BASTA sedersi alla poltrona di una società a partecipazione pubblica per dichiarare (solitamente) stipendi d’oro. E queste società spuntano come funghi sotto la ‘spinta’ delle amministrazioni locali. Partiamo dalla Provincia di Rimini: l’ente di Corso d’Augusto contribuisce al finanziamento (e di qualcuna detiene il controllo) di 22 società: prima della lista Aeradria, titolare dell’aeroporto di Rimini, alla quale partecipa con il 34,3%; segue Rimini Congressi srl. di cui possiede un terzo distribuito in parti uguali insieme a Comune di Rimini e Camera di Commercio. Curiosa la partecipazione a Sapir, Porto Intermodale di Ravenna.
Il Comune capoluogo, con le “new entry” Rimini Reservation e Rimini Congressi ha raggiunto invece quota 23, due società in più rispetto allo scorso anno. Le società alle quali Palazzo Garampi partecipa di più sono, nell’ordine, Rimini Teatro (per la ricostruzione del Teatro Galli), sulla quale investe oltre due milioni e mezzo di euro possedendo una quota del 96,1%, Tram Servizi (oltre un milione e 600mila euro, per un 80,4%), ma soprattutto Agenzia Mobilità (per un 79,6% spende più di 9 milioni e 200mila euro.
Riccione conta 16 partecipazioni, dalla PalaRiccione (75,32%) a Geat Spa dove il presidente incassa 45mila euro.
Bellaria partecipa a 12 società tra le quali spiccano come “sue” proprie Verdeblù (20% per un valore di 3.120 euro), Portur 2000, la società che ha in mano la realizzazione della nuova darsena, sulla quale ha investito 60mila euro circa (poco più del 3% del capitale sociale dell’azienda), Promozione Parco della Musica srl. (6.701 euro per una quota che sfiora il 57%) e soprattutto Igea srl. (80mila euro, 80%).
Dodici partecipazioni anche per Santarcangelo con in testa La Marecchia srl., per la gestione della farmacia comunale (80% per 64mila euro) e Teatro Supercinema srl. (la quota è del 67,37% per un valore pari a 168.465 euro. Cattolica secondo il sito non siederebbe ad alcuna partecipata mentre in Valmarecchia Verucchio si ferma a quota sei.
Il valzer delle poltrone
Una ramificazione di partecipazioni che qualcuno potrebbe definire “capitalismo municipale”, che muove anche potere e denaro all’interno dell’esercito di consiglieri di amministrazione e membri del collegio sindacale da nominare e retribuire. Del tema si è già occupato il supplemento mensile de il Ponte, “Tutto Rimini Economia” (n. 2/09/2007) portando alla luce per le 23 società partecipate dal Comune di Rimini capitale sociale, numero dei membri dei cda e dei collegi sindacali e compensi annui. Ne emerge sul mensile TRE un quadro dettagliato – ripreso anche dalla stampa locale – dove se la maggioranza dei cda è sotto i dieci membri, qualcuno resta comunque piuttosto affollato come quello di Banca Popolare Etica (13), Centro Ricerche Marine (13), Romagna Acque – Società delle Fonti (13), Centro Agro-Alimentare Riminese (12), ma soprattutto Rimini Fiera Spa (14) e Hera Spa a quota 18.
Stipendi d’oro
Sempre la multiutility che ha la gestione dei servizi legati all’acqua, all’energia e all’ambiente, è anche la società più generosa con il suo presidente e non solo: al numero uno, Tommaso Tommasi di Vignano, vanno la bellezza di 275mila euro (più un premio fino ad un massimo del 25% dello stipendio); lo stesso va all’amministratore delegato, Giorgio Razzoli, mentre agli altri 16 membri spettano 50mila euro annui cadauno a cui va ad aggiungersi un compenso fino ad un massimo di altri 50mila se il membro in questione copre una carica in un’altra società del gruppo.
Poltrona d’oro anche per Lorenzo Cagnoni, presidente di Rimini Fiera Spa, con 140mila euro annui, seguito dai vice Stefano Venturini e Alfredo Cazzola (mister Motorshow, per intenderci) ai quali vanno 52.200 euro ciascuno più un gettone di 250 euro a seduta. I membri che prendono meno – si fa per dire – si ‘accontentano’ di 7.200 euro più il solito gettone di 250 a seduta.
Tanto per citare altri “Paperone” graziati dalle partecipazioni pubbliche, ad Arianna Bocchini (presidente Romagna Acque) vanno ogni anno 78.718 euro solo per questa carica, tanto quanto l’amministratore delegato, Carlo Pezzi, mentre al vicepresidente Stefano Giannini 48.357 euro; Sergio Amadori (Tram Servizi) si vede garantiti oltre 63mila euro (63.055,50 per l’esattezza) mentre il vicepresidente Agostino Palumbo 17.407,88 euro; Massimo Masini (Aeradria) si assicura un compenso annuo di 56.810,30 euro, il suo vice, Mario Formica, 30mila; Ettore Bontempi (CAAR) 56.196 euro, il numero due Antonio Smurro 23.412; Giorgio Grossi (Ato) 43.898,84, il vicepresidente Giuseppe Savoretti 18.075,99 euro, tutti gli altri sette membri del cda oltre seimila euro.
Legge non sempre uguale per tutti
Qualche curiosità: all’interno del Consorzio Stazione srl, per la riqualificazione della stazione di Rimini (tre amministratori) non è previsto alcun compenso così come Nuova Qua.S.Co., per la “qualificazione della domanda e dell’offerta, nel campo degli appalti pubblici e privati” (un solo membro, Sebastiano Resta), Rimini Congressi srl (tre membri tra i quali il presidente Maurizio Temeroli, anche lui privo di compenso per questa carica), Rimini Teatro spa (anche qui nessun compenso per Manlio Maggioli e gli altri due membri) e il Consorzio Strada dei vini e dei sapori dei colli di Rimini.
Ma ci sono anche società con forti dislivelli. Itinera, ad esempio, consortile impegnata in ricerca, sviluppo e formazione professionale, dove il presidente Giovanna Filippini si assicura quasi 36mila euro annui mentre gli altri neanche un centesimo. All’interno del Centro Ricerche Marine, invece, la legge è uguale per tutti visto che il presidente Attilio Rinaldi prende come tutti gli altri amministratori circa 64 euro e mezzo a seduta. Così come a Banca Popolare Etica, 100 euro a seduta per tutti13 gli amministratori.
Gli specialisti delle poltrone
Qualche nome ricorrente: Maurizio Temeroli, oltre ad essere presidente della partecipata Rimini Congressi e direttore della Camera di Commercio (che ha un terzo della sopracitata società) è consigliere del Consorzio Strada dei vini e dei sapori dei colli di Rimini; Marcello Baldacci è presidente della neonata Rimini Reservation (per la gestione dei servizi di informazione e accoglienza turistica) che gli frutta un compenso annuo di 50mila euro, ma anche vicepresidente di Riminiterme spa dove si assicura altri 30mila euro. Non ricoprirà cariche di vertice ma anche Luciano Liuzzi è consigliere sia di Riminiterme (5mila euro) sia del Centro Agro-Alimentare Riminese (un gettone di 150 euro a seduta).
Alessandra Leardini