A Rimini il difensore civico è considerato l’avvocato di tutti, per qualsiasi controversia. A grandi linee è questo il pensiero di Renato Ferraro, difensore di Rimini e fiero di accogliere e cercare di risolvere tutte le richieste, anche quelle che non gli competono, licenziandole con un buon consiglio o con un buon contatto cui rivolgersi.
Il compito del difensore civico è quello di ascoltare le lamentele dei cittadini rispetto all’operato della Pubblica Amministrazione e di fare da tramite tra le due parti. In poche parole, qualora il cittadino ritenesse di avere subito un torto, un’ingiustizia o un cattivo servizio dalla Pubblica Amministrazione, potrà rivolgersi al dottor Ferraro, che poi interpellerà per conto del cittadino i presunti in torto.
Chi si rivolge al Difensore Civico?
“In genere sono persone prive di mezzi. Io li vedo quando arrivano nel mio ufficio, spesso sono nullatenenti. Ma ci sono anche molte persone anziane che in genere si rivolgono a me per i disservizi percepiti”.
Quanti casi ha trattato nel 2007?
“In generale posso dire di avere accolto 344 casi, ma questo numero non è reale del fenomeno. Ci sono, infatti, tutta una serie di contatti per lo più telefonici, di persone che mi hanno sottoposto casi che per vario modo non mi competevano”.
Quali i casi più trattati?
“Tra i casi più frequenti, ho registrato una mole cospicua di interpellanze legate ad Hera e in particolare riguardanti fatturazioni basate su misurazioni delle superfici diverse da quelle denunciate dai privati. Praticamente Hera dichiarava metrature diverse da quelle ufficiali senza nessun contraddittorio, anzi attivando una retroattività delle tariffe, nonostante fosse trascorso molto tempo. I cittadini sono rimasti disorientati, in primis perché non hanno capito in che modo, quelli di Hera, hanno misurato per avere metrature diverse dalle ufficiali e in secondo luogo perché l’operato è avvenuto a senso unico, senza che gli interessati potessero intervenire in alcun modo. Ho sollevato la questione, ancora attendo risposta. Un problema anch’esso sollevato più di una volta è quello relativo ai rumori molesti, soprattutto nel centro storico e a carico di esercizi pubblici. Per il superamento della normale soglia di sopportabilità. In questo caso la questione è legata alle autorizzazioni di deroghe rilasciate dal Comune. Anche in questo caso ho sollevato una questione rifacendomi ad una Legge Regionale che permetterebbe le deroghe solo per alcuni giorni, mentre in casa nostra le deroghe possono superare mesi. Altra lamentela frequente è quella relativa all’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale. In questo caso molte persone vivono l’assegnazione con disagio, sentendosi nella maggior parte dei casi, vittime di un sistema. Poi seguono varie lamentele legate alle zone a traffico limitato del centro storico e altro ancora”.
Qual è la regola d’oro del suo lavoro?
“Il criterio guida è sicuramente quello del contemperamento degli interessi. Questo vuol dire che da una parte i cittadini devono capire che non sempre la Pubblica Amministrazione opera in modo scorretto nei loro confronti e dall’altra parte la Pubblica Amministrazione non deve sempre rivestire presunzione di legalità. E poi esiste la regola dell’applicazione spirituale della legge. La Legge è tale perché ha delle regole fisse, ma ciò non toglie che la sua applicabilità possa passare attraverso delle concessioni tagliate sui singoli casi e sulle singole persone”.
Cosa deve evitare la Pubblica Amministrazione?
“La burocrazia. Quest’anno mi sono capitati due casi legati a questa piaga. Una coppia, 92 anni lei, 94 lui, ha cambiato domicilio per problemi di salute, pur mantenendo la residenza in un altro luogo, più lontano dal centro. La coppia chiedeva lo stallo per due invalidi, ma la legge dice che lo stallo si deve avere nel luogo di residenza e non di domicilio. Bene anche se i due rinunciavano deliberatamente allo stallo precedente. Questo sarebbe un chiaro caso di applicazione spirituale della legge”.
C’è qualche caso particolare che le è passato tra le mani?
“Quest’anno una signora è venuta da me, chiedendomi di abolire la messa al cimitero il 2 di novembre. Poi mi è capitato un signore che in zona Grotta Rossa è passato con la bicicletta sotto un segnale verticale particolarmente basso, ferendosi alla testa. In quel caso sono riuscito a intervenire perché è regola che i segnali stiano almeno a 2 metri e 50 centimetri da terra, e quello in particolare era irregolare”.
Angela De Rubeis