Il loro è un linguaggio tutto particolare. Fatto di sguardi, di movimenti, di segni ma anche di parole scandite piano piano, sillaba per sillaba. Perché nonostante le loro orecchie abbiano tecnicamente “una riduzione più o meno grave dell’udito”, i loro occhi e la loro bocca funzionano benissimo. Loro sono i non udenti, persone che per un motivo o per un altro, non riescono a percepire il suono o lo percepiscono in maniera molto affievolita. In provincia sono all’incirca duecento anche se nella sezione riminese dell’Ente Nazionale Sordomuti sono iscritti ufficialmente solo in 140 “questo perché – spiega Michele Scirocco, fino allo scorso maggio commissario dell’Ens provinciale – molte famiglie e molte persone vivono la sordità come una vergogna, tendono a nascondere il problema, e questo per noi non è un buon segnale”.
La sordità
Ma che cosa s’intende per sordità? La sordità è la riduzione più o meno grave dell’udito. Secondo la classificazione audiologica del Biap (Bureau International de Audiophologie), si distinguono quattro gradi in relazione all’entità della perdita uditiva espressa in decibel: lieve con soglia tra 20 e 40 decibel; media con soglia tra i 40 e 70 decibel; grave con soglia fra 70 o 90 decibel e profonda con soglia uguale e superiore ai 90 decibel. Le cause che portano alla sordità sono molteplici: dall’ereditarietà della patologia, alla meningite passando attraverso diversi traumi e, non ultima, l’assunzione di antibiotici.
L’Ens riminese
Per tutte queste persone c’è un Ente apposito.
“L’Ens – continua Scirocco – rappresenta e difende gli interessi sociali, morali ed economici dei minorati dell’udito e della parola presso organi, commissioni, comitati dello Stato, delle Regioni, degli Enti locali, e prevede la promozione sociale dei sordi mediante il loro sviluppo intellettuale, culturale e professionale, nonché mediante la loro partecipazione alla vita sociale e produttiva”. Attualmente l’Ens italiano ha oltre 101 sedi provinciali, 21 comitati regionali e numerose rappresentanze locali che funzionano a pieno ritmo nei loro compiti per legge e per statuto, e tutti i suoi organi: consiglio provinciale, collegi dei sindaci, comitato regionale, collegio regionale dei sindaci, delegati al congresso nazionale, sono democraticamente eletti dai soci. Anche Rimini ha naturalmente una sua sede che si trova presso la Casa delle Associazioni, in via IV Novembre e conta 140 iscritti. Attualmente il Comitato provinciale è commissariato, a Michele Scirocco è subentrato Gino Bartolotti, proveniente da Faenza, perché per legge l’Ens dopo un certo periodo di tempo, deve cambiare commissario.
“La speranza – sottolinea proprio Bartolotti – è che a settembre si possa svolgere l’assemblea generale che porti all’elezione di un presidente, ma a quanto pare è più facile tirarsi indietro che farsi avanti”.
Le attività
Nonostante le difficoltà, la sede Ens di Rimini promuove una vasta gamma di attività per i suoi iscritti, come spiega l’infaticabile segretaria, Francesca Bianco.
“Tre mesi fa abbiamo iniziato un corso di teatro perché vogliamo che la gente capisca che una persona sorda può integrarsi benissimo nel mondo degli udenti anche facendo determinate attività. In questo senso, grazie a un rapporto di collaborazione con il Teatro degli Atti, abbiamo un progetto che si svolgerà in due serate distinte. Poi abbiamo organizzato una mostra di disegno di bambini sordi mentre si è allestita una vera e propria scuola di ballo coordinata e diretta dal maestro Arturo Donati”.
Il padre spirituale
Insomma, i non udenti riminesi non si fanno mancare proprio nulla, a dimostrazione che diversamente da quanto pensano in molti, i sordi non hanno un ritardo mentale perché il loro è un deficit sensoriale e non cognitivo. Specificato questo bisogna anche dire che tra le varie attività, se così la si può definire, c’è anche quella dello spirito. Nel vero senso della parola. L’Ens riminese, infatti, ha anche un padre spirituale, un sacerdote che li segue passo passo: don Angelo Rubaconti.
“Ogni mese – spiega il parroco di Misano Monte – nella chiesetta di Sant’Onofrio, celebriamo tutti insieme la Messa, inoltre facciamo una catechesi proprio per le persone non udenti”.
Quanti problemi!
Ma non è tutto oro quello che riluce. Perché di problemi per le persone affette da sordità, ce ne sono molti. E riguardano soprattutto il mondo del lavoro.
“Avremmo bisogno di un maggiore aiuto da parte degli assistenti sociali – sottolinea Scirocco – come Ens di Rimini, in più di una circostanza, abbiamo chiesto una collaborazione più assidua con gli assistenti, speriamo che prima o poi arrivi una risposta importante”.
Per non parlare della sede di via IV Novembre, diventata troppo stretta.
“Ringraziamo sentitamente l’assessore Vitali – riprende Francesca Bianco – perché si è dato molto da fare per trovarci questo spazio ma ora è diventato un po’ stretto. Soprattutto per il corso di Lis (il dizionario della lingua italiana dei segni, ndr) che vorremmo organizzare al più presto. Capite bene che se venissero già solo i nostri iscritti, sarebbe impossibile farlo. E poi servirebbe un locale che possa essere dotato di parcheggio perché vorremmo organizzare delle feste visto che per i nostri iscritti è molto importante socializzare, organizzare momenti in cui possano stare in compagnia. Se ne ho la possibilità vorrei ringraziare dalle pagine de il Ponte la Provincia e il Comune di Rimini per la buona collaborazione che esiste con i Servizi sociali e per il contributo che ci hanno dato per l’ausilio dell’interprete per le persone non udenti”.
Patrizio Placuzzi