Poesia e Romagna vanno da sempre a braccetto; un connubio datato che segue i binari della qualità e dell’innovazione. Gianfranco Lauretano, noto scrittore e mattatore degli incontri “Estate al Castello” di Rimini svela il misterioso mondo della poesia e dei suoi poeti.
La Romagna vanta una tradizione poetica privilegiata. Scontata ma sempre di alto livello la presenza dei poeti dialettali romagnoli come Guerra, Baldini, Fucci, Baldassari fino ai più giovani come il riccionese Gabellini e il ravennate Spadoni che da poco hanno pubblicato le loro ultime fatiche. Il così detto “fare poesia” richiama a sé anche le nuove generazioni che solitamente prediligono l’italiano al dialetto; Stefano Maldini, Isabella Leardini poetessa e fondatrice della manifestazione “Parco poesia” a Riccione, Roberta Bertozzi, Francesca Serragnoli sono solo alcune delle nuove leve romagnole che scrivono in versi . “In fondo – svela Lauretano – tutti possono azzeccare una poesia, anche un bimbo delle scuole elementari. Ma c’è una questione fondamentale che i giovani devono imparare, la differenza tra poeta e autore. Molti ragazzi vogliono essere poeti senza fare gli autori. Niente di più sbagliato. Chi scrive poesie non lo fa in continuazione ecco perchè è inevitabile un lavoro di approfondimento come scrivere critiche e recensioni, leggere riviste del settore, partecipare ad incontri e dibattiti. La vera discriminante è tutto ciò che sta dietro il poeta”.
Molte promesse della zona hanno già pubblicato loro opere con piccole case editrici disposte ad accogliere la sfida. Infatti, la poesia permette di pubblicare l’alta qualità anche con la piccola editoria e non per forza con i grandi nomi. “Se c’è del vero talento facilmente verrà riconosciuto, in quanto – prosegue lo scrittore – è un ambiente di nicchia che si nutre di appassionati e conoscitori della materiai< />.
Ma non dimentichiamo che siamo un popolo di sognatori, poeti e navigatori: se la poesia rappresenta una delle fette editoriali minori, l’Italia è il paese europeo dove i giovani leggono più poesia. Certo, i numeri non sono da bestseller ma al momento i nomi più quotati a livello nazionali oltre ad essere romagnoli pubblicano con case editrici di un certo prestigio come Mondadori e Rizzoli: da Davide Rondoni con Apocalisse Amore alla riminese Rosita Copioli con il postino fedele fino al cesenate Gianfranco Lauretano. “Ma la strada non è in discesa – racconta Lauretano con tono serafico – la gavetta è necessaria e fa bene”. Proprio lui che nel 1988, appena laureato, fonda assieme a Rondoni ed altri laureati la rivista clanDestino, prima stampata con la casa editrice Forum/Quinta Generazione di Forlì, ora rilevata dalla Raffaelli editore di Rimini. Nata come scommessa di giovani sognatori, ora punto di riferimento in Italia per chi si occupa di poesia e letteratura. L’hanno attraversata nomi come Loi, De Angelis, Betocchi, Baricco, Luzi, Testori e ancora continua a nutrirsi della sua linfa con nuove voci. Così ricorda Lauretano gli inizi dell’avventura: “Andammo a trovare a Roma Valerio Magrelli che ci disse che l’importante era durare perché le riviste italiane durano sempre troppo poco e se saremmo durati avremmo lasciato un segno”. Il segno è rimasto; tutt’ora clanDestino, che proprio quest’anno compie vent’anni, sta tracciando il suo percorso con lo stessa passione iniziale e cura che la contraddistingue dalle altre riviste. Senza false modestie, clanDestino vuol farsi messaggero di un bisogno umano come quello di scovare la verità attraverso la poesia.
Marzia Caserio