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Sgretalati

Greta se ne è andata e temo che non tornerà più, nel senso che il movimento per l’emergenza climatica a cui ha dato vita la ragazzina svedese sta esaurendo la sua spinta.

Un po’ perché fisiologicamente tutti i movimenti, dalla musica all’opinione pubblica, hanno il loro ciclo fisiologico. Ma anche perché per ovvie ragioni Greta ragazzina non lo è più e l’effetto di simbolo sfuma. Simbolo per chi l’ha sostenuta scendendo

nelle piazze come avvenuto anche a Rimini, con l’entusiasmo e magari quel tocco di ingenuità che da ragazzi è giusto che ci siano. Ma un simbolo anche per gli oppositori: li ricordate i boomer che li chiamavano gretini e ridevano da soli? Oggi il quadro è in disordine sparso: negazionisti, catastrofisti, opportunisti, nani e ballerine e via dicendo. Ma senza riferimenti precisi. Si pensi al signorino Musk, principale influencer mondiale della destra nonché principale produttore mondiale di auto elettriche. Ma la destra in Italia deve mantenersi diciamo così tiepida verso il mercato dell’auto elettrica per non essere troppo europeista e non si capisce chi sta con chi.

Greta divideva ma almeno creava un dibattito che

oggi non c’è, sommerso tra caos, demagogia e confusione. E intanto di sommersa, dall’ennesimo evento estremo con l’ennesimo inconcludente scaricabarile, purtroppo c’è di nuovo la nostra Romagna.