Un vecchio proverbio vuole che “chi si loda, s’imbroda”. Ma per una volta, lasciatecelo dire, abbiamo fatto da… Ponte tra due anime che sembravano sorde. Una, quella del Comitato per il parco marino, l’altra quella dell’assessore all’Ambiente del Comune di Rimini, Andrea Zanzini. I primi ad accusare l’assessore di non dare peso alla loro proposta, il secondo a sottolineare che lui, di proposte, ne voleva solo una. Noi li abbiamo accolti, li abbiamo fatti incontrare, seppur per via cartacea, e finalmente il… Ponte è servito. Tanto che il Comitato ha presentato ufficialmente alla città la sua proposta incassando i complimenti di Zanzini.
Il progetto
L’idea è nota. Secondo il Comitato, il parco marino si dovrebbe articolare in un sistema controllato e gestito di aree protette, idealmente collegate fra di loro, che possa comprendere ambienti diversificati, tipo manufatti e scogliere, così da aumentare la bio-diversità e l’interesse della gente.
“Il nostro mare – spiega Amos Cardinali, presidente del Gian Neri – ha mille risorse e non è una corbelleria paragonare i fondali dell’Adriatico a quelli dei Caraibi, solo che questa caratteristica si trova solo in alcune zone ristrette, esattamente in prossimità di scogliere e relitti. Le nostre proposte sono chiare e riguardano il riutilizzo del vivaio sommerso Le Piramidi di Miramare, un’area che potrebbe essere potenziata mediante l’affondamento di tralicci di piattaforme, così da intensificare le strutture presenti. Pensiamo anche al riutilizzo del peschereccio Benvenuto, distante circa 6 miglia dalla costa e posizionato su un fondale di 15 metri. Purtroppo il relitto si presenta già molto insabbiato, per cui sarebbe necessario che l’area venisse potenziata mediante l’affondamento di nuovi manufatti. Altri interventi riguardano il riutilizzo delle piattaforme per l’estrazione del metano di prossima dismissione, potrebbero essere utilizzate come piattaforme sperimentali di avvistamento, di studio, come luogo di visita da parte di studiosi, subacquei ma anche di scolaresche. Piattaforme che potrebbero vivere di vita propria grazie allo sfruttamento dell’energia solare e del vento. Infine pensiamo al posizionamento di manufatti in calcestruzzo tipo piramidi, tecnoreef o altro, alti almeno 6 metri su fondali profondi circa 20 metri”.
Tutto questo, secondo il Comitato, porterebbe grossi benefici al comparto turistico ma anche a quello marino perché darebbe l’opportunità di vita a nuove specie di pesci.
“Senza dimenticare – interviene Samuele Zerbini, consigliere comunale di Rimini ma soprattutto vera anima del Comitato – l’aspetto innovativo che potrebbero avere le piattaforme. Pensate a queste strutture, a come potrebbero essere interessanti se davvero sfruttassero la forza del vento e l’energia del sole. Crediamo che anche dal punto di vista squisitamente scientifico questo parco potrebbe avere un grosso risalto”.
Insomma, il progetto c’è, è sposato da tutte le associazioni, ma soprattutto è unico, proprio come aveva richiesto l’assessore Zanzini. Ora l’unica cosa che manca sono i finanziamenti. E non è una cosa da poco.
“In realtà – continua Zerbini – le risorse per la costituzione del parco marino ci sono già: si tratta di 150mila euro stanziati grazie a un decreto del Presidente della Repubblica. Il problema, però, è un altro: bisogna capire se l’Amministrazione riminese ha la volontà di realizzare quest’opera. A tal proposito, proprio per eliminare qualsiasi tipo di dubbio, tengo a sottolineare che il suo ruolo sarebbe marginale dal punto di vista economico mentre sarebbe fondamentale se diventasse il patrocinatore di tutto il progetto nel suo complesso”.
Un progetto che nel frattempo ha già riscosso l’interesse di molti operatori economici della provincia, in particolare dell’associazione Piccoli alberghi di qualità.
“Il binomio mare-turismo – sottolinea Susanna Zamagna – è una conseguenza logica dello sviluppo della città di Rimini fondata su larga parte sul turismo balneare. Il mare si può dire che sia il nostro pane, come associazione riscontriamo una diffusa debolezza sulla qualità ambientale del territorio. Noi pensiamo che la valorizzazione del mare Adriatico crescerà l’appeal della destinazione, cioè della nostra zona. A questo punto allora ben venga la costituzione di un parco marino. Le nostre strutture, accompagnate dalla valorizzazione della dimensione umana che per noi è fondamentale, ben si sposano con questo progetto che noi consideriamo come un punto di partenza per migliorare la qualità del turismo”.
A dimostrazione che il Comitato sta facendo le cose in grande, è stato fissato un nuovo appuntamento.
“Per il prossimo 4 ottobre – conclude Zerbini – abbiamo organizzato un interessantissimo convegno-seminario proprio sul parco marino subacqueo, con la presenza di ospiti esperti e qualificati. I temi che saranno trattati spaziano dall’archeologia subacquea, agli aspetti giuridici attinenti alla creazione di un parco, le altre esperienze similari che si sono realizzate in Italia, il turismo subacqueo e, infine, si parlerà in modo approfondito del progetto inerente la costituzione del nostro parco”.
Insomma, più di così sarebbe difficile fare.
“Sono proposte molto interessanti – sottolinea Andrea Zanzini – che in parte già conoscevo. Mi congratulo con le associazioni e posso assicurare che faremo tutto il possibile perché si possano realizzare. Una cosa, però, vorrei che fosse chiara: ci sono altre società, altre associazioni che si stanno muovendo per fare una cosa simile, dobbiamo vederci tutti insieme per non disperdere le forze e realizzare un progetto che possa soddisfare tutti”.
Patrizio Placuzzi