Un ritorno ai vecchi stilemi che differenzierà artisti come Nicola Pisano e Arnolfo di Cambio, dai successori del Rinascimento che utilizzarono i modelli classici nostalgicamente piuttosto che con un’idea di legittima continuità e naturale conseguenza.
Sono veri e propri ’exempla’, quelli che verranno messi in mostra dal 20 aprile al 7 settembre a Castel Sismondo a Rimini, nella mostra organizzata dal Meeting di Rimini in collaborazione con i Musei Vaticani.
Due anni di lavoro, un centinaio di opere da tutta Italia a raccontare la magnificenza di un periodo che si fece grande all’ombra dell’impero di Federico II. Protagonisti di questo grande periodo furono Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, Giovanni ed Andrea Pisano.Tutti legati all’imperatore e a Castel del Monte, epicentro della ripresa dei modelli classici nell’arte medioevale.
Percorsi artistici
Nella prima sezione vengono esposte alcune opere che precedono quelle prodotte al tempo di Federico II. Siamo nell’ambito della cultura artistica meridionale e del centro Italia, con opere del periodo normanno e romano. In mostra il Reliquiario di Sant’Elena, della metà del XII secolo. Un reliquario, conservato benissimo, scoperto nel 1960 durante un rilevamento archeologico. Leone Uno splendido leone del III secolo romano che venne riadattato all’epoca di Federico II come elemento di un trono imperiale. Due Leoni di Villa Borghese conservati nei giardini della villa e restaurati per la mostra e realizzati in una bottega romana attiva nel Duecento.
Nella seconda sezione della mostra si potranno trovare gli oggetti preziosi, le gemme e i cammei che Federico II predilisse prima di arrivare alla grande arte monumentale. Come il Cammeo con Ercole che strozza il leone conservato a Napoli presso il Museo Archeologico Nazionale che per la prima volta verrà messo a confronto con un rilievo romano dello stesso soggetto, restaurato per l’occasione e conservato ai Musei Capitolini. Tre sculture della Porta di Capuail complesso che risale agli anni 1234-39. Una porta ornata di varie statue. Le tre sculture sono: il la Testa di Zeus o Silvano Diana, scultura romana del II secolo
Nella terza sezione vengono esposte, tra le altre cose, le opere che legano Federico II alla Puglia e a Castel del Monte. Appartiene a questa famiglia il Capitello dal Museo della Cattedrale di Troja, uno straordinario capitello che raffigura quattro teste ad alto rilievo, una delle quali di un moro.
La quarta sezione è dedicata a Nicola Pisano, e a tutta la sua grande opera e influenza che partirà proprio da Castel del Monte. Per l’occasione Il Battistero di Pisa, ha prestato a Exempla la Testa virile, una fra le sculture monumentali più belle del gotico italiano. Per non parlare della Colonna con tre accoliti attribuita ad Arnolfo di Cambio. Attualmente a firenze al Museo del Bargello, la colonna è uno dei sostegni angolari dell’Arca di San Domenico a Bologna, iniziata ed eseguita da Nicola Pisano.
La quinta sezione è dedicata ad Arnolfo di Cambio, che sarà in mostra con sette opere tra le quali segnaliamo la Donna con brocca una scultura, eccezionalmente drammatica nella sua torsione che faceva parte di una fontana perugina costruita nel 1231 e smembrata all’inizio del Trecento per scarsità di acqua. Lastra con una teoria funeraria sita nel chiostro della Basilica di San Giovanni Laterano a Roma. L’elemento maggiore (oltre 2 metri di lunghezza) del monumento funebre del Cardinale. Vi è infine il Volto di Cristo con l’animula della Vergine, attribuita ad un aiuto di Arnolfo, raffigura il volto severo di Cristo che accoglie l’anima della Madonna in cielo dopo il trapasso.
La sesta sezione è dedicata a Giovanni Pisano, con sei importanti opere, come la Danzatrice conservata al Museo dell’Opera e proveniente dal Battistero di Pisa. Gli amanti dell’arte la considerano la scultura più affascinante che ci abbia lasciato il duecento. Oggi è priva della testa e di qualunque attributo utile a identificarla; il suo nome arriva dal violento ondeggiare della veste, come se fosse mossa in un passo di flamenco.
In mostra anche la Testa di Melchisedec una bellissima testa di un uomo con barba che era stata scolpita in origine per il secondo livello della Fontana Maggiore di Perugia.
La settima sezione, infine è dedicata ad Andrea Pisano. Entrati ormai nell’epoca di Giotto, Andrea porta avanti quanto più di intellettualmente classico ci si potesse aspettare. In mostra, L’invenzione della scultura. Dal Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, parte del gruppo di 21 formelle a basso rilievo che ornavano il primo ordine del Campanile di Giotto, e la Madonna col Bambino che conserva ancora nella chioma della Vergine e del Bambino, tracce di doratura e nel risvolto del manto tracce di blu lapislazzuli.
Angela De Rubeis