L’alleanza con Bologna non sboccerà in questa primavera (“ma anche settembre è un bel periodo per i matrimoni” se la cava con una battuta il presidente Lorenzo Cagnoni), ma Rimini Fiera non ha nessun motivo per intristirsi. I numeri di oggi e le previsioni di domani, infatti, colorano di rosa il futuro del gruppo, nonostante la situazione e le prospettive di fiere e congressi siano tutt’altro che facili.
Da dove arriva tanto ottimismo che fa sembrare dilettante anche un esperto come Tonino Guerra? Debito azzerato entro due anni, fatturato in aumento del 43% e una redditività da qui al 2012 che “ci porterà ad essere la fiera più in salute d’Italia”, sono i tre biglietti da visita che sventola Lorenzo il Magnifico.
Il presidente di Rimini lo ha fatto, più aggressivo che mai, in occasione della presentazione del business plan ovvero il piano d’affari del gruppo per il prossimo lustro. Si parte ed è subito discesa. Le previsioni prevedono un aumento del fatturato del 42.9% pari a 141 milioni di euro nel 2012. A trainare il gruppo c’è – ovviamente – Rimini Fiera con 66.5 milioni, mentre il restante è frutto delle altre società controllate cioè TTG (di cui RF possiede il 96%), Ex media (congressuale, editoria, 95%), Convention bureau (77.8%), Summetrade (ristorazione, 53%), Promospazio, Exico (realizzazione piccoli eventi) e Prime Servizi (pulizie), tutte appartenenti al gruppo per il 51%.
Più ancora del fatturato, però, Cagnoni esibisce con orgoglio le previsioni relative alla redditività (che già oggi pongono RF al primo posto in Italia). Nel 2012 “la redditività di Rimini Fiera salirà a 40 milioni di euro, pari al 34% del fatturato complessivo, quando le altre fiere italiane viaggiano poco sopra il 20%”. Secondo il presidente, questo risultato è frutto di una precisa strategia, cioè la “produzione propria di manifestazione ed eventi, che sono la nostra ricchezza e saranno valorizzati sempre più”. Un esempio? La crescita del portafoglio storico che passerà da 320.320 mt a 373.071 mt nel 2012, con un aumento del 16.5%. E ancora. Il piano prevede di passare da 495mila metri quadrati ai quasi 620mila fra cinque stagioni.
Il debito attuale di 34 milioni, secondo le previsioni sarà azzerato tra due anni e nel 2012 “la Fiera avrà in cassa 40 milioni di euro” aggiunge Cagnoni. C’è però chi storce il naso di fronte ad alcune operazioni immobiliari della Fiera, sulle quali il presidente taglia corto.
“Due le alienazioni previste: 9mila metri quadrati edificabili in via della Vecchia Fiera, e 37mila metri quadri (di cui altri 17mila) in via Emilia, per un valore di mercato di 23 milioni di euro. Di questi 19 andranno per la costruzione del Palacongressi che di milioni ne costa 250. Non mi sembra scandaloso, considerando che Milano si è finanziata al 70% vendendo il vecchio quartiere e Roma lo farà al 50%”.
Il nuovo quartiere fieristico è completato, ma per i prossimi cinque anni sono previsti investimenti per mantenere il quartiere all’avanguardia. Altro fronte è quello delle acquisizioni di altre società. In totale: 20 milioni.
Sul fronte delle novità fieristiche, oltre all’arrivo imminente (tra maggio e giugno) del mobile e degli articoli da regalo per la casa, e del gioiello (Spazio, Cam Preview e OroGiallo), Rimini Fiera prevede di buttarsi sulla nautica a partire dal 2009, in collaborazione con i nuovi soci della darsena. “Si tratta – è vero – di un mercato in espansione, ma anche molto ben presidiato. – riconosce Cagnoni Sull’Adriatico però, oltre a Venezia ed un salone che da Verona si è spostato a Vicenza, non c’è altro”.
La condizione per imbarcarsi in questo settore, però, è di dar vita ad un salone nautico di livello nazionale.
Resta aperta la questione Borsa, che porta con se anche il dialogo con Bologna. “L’approdo in borsa continuiamo a considerarlo importante. Molto dipenderà dall’integrazione o meno con Bologna”.
Il matrimonio non sarà celebrato in giugno come previsto. Bologna ha il rinnovo dei vertici in corso e orientamenti differenti nel CdA, ma la volontà di stringere questa alleanza c’è ed è stata solo rallentata. “Esiste anche uno studio sulle economie di scala: Rimini e Bologna possono risparmiare poco meno di 10 milioni di euro sui costi di gestione”. Intanto le due fiere vanno all’estero a braccetto: per l’acquisizione della fiera di Belgrado, e per progettare insieme il nuovo quartiere fieristico di Bombay, in India.
Paolo Guiducci