“Savignano ama la fotografia”. La sindachessa Elena Battistini non usa giri di parole per delineare il rapporto tra la cittadina del Rubicone e l’arte dell’immagine. “Tutto è iniziato con «Portfolio in piazza» ed ora proseguiamo con SI Fest.Gli spazi espositivi si sono diramati nelle cittadine vicine che offrono ospitalità alle varie mostre, una alleanza costruita non sull’euro ma sul valore di questo festival”. La manifestazione in questione è appunto il SI Fest, la cui 17 esima edizione (in programma dal 12 al 14 settembre) è stata presentata quest’anno addirittura nella sede milanese di “FORMA-Centro Internazionale di fotografia”. Tre giorni di incontri e scambi, dove acquistare fotografie d’autore ed assistere a laboratori e lezioni di storia della fotografia.
A fare un po’ di storia ci pensa l’assessora Faedi: “Il festival nasce 17 anni fa in una cittadina di 16.000 abitanti”, dove contrariamente ad altre amministrazioni, il mondo della fotografia viene molto considerato. L’iniziativa “ha continuato a crescere di anno in anno; abbiamo cercato di valorizzare il valore culturale delle fotografie con un progetto che dura tutto l’anno: Savignano Immagini. E si è creata nell’imprenditoria locale una rete di amici del festival, una importante sinergia pubblico-privato: il pubblico da solo non può più sostenere queste iniziative”.
“Savignano è un vivaio per la fotografia di tutta la regione” rilancia Laura Serani, direttrice artistica del SI Fest (coordinato da Angela Gorini). Il progetto? “Abbiamo cercato di portare la fotografia lungo le strade, non solo nelle mostre. Il SI Fest ruota intorno al tema dell’identità, individuale e collettiva, sociale e territoriale, e agli interrogativi che ne derivano: la percezione e la ricerca dell’immagine di sé e dell’altro, il bisogno di modelli, l’identificazione e il riconoscimento”.
Tanti gli autori coinvolti. Tra gli altri: Malekeh Nayini, iraniano, che ricerca nelle vecchie fotografie di famiglia tracce della sua cultura, travolta dal corso della storia; Gustavo Frittegotto, argentino, che documenta la realtà delle grandi pianure del paese sudamericano; Michael Nyman, a Savignano per un concerto il 13 settembre, e che nella sua mostra “Sublime” ha ritratto le città sparse per il mondo in cui ha suonato.
Sono previsti riconoscimenti a giovani fotografi: Jessica Dimmock ne “Il nono piano” ritrae una comunità di tossicodipendenti segregata in un palazzo di Manhattan; Mario Dondero, uno dei più famosi fotoreporter italiani, testimone di eventi che hanno segnato la storia; Uliano Lucas, che presenta una proiezione sul ‘68 con immagini dal mondo, dal Vietnam alla Cina; Ferdinando Scianna con il film Quelli di Bagheria, simile ai tanti paesini sparsi nell’Italia degli anni ’60 dai quali molti giovani sono scappati per sfuggire ad un destino segnato, ma rischiando di perdere le proprie radici; Jacob Holdt, che negli anni ‘70 ha viaggiato per cinque anni negli Stati Uniti fotografando idiosincrasie e le ingiustizie; Nick Waplington, con una visione disillusa sulla società contemporanea inglese attraverso immagini di grande solitudine e di paesaggi desolati.
Sarah Moon ricostruisce e modifica le antiche favole; Gian Paolo Barbieri, fotografo di moda, ha ripreso con i suoi scatti famosi personaggi dello spettacolo trasformandoli in icone; la mostra ”J’est un autre” presenta una selezione di autoritratti.
Tra le mostre anche i vincitori del Premio Marco Pesaresi e del Premio Portfolio in Piazza, Filippo Romano con il lavoro “Off China” e Luca Fersini con “Frammenti dilatati” ed il vincitore del premio Portfolio Italia Giacomo Brunelli. Infine, la presentazione dei lavori conclusivi di tre anni di workshop “Ipotesi di viaggio” organizzato con l’Università di Bologna e la Facoltà di architettura di Cesena. Un programma di conferenze e di proiezioni notturne offrirà un panorama della fotografia in Europa e in America Latina.
Carlo Gaudio