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Meno incidenti stradali, ma aumentano le vittime

Nel 2007 sulle strade della provincia riminese si sono avuti meno incidenti rispetto a dodici mesi prima (2.411 contro i 2.584) ma sono aumentati i morti (39 contro i 28). La Statale 16 mantiene sempre la maglia nera di arteria più pericolosa mentre i giovani sono sempre più spesso coinvolti nei sinistri. Ma il dato che deve far riflettere è un altro: lo scorso anno sono aumentati a dismisura i pirati della strada. Ossia quegli automobilisti che provocano un incidente e poi scappano. Tutto scritto nel report sull’Incidentalità stradale 2007 realizzato dall’ufficio statistica della Provincia di Rimini diretto dalla dottoressa Salvi.

Gli incidenti
per Comune
Partiamo dai dati riferiti ai sinistri rilevati lo scorso anno e suddivisi per comune. Come detto in totale sono stati 2.411 e hanno provocato 39 vittime e ben 3.260 feriti. Il tutto per un indice di mortalità (dato dal rapporto tra il numero dei morti e il numero degli incidenti per 100) dell’1.6 e un indice di lesività (rapporto tra numero dei feriti e numero degli incidenti per 100) di 132.5. Dando un’occhiata più approfondita, il comune con più sinistri è stato quello di Rimini: 1.598 incidenti che hanno provocato 23 vittime e 2.119 feriti. Alle sue spalle Riccione con 281 scontri (un morto e 386 feriti) mentre sul gradino più basso di questo non invidiabile podio spicca Santarcangelo con 102 incidenti (2 morti e 134 feriti). Da segnalare anche i cinque mortali che si sono registrati a Cattolica su 95 sinistri totali. L’indice di mortalità più alto lo ha, invece, il comune di San Clemente, un 10.5 risultato dei due morti che si sono avuti in 19 incidenti. Fanalino di coda della classifica, Gemmano dove è stato rilevato un solo sinistro.

Strade
pericolose
Secondo il report le strade extra-urbane sono quelle che hanno mietuto più vittime, 21 in 521 incidenti mentre su quelle urbane le vittime sono state 18 (1.890 i sinistri). Tra le arterie più pericolose, la Statale 16 o Adriatica che dir si voglia dove si è concentrato il 44.2% degli incidenti extra urbani: 313 scontri che hanno provocato 11 morti e 493 feriti. Alle sue spalle la Marecchiese con 85 incidenti (un morto e 111 feriti), al terzo posto la via Emilia con 55 sinistri (due morti e 68 feriti).

Natura dell’incidente
Altro segmento importante è la natura dell’incidente, ebbene nel 39.8% dei casi si tratta del classico scontro frontale-laterale; seguono i tamponamenti (14.9%); gli scontri laterali (14.2%); i frontali (7.9%) e l’urto contro un ostacolo (6.6%). Da rilevare anche il 5.2% di incidenti causati da fuoriuscita dalla sede stradale.

Mesi, giorni e orari
Per quanto riguarda mesi, giorni e orari in cui si verificano gli incidenti, è naturale che i mesi più caldi siano quelli estivi: comanda luglio con 335 sinistri (56 solo il sabato), poi agosto con 297 (53 durante i giovedì) e giugno con 271 (anche qui il sabato la fa da padrona con 55). Ma se prendiamo i dati a livello annuale, il giorno in cui si sono verificati più sinistri è stato il mercoledì (36) nella fascia oraria che va dalle 18 alle 19.
Scontato dire che l’automobile è il mezzo più coinvolto (58.4%) mentre tra le cause principali c’è l’alta velocità e la guida distratta.
“Purtroppo la prima cosa che balza agli occhi dopo la lettura di questi dati è il rilevante incremento del numero degli incidenti mortali – commenta l’assessore alla Mobilità, Alberto Rossini – è un dato triste e preoccupante. Certo dovuto anche alla fatalità, ma non c’è dubbio che è necessario fare di più: sia in termini di sicurezza delle strade sia in termini di prevenzione e controllo, in gran parte attraverso la presenza delle forze dell’ordine. Credo che un ruolo importante lo debba avere una più corretta educazione stradale che punti prima di tutto al rispetto degli altri. Servono comportamenti più corretti, rivolti a migliorare il senso di responsabilità di tutti gli utenti della strada. Ricordo a questo proposito che dal 2000 tutti i paesi dell’Unione Europea hanno assunto, nell’ambito del programma Vision Zero, l’ impegno di dimezzare il numero degli incidenti”.
Qualcosa però è stata fatta e altre si possono fare, soprattutto con le scuole.
“L’adozione della patente a punti ha prodotto alcuni effetti positivi. La sicurezza passiva sulle auto è decisamente aumentata. Si presta sempre più attenzione, inoltre, alle tecniche di costruzione e di manutenzione delle infrastrutture, per prevenire i rischi e ridurre i tassi di incidentalità. Molto si può fare in collaborazione con le scuole medie superiori (con i corsi per il patentino) e con le scuole guida (vedi i seminari svolti in inverno). I dati ci dicono che in generale gli incidenti sono in diminuzione e così i feriti coinvolti. È aumentato il tasso di incidentalità sulle strade extra urbane e un dato negativo riguarda la Ss16. È diminuito invece sulle strade urbane. La fascia dei giovani rimane ancora particolarmente esposta. Tra sabato e domenica si verificano gli incidenti più gravi e quindi i due dati, in qualche modo, risultano in relazione tra loro. I mesi estivi, come ovvio, sono quelli con il numero più alto di incidenti, ma non sempre il dato è associato agli incidenti più gravi. In generale si ricava la sensazione che spesso non si ha neppure la percezione che il proprio stile di guida o la propria condizione sia la causa dell’incidente. Per questo è doveroso insistere per una cultura della sicurezza che in Europa è ormai uno standard mentre da noi fatica ad affermarsi in maniera completa. Va detto, però, che molto incidono le infrastrutture, ossia le condizioni delle strade, lo dimostra il fatto che lì dove si è intervenuti si registrano risultati positivi. Dove non lo si è fatto, vedi l’Adriatica, gli incidenti anche i più gravi e drammatici sono in aumento”.

Francesco Barone