“Perchè crocevia di persone e di popoli diversi – diceva Chiara stessa nel suo intervento in occasione del conferimento della Cittadinanza Onoraria da parte della Municipalità di Rimini il 23 settembre 1997 – questa città è, per la sua innata laboriosità e generosità, sensibile ai valori umanamente sani, come la fratellanza universale, obiettivo che anche noi perseguiamo con tutto il nostro essere”.
Vincoli remoti e profondi uniscono Chiara Lubich alla nostra terra. Vincoli che coinvolgono “tutto il nostro essere”. Mi sarebbe piaciuto poter intervistare Chiara per ritrovare quei nodi che raccolgono in unità e somiglianza i fili della sua e della nostra storia.
Ma forse le emozioni suscitate dalla sua scomparsa nella nostra Città, colte nelle manifestazioni ufficiali e negli scambi personali, possono dire quali legami uniscono il cuore di Chiara con il cuore di tanti Riminesi: del Territorio e della città.
Sempre attenta e diligente nei suoi studi, a Chiara adolescente non era sfuggita la presenza di Rimini, misteriosa e vivace, nella letteratura, nell’arte e nella filosofia. Ma il vero incontro con la ricchezza umana e spirituale di Rimini per Chiara avvenne quando conobbe quel campione di semplicità, intelligenza e umanità che era Piero Pasolini. Bambino e adolescente a Borghi, giovane a Rimini, poi cittadino del mondo: specialmente in Africa, ove ora è indicato come esempio di dialogo fra la nostra e la cultura africana e modello di uomo realizzatosi nell’Ideale trasmesso da Chiara.
La presenza di Chiara a Rimini prima discreta, nel messaggio per il convegno dedicato a Piero nel suo paese di Borghi (1991); poi per il convegno del 1992, celebratosi al Teatro Novelli, su “Piero Pasolini e la cultura dell’unità” ed infine con la presenza in video al Congresso Internazionale: “La persona anziana come risorsa”, organizzato dal movimento Umanità Nuova con la partecipazione dell’ONU, nella grande sale della “Convention Bureau” dal 18 al 20 aprile 1997, è divenuta via, via più evidente fino al 1997; ma ormai la sua presenza era già entrata nel cuore di molti, come parallelamente si era radicato in tanti il suo Ideale di totale adesione a Dio e alla verità e di incondizionata accoglienza dell’altro come via di dialogo e realizzazione della fratellanza universale.
23 Settembre 1997: data certamente significativa nella storia di Rimini per la Cittadinanza Onoraria conferita dalla sua Municipalità a Chiara, per la lungimiranza del Sindaco Giuseppe Chicchi.
Per Chiara, nella sua modestia, è giunta a sorpresa, e si è ripetutamente chiesta “ma perché proprio Rimini?”; ma il fatto non era sorpresa per Sergio Zavoli che vi ha intravisto un gesto “che riconcilia Rimini con la sua più riposta e gelosa interiorità”.
Non altri poteva indicare le motivazioni del conferimento della Cittadinanza Onoraria, se non Sergio Zavoli: la più illustre penna del giornalismo italiano ed espressione tipica della profondità ed eleganza dell’animo riminese, e parola viva della sua laicità.
“Rimini crocevia di persone e di popoli diversi”, è riconosciuto da Chiara come elemento di somiglianza con il proprio movimento: Sergio Zavoli ne recepisce l’indicazione e colloca Chiara con la nostra città nel cuore“di quel famoso “spirito di Assisi”, in base al quale può dirsi che da nessuna cattedra e pulpito, da nessuna panca e stuoino, una preghiera – se autentica – può pretendere di salire più in alto di tutte le altre”.
Chiara ha voluto evidenziare tante qualità positive di Rimini: “Pur essendo un centro di turismo europeo – notava nel medesimo discorso di accettazione – mantiene però la caratteristica della famigliarità, delle semplicità dei rapporti… tutti atteggiamenti tipici anche del nostro movimento”. Rimini dunque deve non alla ricettività turistica, la presenza di tante manifestazioni, anche internazionali, di alto livello, ma alla sua “caratteristica della famigliarità, della semplicità dei rapporti e dell’accoglienza”.
Nella convocazione del Rinnovamento nello Spirito del 1998 giunse quale gioiosa sorpresa il collegamento, in diretta dal Brasile, di Chiara con gli oltre 25.000 intervenuti. Ormai ella era di casa con la Città che li ospitava e con il movimento ecclesiale che avvertiva unito a sé con vincoli di autentica fraternità.
Poi la svolta del 2000: un grande evento spirituale con fortissime implicazioni per la vita civile viene organizzato tra aprile e maggio alla Fiera di Rimini. Si celebra il raduno mondiale del rinnovamento carismatico cattolico: Chiara Lubich nella sua passione per l’unità non poteva mancare per portare il proprio spirito tra tutti i partecipanti.
È presente anche il Sindaco Alberto Ravaioli; nel suo ispirato desiderio di dare continuità amministrativa alla Città invita Chiara, ed ella accetta.
Il 22 giugno 2002 viene organizzato un grande convegno internazionale su: “Fraternità e pace per l’unità dei popoli”con la partecipazione di 5000 persone.
Rimini diviene così custode del messaggio più caro al cuore di Chiara e viene riconosciuta non solo destinataria ma anche portavoce dell’ideale che dovrà dare il maggior contributo alla salvezza del mondo. “La fraternità come categoria della politica -afferma Chiara –è la risposta più innovativa alle tensioni e ai conflitti nel mondo, come nei singoli stati e all’interno delle amministrazioni locali. Ci vuole dialogo anche tra maggioranza e opposizione”.
Il Movimento a Rimini.
Rimini non è solo un comune, ma anche per la sinergia con la Diocesi, un grande territorio. Da questo, precisamente da Borghi è stato offerto alla storia un uomo: Piero Pasolini. A metà degli anni ’50 appena inserito negli impegni professionali e nelle responsabilità di una Italia ancora semidistrutta, egli conosce l’Ideale di Chiara e generosamente subito lo farà conoscere agli amici riminesi, con i quali condivideva le speranze giovanili. La famiglia di Bruno Maggiori sarà la prima, ma ben presto, tanti, tanti altri ne verranno“contagiati”. Ma “l’Ideale dell’Unità” ha questa caratteristica: coinvolgere tanti, anzi tutti nello stesso afflato dello spirito.
E, nell’unità fioriscono iniziative e incontri: “Parola di Vita”, Mariapoli, contatti con persone di ogni genere, diffusione della rivista “Città Nuova” e di tutta la stampa periodica e in libri che rendono l’ideale più prossimo ad ogni coscienza: questo è Chiara a Rimini.
Giancarlo Moretti