La notte è il regno del “Cavaliere Oscuro”, meglio conosciuto da tutti come Batman, il giustiziere mascherato da pipistrello, nemesi dei criminali di ogni tipo e caratteristica. Batman ritorna sul grande schermo ancora una volta, nuovamente per la regia di Christopher Nolan che ha elaborato la sceneggiatura assieme al fratello Jonathan. Dopo Batman Begins, con il suo taglio introduttivo per ricominciare tutto da capo, dalla genesi del personaggio, ecco il secondo episodio che non poteva non occuparsi dell’acerrimo nemico di Batman, il sadico e ghignante Joker, qui rappresentato con un piglio da agghiacciante psicopatico da Heath Ledger, purtroppo scomparso poco tempo fa e che ha decisamente rubato la scena a tutto il resto, anche da un punto di vista mediatico (c’è chi richiede già un Oscar postumo per il giovane attore…).
Ma Joker non sarebbe Joker se non ci fosse il contraltare Batman ed il suo alter-ego Bruce Wayne (sia sotto il nero costume che negli eleganti completi “civili” ci sta ancora Christian Bale) e la sfida tra i due antagonisti è uno scontro senza quartiere nell’ottimo film, impaginato con robusto carattere e decisione, in due ore e 30 di spettacolo di articolata intensità, dove si alternano i giusti momenti spettacolari e le esigenze psicologiche, i dubbi morali e le questioni politiche, i malesseri sociali e le fratture dell’anima.
Insomma, chi vuole bollare questo Il cavaliere oscuro come il solito “giocattolone” hollywoodiano sbaglia di grosso: bisogna non fermarsi alla superficie e scavare nelle profondità degli animi dei caratteri principali, soprattutto dell’eroe e del nemico, forse non così lontani come si pensa per quanto riguarda la loro “mostruosità” (riflessione tra l’altro avanzata proprio dallo stesso Joker). Gli attori attorno a Bale e Ledger vivacizzano ulteriormente l’episodio. Confermati Michael Caine (Alfred), Gary Oldman (il tenente Gordon) e Morgan Freeman (Lucius Fox), ma c’è un altro carattere che merita attenzione, ovvero il procuratore Harvey Dent (Aaron Eckart) destinato a diventare l’ambiguo “Due Facce” cancellando l’integrità morale e civile che lo rende davanti all’opinione pubblica modello di eroica solidità.
Musicato da Hans Zimmer e James Newton Howard (si può magari contestare un’eccessiva presenza della colonna sonora nel film), Il cavaliere oscuro ha colpito nel segno con uno stratosferico risultato ai botteghini (314 milioni di dollari raccolti al box office Usa in poco tempo), ridando fiato ad una stagione cinematografica che appariva addormentata.
Paolo Pagliarani