Media: i virus, e i programmi per neutralizzarli. Il linguaggio informatico può servire a ragionare non solo di internet e di computer, ma un po’ di tutti i media. I virus che li aggrediscono vengono sinteticamente identificati dal Papa, nel suo messaggio per questa Giornata, in un nome micidiale: protagonismo. Anche i “programmi” antivirus si riassumono secondo Benedetto XVI in un nome solo:infoetica Come la bioetica nella ricerca scientifica, occorre un’etica dell’informazione, perchè quando la comunicazione perde gli ancoraggi etici e sfugge al controllo sociale finisce per non tenere più in conto la centralità e la dignità inviolabile dell’uomo”.
L’infoetica declinata dal Papa si riassume a sua volta in una parola: servizio Porsi a servizio dei destinatari è sinonimo di trasparenza e di onestà, ma anche di immediatezza, di comprensibilità e dunque di fruibilità, per chi riceve il messaggio: perché il “pezzo” non è un esercizio di virtuosismo o un mezzo di autogratificazione. Insomma il “servizio” – giornalistico, radiotelevisivo o informatico – è importante che sia quello che è e deve essere: appunto “servizio”. È proprio banale ripetere che il giornale è per il lettore, come il programma è per l’ascoltatore o lo spettatore, e non viceversa? Ma certo anche il lettore, l’ascoltatore deve imparare a partecipare, farsi sentire, discutere l’impostazione e la correttezza della notizia, scrivendo, telefonando, usando internet e quant’altro.
Nel campo dei media la nostra Diocesi ha fatto e sta facendo un bel cammino: il settimanale il Ponte, Radio Icaro, Bottega Video, Ètg Rimini, Newsrimini.it, una ventina di siti parrocchiali ed altri delle associazioni, molti giornalini parrocchiali, un corso di comunicazione all’Istituto di Scienze Religiose… In questi anni sono cresciuti nei nostri mezzi tanti giovani che oggi spendono la loro professionalità (anche etica) in ambito laico.
Certo c’è tanto da fare. Abbiamo una lunga strada da percorrere, perché l’informazione non sia potere, ma servizio. Siamo ogni giorno chiamati a migliorare in qualità e in quantità della comunicazione. Si deve. Ma grazie alla lunga esperienza acquisita sul campo, si può. Con linguaggio scout viene da augurare: buona strada!
+Francesco Lambiasi, vescovo