“Mi trovo spesso a discutere con gli amici negazionisti per ribadire che il cambio climatico è una realtà”. Il riscaldamento terreste è un fattore costante e innegabile per Piergiorgio Cappelli, riminese classe 1940, un passato da amministrativo per la ‘Fabbriche riunite ossigeno’, ha da sempre una fortissima passione per la meteorologia. “Me l’ha trasmessa mio padre Attilio”, racconta. “Faceva il sarto di campagna. È stata la nevicata del 1929 a farlo appassionare al tema. Tanto che i vicini di casa, prima di incamminarsi verso la città gli chiedevano sempre una previsione”.
La passione di Attilio ha completamente travolto Piergiorgio che ormai ininterrottamente dal 1958 misura le precipitazioni a Rimini. “È l’anno in cui ho costruito il mio primo pluviometro manuale. Ora ne ho altri due e le medie che ne vengono fuori coincidono abbastanza”, sottolinea.
E cosa le dicono i dati raccolti in così tanto tempo?
“L’allerta rossa dei giorni scorsi ci stava, eccome! Il 17 settembre sono caduti 90 millimetri di pioggia, il 18 130 millimetri, il 19 40 millimetri, per un totale di 260 millimetri. La perturbazione era prevista già da una settimana”. Numeri per nulla dissimili da quelli raccolti dai pluviometri ufficiali: 223 millimetri (pluviometro Arpae Rimini urbana – Scuola media Panzini), 233 millimetri (pluviometro Rimini Ausa – ponte via Marecchiese su deviatore Ausa), 240,6 millimetri (pluviometro Parco XXV Aprile) e 226 millimetri (pluviometro piazzale Kennedy). E infatti il ciclone Boris della settimana scorsa passerà alla storia per aver portato il nuovo record pioggia su tre giorni consecutivi dal 1958. Lo hanno ribadito fior di meteorologi di professione sulle pagine dei giornali e la prova è anche negli archivi di Cappelli.
“Andando a selezionare le piogge sopra i 100 millimetri in almeno tre giorni, dal 1958, abbiamo: 5-6 settembre 1959 100 millimetri con il torrente Ausa a 5 centimetri dalla tracimazione), il 16 ottobre 1962 103 millimetri, 26-27-28 ottobre 1964 216 millimetri e 411 nell’intero mese, 8-9-10 novembre 1964 108 millimetri con il torrente Ausa che ha straripato e provocato allagamenti fino alla città. In questo caso c’è da ricordare che i terreni erano già saturi dai 411 millimetri del mese precedente”. Nel corso degli anni Sessanta il torrente Ausa fu incanalato e
Ma riprendiamo con le misurazioni delle piogge sopra i 100 millimetri in tre giorni consecutivi di anno in anno fino ai nostri giorni. “9-10-11 luglio 1969 130 millimetri, 25-26-27 settembre 1973 115 millimetri, 17-18-19 agosto 1976 164 millimetri, 10-11 novembre 1979 105 millimetri, 3-4-5 novembre 1980 133 millimetri, 13-14-15 luglio 1986 100 millimetri, 28-29 agosto 1989 126 millimetri, 2-3-4 settembre 1989 202 millimetri, 25-26-27 marzo 1990 117 millimetri, 15-16-17 maggio 1991 102 millimetri, 19-20-21 ottobre 1992 130 millimetri, 7-8-9 dicembre 1992 122 millimetri e 178 in quattro giorni, 11-12-13 giugno 1994 109 millimetri, 23-24 giugno 1995 140 millimetri, 7-8-9 ottobre 1996 225 millimetri, 20-21-22 aprile 1997 121 millimetri, 29-30 novembre e 1 dicembre 1997 167 millimetri”.
L’andamento si conferma anche negli anni duemila. “29-30 gennaio 2001 183 millimetri, 24-25 settembre 2002 138 millimetri, 10-11-12 ottobre 2002 101 millimetri, 3-4-5 dicembre 2002 209 millimetri, 9-10-11 aprile 2005 104 millimetri, 17-18-19 settembre 2005 149 millimetri, 6 e 8 ottobre 2005 102 millimetri, 16-17-18 settembre 2006 104 millimetri, 22-23-24 ottobre 2009 102 millimetri, 15 e 16 maggio 2010 108 millimetri, 1-2-3 marzo 2011 103 millimetri, 3-4-5 settembre 2012 100 millimetri, 11 e 12 novembre 2012 103 millimetri, 24 giugno 2013 142 millimetri, 3-4-5 dicembre 2014 110 millimetri, 22-23-24 maggio 2015 115 millimetri, 15 luglio 2016 120 millimetri, 9-10-11 ottobre 2016 108 millimetri, 12 novembre 2016 102 millimetri, 21-22-23 febbraio 2018 183 millimetri, 16-17 maggio 2023 128 millimetri, 17-18-19 settembre 2024 260 millimetri”.
Cosa ci dicono tutti questi numeri?
“Quello che dice anche Copernicus”, ovvero il programma dell’Unione Europea, di osservazione, attraverso i satelliti, della Terra, coordinato e gestito dalla Commissione europea ed attuato in collaborazione con gli Stati membri, l’Agenzia spaziale europea Esa, l’Organizzazione europea per l’esercizio dei satelliti meteorologici Eumetsat, il Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine Cepmmt, le agenzie dell’Ue e Mercator Océan.
Quindi?
“Il riscaldamento globale è realtà. La temperatura media è aumentata in Europa di 2 gradi e mezzo, in Italia di un grado e mezzo. Questo genera l’evaporazione che produce piogge e monsoni”.
Evaporazione che è aumentata anche per quanto riguarda l’acqua. Piergiorgio Cappelli, misura la temperatura del mare riminese ininterrottamente dal 1990, quando aveva iniziato a fare Triathlon.
“La prendo a 500 metri da riva, è più o meno all’altezza del Rockisland, perché le temperature a riva, dove lo spessore dell’acqua è più basso, rischiano di essere influenzate da quella atmosferica. Comunque, fino a quindici anni fa la media nei mesi invernali si attestava sui 5 gradi, quest’anno non è mai andata sotto i 7 e mezzo. Il riscaldamento risulta soprattutto per il Mediterraneo, che è chiuso, ma ultimamente anche gli oceani stanno iniziando a risentirne”.