Le sfide social (le challenge) hanno stravolto la nostra concezione di divertimento, nonché qualsiasi limite valoriale? Per rispondere a questa domanda basta osservare le ultime tendenze che spingono gli adolescenti a mettere a rischio la propria salute fisica e mentale. Una di queste nuove folli challenge si chiama sex roulette e consiste nell’avere rapporti sessuali, rigorosamente non protetti, con diversi partner sconosciuti: perde chi rimane incinta. I partecipanti alla challenge, spesso giovanissimi, ricevono sui principali social degli inviti ad iscriversi a chat chiuse, dove si accordano per consumare consensualmente una serie di rapporti senza contraccettivi, spesso ripresi e pubblicati online. La regola più importante? Non iniziare una gravidanza, pena l’esclusione dal gruppo. Esistono varianti di sex roulette ancora più rischiose, in cui all’interno del gruppo è presente un r rego soggetto sieropositivo di cui nessuno conosce l’identità, in modo che anche gli uomini possano perdere se contraggono la malattia. Qualcosa di assolutamente folle.
Le origini della challenge, ispirata alla famosa roulette russa, sono probabilmente da attribuire a un gruppo di giovani milionari annoiati di Belgrado: ciò che è certo è che la sfida si è diffusa a macchia d’olio fino ad arrivare in Italia, dove sta già mietendo le prime vittime, anche minorenni. Il caso più eclatante è quello di una 14enne romana, rimasta incinta dopo aver partecipato alla challenge: ad allarmare ulteriormente è la reazione della giovane, che si è detta non tanto turbata per la gravidanza in sé, che sta portando avanti pur senza conoscere l’identità del padre, quanto per avere perso la sfida ed essere stata esclusa dal gruppo.
Come i giovani abbiano accesso ai gruppi dedicati a questa agghiacciante sfida è ancora incerto: cercando sui principali social la parola chiave “sex roulette”, ad una prima occhiata non compare alcun invito o testimonianza di partecipanti alla challenge. Questo lascia pensare che la diffusione avvenga tramite passaparola, più che attraverso piattaforme digitali, utilizzate soprattutto come mezzo per concordare gli incontri.
Non è un caso isolato
Purtroppo, però, la sex roulette non è l’unica sfida che incoraggia i ragazzi ad avere rapporti sessuali con sconosciuti: una vicenda ben più popolare è quella dei Calippo Tour e Chinotto Tour, dei veri e propri giri d’Italia organizzati da giovani ragazze che ad ogni tappa cercano volontari tra i propri followers per avere rapporti orali, rigorosamente filmati e condivisi su piattaforme a pagamento come Onlyfans. A differenza della sex roulette, i contenuti non espliciti riguardanti questi tour sono facilmente accessibili su applicazioni come TikTok senza alcuna censura: questi video, seppur non incoraggino direttamente altre ragazze a prendere parte alla challenge, possono alimentare un forte desiderio di emulazione, trasformando una sfida rischiosa in una tentazione alla portata di tutti. La sex roulette, dunque, non è di certo la prima delle sfide estreme che vediamo sui social e probabilmente non sarà l’ultima: resta da capire il motivo che spinge i giovani a prendervi costantemente parte, nonostante le devastanti conseguenze fisiche e psicologiche che comportano.
La riflessione
Secondo Chiara (nome di fantasia), 24enne riminese, l’adesione a queste sfide esprime il profondo disagio di una generazione che non è più in grado di tracciare un confine netto tra la vita reale e quella online: “ Non ci sono parole per descrivere quanto accaduto alla giovane 14enne. Sono convinta però che la causa più profonda di questi eventi così sconvolgenti non vada ricercata solo nei social, ma in un insieme più vasto di tendenze e atteggiamenti estremi che i più giovani stanno sviluppando negli ultimi tempi, di cui sottovalutano o non prendono per nulla in considerazione gli effetti, come se vivessero all’interno di un videogioco”.
Si aprono quindi due alternative: i ragazzi sono del tutto all’oscuro delle conseguenze di sfide come queste, oppure le conoscono e decidono intenzionalmente di partecipare? “ Sicuramente la diffusione di challenge di questo tipo denota una scarsa consapevolezza dei rischi dei rapporti sessuali non protetti e deriva anche dall’uso improprio dei social, aspetti che si possono risolvere introducendo una maggiore sensibilizzazione su tali tematiche, sia a casa sia a scuola. – sottolinea Chiara – Ben più preoccupanti sono i casi in cui i giovani agiscono senza curarsi del futuro, in un disperato tentativo di essere visti dai coetanei, dalla famiglia e da una società che spesso e volentieri valorizza l’apparenza e l’estetica rispetto alla personalità. L’adesione ad iniziative così estreme non è altro che un grido d’aiuto, che manifesta il bisogno di affermare la propria identità e sentirsi parte di qualcosa, come nel caso della 14enne romana. Tuttavia, la ricerca di se stessi mettendo in pericolo la propria vita e quella altrui non va interpretata come atto di ribellione, bensì come una rivelazione di insicurezza dilagante che caratterizza ormai un’intera generazione e che necessita di contromisure urgenti”.
Giulia Cucchetti