Altro che erba del vicino sempre più verde. Sta diventando una specie di boom, questa passione dei riminesi per le bellezze naturali del luogo, e dopo i funghi ci imbattiamo nel vastissimo e variegato campo delle erbe: aromatiche, da cucina, per uso erboristico… Un esperto come Ennio Lazzarini la sa lunga e ha affidato le sue conoscenze a molti libri. Preziosa è anche la supervisione dell’Associazione cittadina per eccellenza, i Radecc di Rimini, fotografia precisa di una passione nata secoli fa ma racchiusa e organizzata solo a partire dal 1990.
Ce ne parla e ci aiuta a scoprire il tutto Bruno Darderi, referente e tesoriere di un’associazione che vanta più di 500 soci e che fa dell’informazione, della puntualità e della coralità i suoi punti di forza. “Lo scopo dei Radecc (radicchio in dialetto romagnolo, ndr) è portare avanti la tradizione di chi ha vissuto e conosciuto il mondo delle erbe nel suo insieme, per scoprirne bellezza, bontà e anche per prevenire ed evitare che senza conoscenza ci si imbatta in alcune specie velenose”.L’informazione scientifica è alla base di tutto, tanto è vero che l’associazione si avvale di un farmacista che segue i lavori con cura e nelle conferenze da consigli sul come riconoscere le varie tipologie di piante.
“Si chiama Adriano Mattoni, e ha dedicato parte della sua vita alla passione per le erbe, prendendo anche la laurea perché senza titolo non ci sarebbe la possibilità di presentare alcuni progetti in Provincia o di collaborare, come facciamo noi, con il servizio Agricoltura della Provincia di Rimini. Non solo, il dottor Mattoni ha scritto pure diversi libri sull’argomento, l’ultimo dei quali, di prossima uscita, si chiama Le erbe dei pigrie tratta delle specie che si possono raccogliere sui cigli delle strade”.
I Radecc non si limitano a seminari, corsi di aggiornamento e pubblicazioni, ma propongono ai propri soci (costo annuale 16 euro, comprensivo di tutte le spese di escursione) gite fuori porta con raccolta di erbe al seguito degli 11 membri del direttivo e, ovviamente, del dottor Mattoni.
“Tra marzo a aprile, oltre alle conferenze, proponiamo due uscite in loco: sono escursioni didattiche, di solito nelle fattorie e negli agriturismi locali perché li è più semplice l’attività di raccolta e si può unire l’utile al dilettevole. Non solo raccolta, però: facciamo vedere ai soci come si puliscono le piante, come si esegue una raccolta differenziata, come si differenzia una specie commestibile da una velenosa o potenzialmente nociva. L’uscita principale di questa stagione sarà a Brisghella, in una tenuta di piante aromatiche, con la possibilità anche di fermarsi a pranzo. A maggio e giugno, poi, proponiamo un’altra uscita a Monte Catria2
Ma quali sono le erbe più comuni, quelle buone da mangiare?
“Le più famose sono lo scarpigno, le aspraggini, la rosola, il tarassaco, il fiorone, la calendula, la borraggine. Il fiorone e la calendula, ad esempio, sono erbe ottime per insaporire l’insalata, e noi consigliamo di guarnire sempre l’insalata con queste piante mangerecce quando sono in fiore”.
Ovviamente ci sono anche diverse specie velenose…
“Certamente, e come per i funghi non ci si può fidare di un libro o di una foto, perché spesso c’è il pericolo di confondersi. Le più comuni, presenti in loco, sono il gittaione, l’adonide, l’erba triloba, la cicuta, l’ebbio, la lattuga velenosa, il digitale. Ecco, quest’ultima (nome scientifico digitalis micrantha, ndr) assomiglia ad un primula ma è essenzialmente letale: è usata anche in campo farmaceutico per chi soffre di disturbi cardiaci, ma guai a mangiarla. Quelle meno pericolose provocano diarrea, disturbi gastrointestinali, nausee. Ma lo ripeto: è sempre doveroso informarsi prima di avventurarsi in raccolte solitarie”.Dalla raccolta, ovviamente, si passa alla cucina. Lo scopo finale “Sì, e noi insegniamo ai nostri soci come cucinare i diversi tipi di erbe, perché ad esempio alcune vanno lasciate in cottura più a lungo, condite con più o meno sale, versate nel tegame separatamente dalle altre erbe cotte”Insomma, se siete amanti delle erbe, se questo mondo vi ha sempre affascinato, non rimane altro che fare un salto all’associazione, fare qualche lezione e poi… buon cassone a tutti!
Matteo Peppucci