NELLO sport, c’è chi perde e c’è chi vince. Lui è uno di quelli che vince. Sempre. O quasi. Perché Roberto Polverelli da Rimini, da quando si è seduto sulla panchina della Nazionale Under 18 Dilettanti ha portato a casa quattro titoli Europei, perdendone un altro, ma solo ai calci di rigore. Quegli stessi rigori che ci hanno regalato sì un Mondiale ma che domenica sera ci hanno anche estromesso dalla corsa al titolo continentale in Austria e Svizzera.
Mister, una bella delusione.
“Direi di sì anche se bisogna ammettere che la Spagna si è espressa un po’ meglio. Ma quando arrivi a giocarti una semifinale dagli undici metri, o peggio ancora un titolo, si sommano tanti fattori: dalla fortuna, al coraggio dei giocatori passando dalla stanchezza. In Germania ci è andata bene, a Vienna male. Questo è il gioco del calcio. Mi dispiace molto per Donandoni e capisco la sua amarezza visto che anche io ho perso un titolo ai rigori”.
Per fortuna che a risollevare il morale Azzurro ci ha pensato lei con la sua U18. A proposito, complimenti per questo quarto titolo.
“Grazie, anche perché vincere non è mai facile. Soprattutto quest’anno abbiamo faticato davvero tanto perché molte nazionali, non avendo la suddivisione tra professionisti e dilettanti, hanno portato i loro migliori giovani. Un esempio: in semifinale abbiamo battuto la Romania che in squadra aveva ragazzi titolari di Steaua e Dinamo Bucarest, squadre abituate a giocare la Champions League, non so se si capisce la differenza…”.
Ma anche nella finalissima non c’è stato molto da scherzare.
“Al contrario visto che dall’altra parte c’era la Slovenia che aveva giocatori che hanno già avuto diverse presenze anche nel nostro campionato di serie A. Nonostante tutto i miei ragazzi sono stati eccezionali e siamo riusciti a portare a casa questo quarto titolo Europeo”.
Che se non sbaglio è arrivato con la quarta squadra diversa.
“No, no non si sbaglia. Ogni anno io e il mio staff dobbiamo reclutare venti, venticinque giocatori nuovi rispetto alla stagione precedente, ecco perché dico che vincere non è mai facile, eppure riusciamo sempre ad arrivare in finale. Questo significa solo una cosa, che a livello internazionale, i giovani italiani sono i più bravi, i più preparati sia sotto l’aspetto fisico sia sotto quello tecnico”.
Scusi, ma come fa a scovare ogni volta nuovi talenti?
“Prima di tutto grazie a uno staff altamente qualificato e successivamente con tanta pazienza. Ogni sabato, ogni domenica io e il mio gruppo ci vediamo decine e decine di partite cercando di scoprire qualche promessa. Un altro aspetto importante è l’aiuto che a volte ci arriva dagli allenatori o dalle stesse società, poi noi valutiamo e facciamo le nostre scelte”.
In questi anni c’è stato un giocatore che più degli altri l’ha impressionata?
“Se devo spendere un nome solo faccio quello di Luca Siligardi dell’Inter. Quest’anno ha giocato in Primavera ma Mancini lo ha chiamato anche per qualche partita con i più grandi. È un attaccante molto bravo, ha fisico, senso del gol e ottima tecnica. Ma se posso cito anche due difensori: Damiano Zugno del Mantova ed Eros Pisano del Pisa. Di questi, ne sono convinto, ne sentiremo parlare”.
Se non andiamo errati, lei ha anche avuto Di Piazza, il bomberino che il Rimini ha acquistato lo scorso anno e che è stato eletto miglior giocatore all’ultimo Viareggio.
“Sì, è un ragazzo dalle grandi prospettive ma ha bisogno ancora di crescere, però è fuori discussione: possiede colpi davvero importanti. Credo sia un acquisto azzeccato. E visto che siamo in argomento, mi permetta di fare i complimenti alla nuova politica del Rimini, puntare sui giovani, se si ha pazienza, è l’arma vincente per un futuro sereno. E mi creda, di giovani italiani bravi, ce ne sono tanti”.
A proposito di Rimini, come mai secondo lei un allenatore vincente come Polverelli non è stato neppure inserito nella rosa dei papabili per la panchina biancorossa?
“Questo non lo so, ma con la società riminese ho un ottimo rapporto. E poi sono contentissimo per Elvio (Selighini, ndr). Quando mi hanno detto che era lui il nuovo mister non sono rimasto sorpreso e soprattutto non sono così scettico come tanti tifosi: Elvio è preparatissimo ma ha un difetto, se così lo si può definire: non ha sponsor alle spalle e non essendo conosciuto, questo per qualcuno basta e avanza per storcere il naso. Spero che dimostri a tutti quanto vale e che faccia da apripista a tanti allenatori delle categorie minori che meritano una chance”.
E Polverelli una chiamata dall’Under 21 Azzurra l’avrà mai?
“Mai dire mai… A parte gli scherzi, non so cosa accadrà, devono anche cambiare le cariche federali e solo dopo si conoscerà un po’ meglio il futuro. Spero che questi quattro titoli e soprattutto il lavoro svolto, siano un biglietto da visita per qualcosa di più importante. Del resto nella vita bisogna sempre migliorare, o no?”.
Francesco barone