Aeroporto internazionale di Rimini e San Marino “Federico Fellini”. Siamo a Miramare. Lo scalo riminese ha chiuso il 2023 con circa 282.000 passeggeri (279mila quelli “commerciali”). Di questi, poco meno di 222.000 sono internazionali e appena 55.000 italiani con le rotte per Cagliari e Palermo. Complessivamente il Fellini lo scorso anno è cresciuto del 31,4% sull’anno precedente ma con numeri inferiori a quelli attesi alla vigilia. Il 2019 resta, al momento, l’anno record della gestione AIRiminum con quasi 400.000 passeggeri.
Nei primi otto mesi del 2024 al “Fellini” è volato però più di un sorriso: si è registrato infatti un aumento di circa +14,3% rispetto allo stesso periodo del 2023. I passeggeri totali sono quasi 230 mila con un tasso di riempimento complessivo da inizio anno pari al 87,2%.
Il traffico estero è circa il 71,5% (primi 5 mercati esteri: Albania con il 20%, Ungheria con circa il 10%, Lituania con il 10%, Austria con l’8% e Regno Unito circa l’8%), mentre il traffico dall’Italia rappresenta circa il 28,5%.
Anche le top destination confermano questi dati: in testa c’è Tirana (insieme a Cagliari, entrambi operativi anche nella stagione invernale, rispettivamente con 42.332 passeggeri e 34.210 passeggeri), seguita da Palermo (30.136 passeggeri), Budapest (23.352) e Kaunas (22.469).
Tanti stranieri, dunque. Che però appena scesi dall’aereo si trovano di fronte a qualche sorpresa, non proprio gradevole. La prima. Il Metromare reca come indicazione di stazione “Aeroporto”.
In realtà, la fermata del Metromare chiamata
“Aeroporto” si trova a circa 900 metri dal “Fellini” e soprattutto per arrivarci occorre oltrepassare la Statale 16 Adriatica. Con un bagaglio a mano, il tentativo non è affatto impossibile, ma se si hanno bambini al seguito e qualche valigia l’attraversata è tutt’altro che agevole.
La seconda sorpresa riguarda i mezzi pubblici. Come confermano i dati, l’aeroporto “vive” soprattutto nei mesi estivi e con un traffico straniero. Uscito dal “Fellini”, sotto il sole estivo riminese il turista va a cercare la fermata dell’autobus, che trova facilmente alla sua destra. Uno straccio di pensilina c’è, ma è piccolo e posizionato in corrispondenza di una porta di ingresso, così l’attesa del n. 9 della Start è vissuta sotto il sole. Speriamo che nessuno prenda sul serio il ritornello della hit dei The Giornalisti (“Sotto il sole / di Riccione / Quasi quasi mi pento”).
Mano all’orologio, inizia l’attesa.
Ma per salire sull’autobus occorre il biglietto. Ovviamente la macchinetta che fornisce i ticket c’è, ed è ben visibile. Però, però… Dopo numerosi tentativi, non recepisce denaro di carta, ma solo monete. Sì, solo monete. Ma non tutti magari hanno a disposizione, appena scesi dall’aereo tante monete… Che fare, dunque?
La tecnologia viene in soccorso del passeggero responsabile. Il biglietto, infatti, si può acquistare sull’autobus di linea. Siamo salvi. Ma non del tutto. L’acquisto in corsa può essere effettuato con carta (bancomat, carta di credito) ma “una carta, un acquisto”. Morale: se al “Fellini” è scesa una famiglia di tre persone, babbo, mamma e figlia di 8 anni che
non dispone di carta, lei non potrà acquistare il biglietto dell’autobus (Potrà farlo un genitore ma alla scadenza del ticket, un’ora più tardi). Diventando “portoghese” non per vocazione ma per casualità.