Come Assunta Cecere si è inventata un passatempo solidale
“Ogni volta mi commuovo nel vedere cosa può venire fuori dal niente”. Assunta Cecere lavora come imprenditrice nell’azienda di famiglia, si è inventata un passatempo solidale. Nel tempo libero, durante le sue amate lunghe passeggiate in spiaggia “raccoglie cocci” (e @raccolgococci è proprio il nome di uno dei suoi profili su Instagram). “ Ho iniziato con quelli smaltati, poi sono passata a quelli lisci rossi, pezzi di mattoni che il mare ha modellato dando forme belle. Ho iniziato a metterli tutti in un grande barattolo e non sapevo cosa farne”.
Successivamente sono diventati calamite da frigo dipinte a mano che Assunta vende per destinare il ricavato alla ong Avsi, Associazione volontari per il servizio internazionale (altro pezzo in pagina), attiva con i suoi progetti educativi, di cooperazione allo sviluppo e di aiuto umanitario in 42 Paesi in tutto il mondo, anche in Italia, ma soprattutto dove la povertà continua a mordere forte.
L’idea è arrivata un giorno preciso, di cui Assunta ricorda ancora bene la data. “ Era il 9 gennaio 2021”. C’era la pandemia e si era, chi più chi meno, in pieno lockdown. “Ho preso il barattolo con i coccetti, ne ho tirato fuori qualcuno e ho iniziato a dipingerci sopra il ponte di Tiberio, poi ho fatto l’Arco d’Augusto. Vivevamo chiusi nelle nostre abitazioni e mi sono ricordata il verso di Isaia: alza gli occhi intorno e guarda. Mi ha aiutato a rendermi conto di quante cose belle abbiamo a Rimini. Non vi dico lo stupore di mio marito quando a sera è tornato a casa e mi ha vista all’opera.
Prima di allora quasi non avevo mai preso una matita in mano”.
Nasce, forse non proprio dal niente, così la prima serie di calamite, dedicata ai monumenti di Rimini, che comprende anche il teatro Galli, la Fontana della pigna, Porta montanara, il Tempio malatestiano. “ Ho pensato di venderle per raccogliere fondi per Avsi e ho iniziato proponendole ad amici”. Dopo i monumenti Assunta si è dedicata a nuove serie, dedicate al presepe, ai santi, alle bomboniere.
Perché proprio le calamite? “ Prima del covid, viaggiavo molto per lavoro e avevo preso l’abitudine di comprare sempre delle calamite da regalare alle mie amiche quando tornavo. Cercavo di trovare ogni volta qualcosa di particolare”.
Dipingendo a mano su delle ‘tele’ così originali, lavorate una a una dal tempo e dalle onde del mare, certamente ogni calamita è un pezzo unico… “ Certo, e non solo. Dopo la seconda guerra mondiale, per ripartire velocemente e iniziare subito a ricostruire la nostra Rimini, tutte le macerie, tantissime macerie, sono state buttate presto a mare. Ogni volta che raccolgo un coccio nuovo, non riesco a fare a meno di domandarmi cosa possa essere stato in origine”.
Proprio questo recentemente ha conquistato anche il collettivo di artisti The Rimineser. Ai coccetti dipinti di Assunta il progetto che racconta Rimini attraverso l’occhio di creativi ed illustratori romagnoli, ha infatti dedicato la copertina dello scorso settembre. Perché? Il 21 settembre ricorre ogni anno la liberazione e quindi la fine della guerra per Rimini.
Un momento di festa, ma anche la presa di coscienza della distruzione, calcolata in circa l’80 per cento, del patrimonio edilizio e infrastrutturale.
Da qui l’idea di una copertina fotografica di cui protagonisti sono i cocci raccolti e dipinti da Assunta. “ Una visione reale e frammentata su cui sono illustrati in serie alcuni luoghi chiave della città. I cocci fanno parte di qualcosa di distrutto, che non esiste più, eppure tanti cocci riempiono le mani e diventano materiale per costruire qualcosa di nuovo. Un po’ quello che ci insegna a fare Assunta con i suoi piccoli lavori che raccolgono fondi per le onlus”, hanno spiegato i creativi di The Rimineser.
Assunta ha un’azienda al Gros, è laureata in agraria, condivide la passione per la biodinamica con il marito, è mamma di tre figli, nonna. Le piace cantare. “ Mi sono sempre occupata del lavoro e della famiglia. Ora che i figli sono cresciuti canto nel Corone e mi occupo di Avsi”, ci spiega. Il Corone è una realtà riminese che fa del canto corale un mezzo di socialità e soprattutto di solidarietà. Il ricavato dei concerti viene sempre devoluto in beneficenza. “ In occasione dello spettacolo al teatro Galli (a maggio 2023, ndr) ho preparato un ritratto per ogni corista. Li abbiamo esposti tutti all’ingresso, poi ognuno ha preso il suo, lasciando un’offerta per Avsi”.
L’amicizia di Assunta con la ong è di lunga data. “ Ho sempre sostenuto Avsi, attraverso il sostegno a distanza, ma farlo grazie alle calamite mi dà una soddisfazione enorme.
Pensate a come da un sassolino che non vale niente può nascere un’esperienza come questa…”. Tornano in mente le parole del Matto a Gelsomina, in una delle scene più poetiche del film La strada del premio Oscar riminese Federico Fellini. Proprio quella quando il funambolo interpretato da Richard Basehart dice al personaggio reso immortale da Giulietta Masina: « Tu non ci crederai, ma tutto quello che c’è a questo mondo serve a qualcosa. Ecco, prendi quel sasso lì, per esempio ». E lei fa: « Quale? ». E lui, ancora, raccogliendone uno da terra: « Questo… uno qualunque. Ecco, anche questo serve a qualcosa, anche questo sassetto ».