“Il segno maestro” è l’espressione di un’attitudine all’arte che Flavio Nicolini ha declinato in varie forme nel corso di una lunga attività fra insegnamento, letteratura, cinema e televisione. Il substrato culturale in cui il suo eclettico genio artistico spinge le radici è da rintracciare nell’immediato dopoguerra, in quel Circolo del Giudizio di cui Nicolini stesso è fondatore assieme ad altri giovani intellettuali santarcangiolesi accomunati da uno spiccato interesse per il cinema realista, la letteratura e la poesia dialettale. L’appartenenza al Circolo del Giudizio è determinante per un artista come Nicolini che, anche dopo una vita di successi trascorsa a scrivere sceneggiature illustri per il cinema e per la televisione (soprattutto per la Rai) torna con la mente al passato. È pensando a quei tempi lontani che un commosso Flavio Nicolini, in occasione dell’inaugurazione della mostra, ha dedicato Il segno maestro a Lello Baldini e Nino Pedretti, esortando i presenti a non dimenticarli.
La mostra “Il segno del Maestro” è visitabile gratuitamente fino al 31 agosto presso il Musas di Santarcangelo, in contrada dei Fabbri, 15 (per informazioni, www.metweb.org). L’esposizione racchiude oltre 40 opere pittoriche realizzate da Nicolini in una fase recente della sua vita, dal 1992 ad oggi, ma strettamente legate agli inizi della sua carriera, quando da insegnante elementare di disegno, predicava ai suoi allievi di abbandonare regole e schemi prestabiliti in virtù di una più spontanea rappresentazione della realtà. L’esortazione al “viene come viene” non l’ha mai abbandonato, anzi negli anni Nicolini ha cominciato a rivolgere tale insegnamento a se stesso, tanto da teorizzare una “brutta bellezza dell’arte”, ricercata fin dagli anni Sessanta. “Può essere bello anche il brutto – spiega Orlando Piraccini, il curatore della mostra – Nicolini esprime in questi disegni una visione della realtà mediata da una fantasia mutevole, del tutto particolare, capace di dare vita a immagini sospese tra la realtà e il sogno. I visi deformi, le raffigurazioni a volte distorte non sono altro che il tentativo, attraverso quella brutta bellezza dell’arte che lo ispira, di far diventare bello attraverso l’arte anche ciò che non è propriamente bello!”. È un’arte, quella pittorica che prosegue in qualche modo la parola scritta e che va ad aggiungere un altro prezioso tassello alla figura di Nicolini, apprezzato fino ad ora come scrittore e sceneggiatore. “Santarcangelo accoglie con gratitudine il genio artistico di Nicolini” conclude Mauro Turci direttore dell’Istituto dei Musei Comunali “Dopo averlo celebrato come scrittore, ora ne possiamo apprezzare anche un altro aspetto, quello del disegno, che prosegue idealmente le altre attitudini in modo non disgiunto. D’altra parte non stupisce come parole e immagini siano frutto della stessa mano: un artista usa tutti i mezzi a sua disposizione per esprimere la propria visione della realtà”.
Romina Balducci