Un’interrogazione alla Giunta regionale per “l’astensione dalla messa a dimora nei dintorni delle città delle cupressacee per creare boschi o nel verde cittadino a scopo ornamentale”. Motivo, provocano serie allergie ai cittadini. Chissà se Roberto Piva, consigliere regionale del Partito Democratico, ha letto di recente il Ponte prima di proporre il suo quesito. A quanto pare sembra proprio di sì perché tra i dati cita proprio una ricerca effettuata dal dottor Pasotti, allergologo riminese che abbiamo riportato nel numero dell’11 maggio a pagina 6. “Una ricerca che evidenzia l’enorme ascesa della percentuale delle sensibilizzazioni al cipresso che dall’1.3% del periodo 1980-1995 è giunta fino al 24.5%, con un incremento del 1900%”.
Inoltre “in alcune regioni del sud della Francia, si è già provveduto a rilasciare assieme alla licenza edilizia l’obbligo per il proprietario di non piantare i cipressi, in Italia tale regola non è prevista, d’altra parte il diffondersi e il proliferare di forme allergologiche incide negativamente sulle condizioni di salute della cittadino emiliano romagnolo oltre che sul sistema sanitario regionale”. Quindi, Piva chiede alla Regione “l’astensione dalla messa a dimora nei dintorni delle città delle cupressacee per creare boschi o nel verde cittadino a scopo ornamentale; la potatura delle piante presenti sul territorio, in autunno prima della fioritura; la selezione di cloni erborei poco allergizzanti; l’abbattimento degli alberi malati (che producono fino al triplo dei pollini rispetto alle piante sane), e l’adozione di linee di indirizzo per la gestione del verde pubblico che tengano conto anche delle indicazioni rilevanti dagli effetti che l’impianto di alcune tipologie di piante ha sulla cittadinanza”. (fra.ba.)