Alla fine il risultato è arrivato, nonostante quella partita fosse stata rimandata da oltre un anno e al triplice fischio finale si sprecavano le facce lunghe. Dopo il “sì” raccolto dalla Regione Emilia-Romagna, il Comitato per una alta Valmarecchia emiliano-romagnola incassa il “no” delle Marche, prima della Commissione Affari Costituzionali, poi del Consiglio regionale. Un risultato per certi aspetti scontato. “Alcuni voti non sono stati in linea con le dichiarazioni in aula – fa notare Walter Bevitori – ma era difficile pretendere di più. Sono state accettate le nostre motivazioni, abbiamo portato a casa il parere, ora si ricomincia”.
In “campo” sono entrati in un centinaio circa, ordinati e indossando la divisa sociale “84% sì per una altavalmarecchia in Emilia-Romagna” (scritte rosse e nero su sfondo bianco). All’uscita, dopo la votazione, qualcuno ha invece “copiato” l’ Ibraimovich refrattario alla sostituzione e sono volati urlacci nei confronti della giunta, tra cui “buffoni”, immediatamente ripresi dal Tg3 Marche. “Per oltre due ore, ci siamo comportati civilmente, – assicura Settimio Bernardi, portavoce del Comitato –poi si è alzata qualche voce di dissenso. Certo, abbiamo ascoltato certe dichiarazioni così assurde…”
Dalla vallata erano scesi ad Ancona in auto e in pulman per assistere al Consiglio Regionale che al primo punto dell’ordine del giorno aveva proprio la richiesta dei sette comuni di trasferirsi in Emilia-Romagna. Il Comitato (che ha occupato tutti i posti disponibili al pubblico) aveva preparato un documento da far avere ai 40 consiglieri, ma ne era stata impedita la circolazione; ci ha pensato Roberto Giannotti (FI) a farlo entrare in consiglio. Il governatore Spacca da parte sua ha ribadito “la valenza salvifica dei protocolli d’intesa, destinati a recuperare la qualità dei servizi locali”. Un refrain già sentito da queste parti.
Voto scontato (22 no contro 14 sì), delusione annunciata? “Con grave ritardo finalmente è arrivato l’atteso responso. – dice Stefano Paolucci, sindaco di Pennabilli, che ha seguito la seduta da casa grazie alla webcam – La modalità è imbarazzante: in 3 pagine sono ribadite le ragioni delle nostre richieste, in 3 righe le opportunità del no. La battaglia proseguirà”.
Tutti gli amministratori hanno disertato Ancona.
“Abbiamo svolto il nostro ruolo istituzionale fino in fondo. – precisa il presidente della Comunità Montana, Gabriele Berardi -Ad Ancona la nostra presenza non era davvero auspicabile”.
Il Comitato per il sì ora attende il risultato elettorale prima di far ripartire la macchina. “Stileremo una bozza di proposta di legge da proporre a persone di entrambi gli schieramenti perché venga presentata in Parlamento e calendarizzata” assicura Settimio Bernardi.
Paolo Guiducci