Rosso, diabolico e… positivo. Aiuta l’umanità nel combatter mostri di ogni specie l’ironico Hellboy, il character creato da Mike Mignola, già celebrato nel film uscito nel 2004 per la regia di Guillermo del Toro. Quattro anni dopo Del Toro ritorna con piacere al personaggio e gli va ancora meglio, nel senso che riesce a creare un buonissimo secondo episodio, con una maggiore autonomia espressiva il che gli permette di mescolare fantasy, elementi sentimentali e ironia secondo il proprio personale gusto, in un riuscito mix che ci ha risvegliato dal solito torpore estivo dovuto alle non esaltanti uscite cinematografiche delle ultime settimane.
Hellboy, sempre ben interpretato da Ron Perlman, con l’inseparabile sigaro cubano tra i denti, i “pistoloni” sempre carichi e la battuta pronta, assieme all’amata (e incendiaria) Liz (Selma Blair) con cui ha qualche “problemino” di convivenza come del resto tutte le coppie che si rispettino e l’anfibio Abe Sapien (Doug Jones, già Silver Surfer nel secondo Fantastici Quattro e qui impegnato anche in altri ruoli tra cui l’Angelo della Morte e il Ciambellano), membri della speciale B.P.R.D (sta per Bureau for Paranormal Research and Defense), squadra destinata ad indagare sui misteri del paranormale, ha il suo bel da fare per fermare il principe Nuada (Luke Goss), intenzionato a recuperare una preziosa corona che può risvegliare l’indistruttibile Golden Army, un esercito di potentissimi guerrieri meccanici. Ai tre bizzarri agenti si aggiunge l’antipatico dottor Krauss, altro singolare essere, un concentrato di spiriti ectoplasmici racchiusi in una speciale corazza.
Hellboy 2. The Golden Army offre un assortito “bestiario” di ampia composizione, ha momenti visivamente eccellenti e non si allontana dalle dovute attenzioni psicologiche dei caratteri principali, arrivando persino a porre una serie di dense problematiche morali nel cuore e nella testa di Hellboy e dei suoi comprimari (vedi lo scontro con la gigantesca creatura “flora e fauna” e il conseguente dilemma che scaturisce per il rosso demone dalle corna spezzate) e atmosfere romantiche. C’è anche una sorpresa ma ovviamente non ve la diciamo. Vi diciamo invece che il film risulta ben equilibrato e nel cast annovera anche Jeffrey Tambor ed Anna Walton, più una breve apparizione di John Hurt all’inizio della storia, comprendente anche un bell’inserto stile “pupazzi di legno” per raccontare l’antica storia dell’alleanza tra esseri magici ed umani.
Musica il tutto il buon Danny Elfman che qui si riscatta dopo le brutture musicali realizzate per Wanted.
Paolo Pagliarani