E’ un testo breve: appena 117 versetti, 1.250 parole in tutto. Eppure in quei vocaboli così sapientemente intrecciati tra di loro, si condensano le più intense immagini sull’amore elaborate dalle antiche culture mesopotamiche, egizie, ebraiche e greche. Al poema biblico dell’amore, il Cantico dei Cantici, è dedicato un percorso di studio e meditazione, promosso dall’Istituto di Scienze religiose “A. Marvelli” di Rimini, e inserito nell’ambito della rassegna culturale “Festival del Mondo Antico”. Si tratta del terzo appuntamento dedicato alla Bibbia all’interno del festival, ospitato nel Giardino del lapidario romano e nella Sala del giudizio, entrambi nel Museo della Città.
Quattro giorni dedicati al libro che più bello non ce n’è, secondo l’intuizione dello scrittore contemporaneo Robert Musil. Un pianeta poetico, religioso e socio-culturale, che ha prodotto canti, usi, costumi, riti e arte. “Il mondo intero non è degno del giorno in cui il Cantico è stato donato a Israele. Tutti i libri della Bibbia sono santi, ma il Cantico è il più santo di tutti” ha scritto Rabbi Akiba (morto nel 135 d.C.). Dopo l’esordio, affidato agli interventi della prof.ssa Laila Lucci (Il Cantico sullo sfondo delle culture extrabibliche) e del prof. Gian Domenico Cova (Il testo del Cantico: lingua, struttura e luogo canonico), il ciclo prosegue venerdì 13 giugno (ore 16) con l’intervento della prof.ssa Rosanna Virgili (docente di Teologia Biblica, Istituto Teologico Marchigiano di Ancona). Sabato 14 giugno tocca al prof. Massimo Giuliani (docente di Ebraismo, Univ. Trento): “L’Amico dello Sposo. L’interpretazione del Cantico nel pensiero ebraico”. A seguire don Guido Benzi (docente di esegesi biblica presso l’Istituto “Marvelli” e la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna) “Riflessi del Cantico dei Cantici nel Vangelo di Giovanni”. L’ultimo appuntamento è dedicato alla “Celebrazione dell’Amore nuziale. Il Cantico dei Cantici nella Tradizione: mistica e poesia”, relatore il poeta, saggista e docente di Teologia Sacramentale alla Facoltà Teologica di Firenze, Giorgio Mazzanti. “Inno all’amore umano, segno di trascendenza, celebrazione dell’amore nuziale tra JHWH e Israele, canto dell’eros e dell’innamoramento, sciarada allegorica densa di crittogrammi mistici da decifrare, spartito per un rituale liturgico, copione da dramma e altro ancora” secondo la definizione di mons. Gianfranco Ravasi, il poema resta lo splendido enigma in grado di influenzare l’anima ebraica e cristiana. Un “grande testo”, diverso dal genere profetico, affine a quello sapienzale, che solo in parte – nonostante l’interpretazione infinita condotta nei secoli – ha mostrato la sua novità poetica, spirituale e teologica.
Sulle ali di questo canto d’amore umano e divino, prosegue la collaborazione tra Istituto “Marvelli” e Festival del mondo antico, quest’anno giunto alla XII edizione, “manifestazione quasi artigianale che cresce” la definisce il curatore Marcello Di Bella. E a chi critica l’impianto un po’ caotico, con frequenti sovrapposizioni di proposte, l’assessore alla Cultura del Comune di Rimini risponde così. “È nella natura del Festival mettere sul piatto più pietanze per dar modo a tutti di scegliere la più rispondente”. Dalla storia alla filosofia, dal diritto alla politica, il Festival del mondo antico offre circa 170 appuntamenti. Tra i quali anche la simulazione di un processo romano del I sec. “L’odore della morte” che s’avvicina per procedura a quello americano, giocato sulla contrapposizione accusa/difesa e sull’uso della retorica. Sabato 14 giugno (ore 21.30) piazza Cavour diventa tribunale in cui su accadimenti antichi riecheggia il nostro oggi: si indaga su di un presunto omicidio maturato in un clima di violenze legato allo smaltimento dei rifiuti nell’Urbe.
Tommaso Cevoli