Badanti a ore “per dare a queste donne più diritti e per toglierle dal mercato nero”; strumenti per eliminare i furbetti dei nonni “stiamo pensando a una sorta di ipoteca sulla casa che ricada poi sui figli”; nuove strutture in arrivo “14 alloggi quasi pronti all’ex convento dei Servi più 80 posti nella casa delle Grazie”.
La popolazione anziana preoccupa Palazzo Garampi. E non poco. Del resto i numeri parlano chiaro. A tutt’oggi, all’interno dei confini comunali, gli over 65enni sono quasi 30mila.
“Ma quello che ci spaventa di più – conferma Stefano Vitali, assessore ai Servizi pubblici – sono soprattutto gli anziani dei prossimi 15, 20 anni. Persone che non potranno contare più su una rete familiare di cinque o sei figli, ma solo di uno, massimo due. E se queste persone non potessero badare ai propri genitori? Tutto ricadrebbe sul Comune e su altri enti. È per questo che stiamo cercando di fornire servizi che possano far guardare al futuro con meno preoccupazioni”.
Badanti a tempo
Uno di questi è quello delle badanti a tempo che avrebbe molteplici obiettivi. Primo, chiudere gli uffici di collocamento clandestini dell’Arco di Augusto o del Parco Cervi; secondo, dire basta allo sfruttamento di queste donne; terzo, dar loro la possibilità di guadagnare uno stipendio alla luce del sole.
“Adesso una badante in nero percepisce mensilmente dai 750 ai mille euro mensili, più vitto e alloggio. Ma è costretta a stare in casa 24 ore su 24, senza un giorno libero o un momento per respirare. Il nostro obiettivo, invece, è quello di assegnare queste badanti a una o più cooperative che le prenderanno in carico, assumendole e formandole, sempre per conto del Comune. A questo punto saranno gli assistenti sociali (nove in tutto, ndr) ad assegnarle alle famiglie in funzione delle effettive esigenze. Ma non per tutto il giorno, ma per un certo tot di ore e qui sta la novità. Perché le badanti avranno un lavoro regolare, godranno di un giorno libero e avranno altri diritti. Per quanto riguarda i costi, diciamo che si aggireranno sui 18 euro lordi all’ora che saranno dati alle cooperative. A nostra disposizione abbiamo 8 milioni di euro e il nostro intento è di iniziare con almeno 500-600 anziani. Ripeto, è per tutti una grande opportunità, speriamo che la gente lo capisca”.
Furbetti dei nonni
Altro servizio che Palazzo Garampi sta studiando è quello mirato a colpire i furbetti dei nonni. Ossia tutti quei figli o familiari che al momento di spendere soldi per assistere all’anziano non autosufficente, tirano indietro il braccino lasciando il compito alle casse comunali.
“Abbiamo constatato che il 75% dei riminesi è proprietario della casa in cui vive. Un dato che per noi diventa fondamentale perché grazie alla normativa vigente, possiamo aprire un’ipoteca sulla casa, proprio per far fronte alle spese assistenziali, là dove, naturalmente, il figlio o i figli, non vogliano spendere soldi per aiutare il proprio genitore. Questo, però, comporta che se alla morte del proprio caro, i figli vogliono riscattare la casa devono per forza spegnere l’ipoteca e perciò risarcire in qualche modo il Comune. Speriamo così di mettere fine a situazioni imbarazzanti, in diversi casi, infatti, l’ente pubblico ha pagato tutto, e poi i familiari hanno ereditato due o tre appartamenti. Cosa che non è assolutamente giusta”.
Nuove strutture
Detto di badanti e furbetti, c’è poi tutto il discorso legato alle nuove strutture che dovrebbero sorgere a breve. Si parte da quella più imminente all’ex convento dei Servi.
“Sorgeranno 14 appartamenti, metà saranno riservati a coppie, l’altra metà a singoli. Si tratta di persone ancora attive ma che non possono essere lasciate a casa da sole. Questi 14 appartamenti si vanno ad aggiungere ai nove che già sono attivi. Inoltre, nel 2009, speriamo di aprire la nuova struttura che sorgerà vicino al convento delle Grazie, a Covignano. Si tratta dell’ex scuola di cui il Comune ha acquistato i diritti di superficie. Lì verranno messi a disposizione 80 posti, 60 saranno di Rsa (Residenziale Sanitario assistito) gli altri 20 verranno utilizzati come centri diurni”.
Francesco Barone