Matteo Fadda, presidente della nostra Comunità, e la sua sposa Carla Daviso sono tra i vincitori del “Premio internazionale della bontà 2024”. La cerimonia di consegna è avvenuta sabato 31 agosto a Treviso. Il Premio, giunto alla sua ventiquattresima edizione, premia l’amore che ha contraddistinto la vita e le opere delle persone selezionate dalla Commissione per il loro impegno umano, sociale e di testimonianza.
Queste le motivazioni della premiazione: «Matteo Fadda, sposato con Carla Daviso e padre di 4 figli, fa parte della Comunità “Papa Giovanni XXIII” dal 2005. Matteo ha conosciuto Carla grazie all’affido familiare. È cresciuto nella città di Torino, in una famiglia numerosa con altri tre fratelli: l’incontro con don Oreste Benzi, che considera un grande testimone di fede vissuta, non ha fatto altro che confermare le scelte di apertura alla vita che lui e la moglie stavano meditando. Matteo e Carla si sposano nel 1999, l’amore in parrocchia dove frequentavano lo stesso gruppo prima come “animati” e poi come “animatori”. Durante il loro percorso di coppia, maturano l’idea che una vita insieme fatta di lavoro, figli, vacanze, hobby e volontariato per loro non è sufficiente. Si aprono così all’accoglienza di bambini in affido e di persone senza famiglia, diventando famiglia aperta della Comunità Papa Giovanni XXIII a San Giorgio Canavese (TO), dove tutt’oggi vivono».
«Carla ed io non pensiamo di essere stati scelti perché siamo buoni, – ha commentato Fadda – non avremmo accettato. Riteniamo che questo premio sia destinato alle mamme e ai papà della Comunità Papa Giovanni XXIII che cercano di vivere il Vangelo condividendo la propria vita e aprendo la propria famiglia a chi non ha famiglia, a coloro che la nostra società mette da parte, scarta. La bontà è una meta che vorremmo raggiungere ma siamo ancora lontani e in cammino. Invece se guardiamo a tutta la nostra Comunità possiamo dire che c’è profumo di santità, la santità feriale, umile, che non fa rumore ma che da molto frutto. Questo premio non è per noi due, ma per tutte la famiglie e case famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII».