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Vitiligine, quella difficile compagna di vita

Ancora oggi considerata una condizione “solo” estetica, in realtà è una patologia cronica dal forte impatto su chi ne soffre, soprattutto psicologico. Un’analisi per conoscerla (e conviverci)

È nota a tanti, ma ancora oggi è poco diffusa una vera consapevolezza sulla sua natura. Si tratta della vitiligine, condizione che spesso viene considerata di tipo meramente estetico, ma che invece è una vera e propria patologia cronica, che spesso si accompagna ad altri disturbi, causando grande disagio in chi ne soffre, sia da un punto di vista fisico sia psicologico.

Importante, dunque, una sensibilizzazione sul tema, che in Emilia-Romagna è di attualità proprio in queste settimane: dal 25 al 30 novembre, infatti, si terrà su tutto il territorio la Vitiligine Week, iniziativa (realizzata dalla Società Italiana di Dermatologia-SIDeMaST) che consente di accedere gratuitamente a una serie di appuntamenti con medici specialisti, al fine di comprendere meglio la vitiligine e aggiornarsi sulle possibilità terapeutiche (tutte le informazioni e prenotazioni al numero verde 800.226466). Campagna importante in particolare nella nostra regione, dove sono circa 24.500 le persone con vitiligine, di cui il 17% sotto i 20 anni.

La vitiligine è stata a lungo considerata una condizione estetica – spiega il presidente di SIDeMaST, Giuseppe Argenziano mentre si tratta di una vera e propria malattia cronica autoimmune, spesso associata ad altri disturbi, quali disfunzioni della tiroide, diabete mellito e alopecia areata”, che come detto produce grandi difficoltà in chi ne soffre, soprattutto a livello psicologico. “ La vitiligine costringe chi ne soffre a misurarsi costantemente con la capacità di accettarsi.

Spesso induce insicurezza, chiusura, ansia e depressione. – sottolinea Valeria Corazza, presidente dell’Associazione Pazienti APIAFCO In una recente indagine i pazienti hanno paragonato questa malattia a una gabbia, una pesante zavorra, un enigma incomprensibile”.

Conoscere la vitiligine. L’impegno di Rimini

Grazie alla collaborazione di Ausl Romagna possiamo conoscere in modo più approfondito questa patologia. A offrirne una panoramica è il dottor Andrea Conti (foto piccola), Direttore della StrutturaComplessa di Dermatologia dell’Ospedale di Rimini.

“La vitiligine è una malattia autoimmune associata a fattori genetici e ambientali che colpisce i melanociti, ovvero quelle cellule della pelle deputate alla produzione di melanina che a sua volta determina il colore della pelle stessa. È una malattia caratterizzata dalla presenza di chiazze depigmentate, di colorito biancastro, proprio per la perdita selettiva di melanociti. Le chiazze sono spesso a limiti netti, talvolta confluenti in lesioni estese che interessano numerose sedi del corpo, in particolar modo le aree genitali e il volto. Colpisce indistintamente tutte le etnie e le differenti ‘carnagioni’ chiare o scure. Si stima che la vitiligine possa interessare in Italia dallo 0,2 al 3% della popolazione; può esordire in qualsiasi fascia di età, con una maggior frequenza fra i 20 e i 30 anni, anche se quasi un terzo dei casi compare tra i 10 e i 15 anni di età. Presenta un decorso naturale imprevedibile, caratterizzato frequentemente da una progressione ed estensione delle lesioni, fino ad interessare la gran parte della superficie cutanea. Solo una percentuale ridotta dei pazienti presenta aree di ripigmentazione spontanea che comunque non presenta vantaggi estetici significativi. Le lesioni tendono ad essere più visibili con l’esposizione al sole che induce una pigmentazione della cute sana e anche un rischio significativo di ustioni della cute patologica a causa della mancanza dei melanociti. Dal punto di vista psicologico mostra un impatto fortemente negativo sui pazienti, soprattutto nelle forme più estese e in quelle dove sono presenti localizzazioni in sedi visibili quali il volto o le mani”.

Quali sono le possibili cause di questa patologia?

“Le cause della malattia, come accennato, sono multifattoriali e riconducibili a una alterazione del sistema immunitario che determina la produzione di anticorpi che inducono a loro volta la distruzione dei melanociti e la conseguente assenza di melanina nelle chiazze. Anche i fattori ambientali associati a una predisposizione genetica giocano un ruolo significativo: è infatti nota la presenza di vitiligine in gruppi di parenti stretti”.

Quali sono le possibilità terapeutiche?

“Fino a pochi anni fa non esistevano terapie specifiche approvate per la vitiligine, se non l’utilizzo di cortisonici

topici o altri farmaci cosmetici finalizzati a ridurre l’impatto psicologico estremamente negativo determinato dalla malattia. L’introduzione delle terapie con raggi ultravioletti a banda stretta o la P-UVA terapia hanno determinato una svolta significativa nel trattamento della vitiligine, permettendo anche la ripigmentazione in aree corporee estese o trattamenti mirati nelle sedi di localizzazione della patologia stessa.

Tuttavia è noto che i risultati ottenuti non sono spesso soddisfacenti, in quanto anche una ripigmentazione importante nelle aree affette da vitiligine spesso non è omogenea. Inoltre, la fototerapia presenta alcune problematiche importanti quali la necessità di effettuare due trattamenti ospedalieri settimanali per alcuni mesi, con conseguente impegno di tempo e impossibilità di trattare pazienti che vivono a distanza dalla struttura ospedaliera.

L’ultima novità terapeutica disponibile per la vitiligine con localizzazione al volto e con un interessamento inferiore del 10% della superficie corporea è rappresentata da un nuovo farmaco topico, il ruxolitinib in crema, che ha mostrato risultati molto incoraggianti in termini di efficacia e di tollerabilità”.

Come vengono seguiti i pazienti a Rimini?

“Vengono seguiti presso l’Ambulatorio di Dermatologia Infiammatoria dove sono applicati i protocolli terapeutici più aggiornati. Da anni è attivo il servizio di fototerapia che permette il trattamento sia di aree estese sia di aree localizzate grazie all’utilizzo di lampade con sorgenti a UVB a banda stretta. Al più presto sarà disponibile anche il nuovo trattamento topico con ruxolitinib, prescrivibile secondo le modalità previste dalle norme in vigore”.