a queste diverse esigenze istituzionali, come pure a quelle degli studenti iscritti, che nello scorso anno sono stati complessivamente 265, considerando anche i fuori corso. Nonostante i timori iniziali di fronte al progetto di riordino proposto dalla CEI, la svolta intrapresa appare comunque molto positiva, anche se i risultati potranno essere valutati solo fra qualche anno. Saranno necessari ancora due o tre anni per un assestamento definitivo del nuovo impianto, ma gia da questo anno accademico siamo in grado di garantire tutti i corsi previsti dal nuovo piano di studi triennale in vista del conseguimento della laurea di primo ciclo in Scienze Religiose. A questo percorso triennale speriamo poi di poter affiancare un paio di indirizzi per il conseguimento anche della laurea specialistica, sul modello del 3+2 istituito nelle università civili”.
L’Istituto Superiore di Scienze rilascia un titolo di Studio equivalente ad una laurea umanistica?
“Esattamente. Il nostro Istituto rientra a pieno titolo nel cosiddetto “Processo di Bologna” al quale ha aderito dal 2005 anche la Santa Sede. Una commissione europea, sulla base di precisi requisiti qualitativi, procederà al riconoscimento e all’equiparazione dei titoli accademici offerti dagli Stati europei. Dunque, già dal giugno del prossimo anno 2009 sarà possibile conseguire il nuovo titolo accademico in Scienze Religiose, di fatto equivalente ad una laurea umanistica, riconosciuto a livello europeo al pari di ogni altro titolo accademico civile, con una sua vanità giuridica anche per concorsi pubblici”.
A cosa può servire questo titolo? Quale può essere la sua utilità?
“Oltre ad essere un requisito indispensabile per coloro che nei prossimi anni intendono proporsi per l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, il titolo potrebbe essere valorizzato (come prevede il piano di riordino degli studi teologici della CEI) anche per nuove forme di professionalità, a partire dall’ambito ecclesiale. Penso non soltanto a coloro che esigono qualificare adeguatamente il loro servizio pastorale (diaconi, operatori pastorali, catechisti, liturgisti…), ma anche agli operatori della cultura e dell’educazione, della stampa e della comunicazione; a chi si occupa dei beni culturali ecclesiastici, dell’arte sacra, del turismo religioso e a coloro che sono anche impegnati nei tanti settori emergenti che esigono un personale sempre più qualificato. Non dimentichiamo il delicato settore della bioetica, del dialogo ecumenico ed interreligioso, dei mediatori sociali e interculturali… Tuttavia, chi intraprende un percorso di questo genere forse dovrebbe abbandonare ogni pretesa di “utilità” nel senso mondano del termine. Qui la vera utilità sta nella scoperta del dono di gratuità e bellezza che il progetto contiene, nel cammino di una formazione interiore. Vi sono esperienze che, anche per la loro buona riuscita, esigono anzitutto uno spirito sincero di gratuità e libertà interiore”.
Gli studenti, durante il percorso triennale, quali discipline incontrano?
“Incontreranno tematiche di straordinaria importanza per la conoscenza della cultura cristiana, vale a dire corsi specifici (mediamente di 24 o 36 ore) sui testi che compongono la Bibbia, sui Padri della Chiesa e la Storia della Chiesa, la Rivelazione, il Mistero di Cristo e della Trinità, l’Escatologia cristiana, la Liturgia e la vita sacramentale, ma anche la Teologia Morale, la Bioetica, la Storia delle Religioni, l’Ecumenismo e diverse altre discipline dell’area umanistica, Filosofia, Pedagogia, Psicologia… Nel complesso il piano di studi triennale offre ben 36 corsi (suddivisi in 6 aree disciplinari), oltre a 6 seminari interdisciplinari e ai 2 corsi opzionali sulle lingue bibliche (ebraico e greco). Si tratta di una proposta formativa che non ha eguali sul nostro territorio, sia per la sistematicità e completezza del percorso, sia per la qualità dei singoli corsi, affidati a docenti specialisti e molto qualificati.
Chi desidera ancora scoprire, approfondire, comprendere e pensare, l’Istituto offre l’opportunità di un rinnovato incontro con i fondamenti costitutivi della sapienza cristiana, con lo straordinario patrimonio culturale, dottrinale e spirituale della Tradizione viva della Chiesa”.
Per quale motivo oggi la Chiesa sostiene e promuove percorsi di formazione teologica come questi?
“Fondamentale resta qui il monito dell’apostolo Pietro (proprio lui, il pescatore): ”Siate pronti a dare ragione della speranza che è in voi” (1Pt 3,15). Chiediamoci onestamente: qual è il livello medio di conoscenza dei fondamenti dottrinali della religione cristiana nei cattolici e più in generale, nella cultura laica del nostro tempo? All’inizio di quest’ultimo decennio la Chiesa italiana attraverso i suoi pastori invocava l’urgenza di una ”vigorosa scelta formativa dei cristiani”, la maturazione di ”una fede adulta e “pensata”, capace di tenere insieme i vari aspetti della vita facendo unità di tutto in Cristo”,(Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia. Eppure questa “conversione culturale” ha difficoltà ancora ad attecchire nelle nostre comunità”.
Che cosa si intende esattamente per “fede pensata” ?
“L’adesione di fede non si può ridurre a mero fideismo. Già il vescovo sant’Agostino osservava che ”la fede o è pensata o è un nulla”. Certo, come sta scritto nella Lettera agli Ebrei, ”La fede è il fondamento di ciò che speriamo e la prova delle cose che non vediamo” (Ebr 11,1), dunque essa è visione delle cose invisibili, non l’evidenza di ciò che appare, né agli occhi del corpo, né a quelli della mente, poiché in fondo è soltanto l’amore che vede ciò che è invisibile. Tuttavia la fede può essere pensata, deve essere messa in rapporto con l’esercizio della ragione, anche per mostrarne la sua sensatezza. Fin dai primi secoli, la comunità cristiana ha avvertito come connaturale al suo essere l’esigenza insopprimibile di andare alla ricerca della “perfetta conoscenza”, per farsi testimone credibile di Gesù Cristo, ”nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3).
Oggi più che mai s’impone l’urgenza di conoscere i fondamenti della propria cultura, favorendo la crescita di una ragione che sgorghi dal dialogo, aperta al riconoscimento delle differenze, nella consapevolezza della propria identità religiosa. L’insistenza di Benedetto XVI ad “allargare gli spazi della razionalità” per generare un rinnovato incontro tra Logos e Vangelo è certamente emblematica”.
Uno studente in possesso del vecchio diploma di Scienze Religiose o di Magistero può conseguire la nuova laurea?
“Sì. La Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna, alla quale il nostro Istituto è collegata, ha consentito l’attivazione nella nostra sede di Rimini (fino all’anno accademico 2010-2011) di alcuni corsi integrativi che consentiranno, a chi intende svolgerli, l’acquisizione del titolo accademico. A seguito dell’esperienza avviata, i sei corso previsti (di 36 ore ciascuno) hanno carattere monografico: mi permetto in particolare di segnalare il corso su “Il vangelo di san Paolo” (pensato in relazione all’anno paolino e affidato a padre Dino Dozzi, biblista cappuccino di Ravenna), “Letteratura e Teologia nel Novecento” che svolgerà il poeta e saggista Davide Rondoni, “Il vangelo di Giovanni in Origene” condotto dal patrologo Domenico Pazzini, tra i massimi studiosi della scuola patristica alessandrina, poi ancora: “Architettura, teologia e liturgia”, “Mistagogia e iniziazione cristiana” e “Cristologia filosofica”.
Tutti questi corsi, come quelli ordinari, possono essere frequentati anche da studenti ospiti, interessati ad approfondire singole aree tematiche”.
Francesco Perez