Home TRE-TuttoRomagnaEconomia INGEGNERIA NAUTICA, FORLÌ SALE IN CATTEDRA. E RIMINI?

INGEGNERIA NAUTICA, FORLÌ SALE IN CATTEDRA. E RIMINI?

Pronto il nuovo corso universitario al Campus forlivese, quarto in tutta Italia

Manca la luce verde denifitiva da parte del Ministero, ma ormai sembra una formalità il via libera al nuovo corso di laurea magistra le in Ingegneria Nautica previsto dal prossimo anno accademico presso il Campus di Forlì dell’Università di Bologna. E proprio qui nasce il tema, perché questo corso, che rappresenta una novità assoluta per il territorio locale (e anche di più) diventando il quarto a livello nazionale dopo Genova, Napoli e Trieste, vede salire in cattedra la città forlivese mentre sembra lasciare a bocca asciutta una Rimini che, a pochi chilometri di distanza, sta a guardare nonostante l’ovvia rilevanza che il mare ha sulla sua storia, identità ed economia. Perché questo (apparente?) cortocircuito?

Il corso

Si tratta di un corso (due anni, con laboratori, tirocini e possibilità di esperienze all’estero) che ha una sua peculiarità e che rappresenta una vera e propria novità sul territorio. – sottoli nea Roberta Poggi, manager didattico del corso La peculiarità è data dal fatto che si dierenzi dai corsi di laurea in Ingegneria Navale, che si riferisce alle grandi navi, perché la nautica è legata alla progettazione e produzione delle imbarcazioni da diporto, settore per il quale a livello nazionale i corsi sono veramente pochi. Quello di Forlì infatti diventerebbe il quarto corso di Ingegneria Nautica in tutta Italia, dopo Napoli, Genova e Trieste, rappresentando quindi una novità non solo per la Romagna, non solo per la nostra regione, ma anche per tutta quest’area dell’Adriatico, diventando il primo ateneo a proporre un percorso di studi del genere dalla Puglia in su. Una novità resa possibile in particolare dalla presenza sul territorio di importanti aziende che operano nel settore della nautica da diporto “. Pensiamo, ad esempio, al Gruppo Ferretti e ai Cantieri Del Pardo, aziende dal respiro internazionale che hanno sede proprio a Forlì e i cui dirigenti erano presenti, pochi mesi fa, all’incontro con il Ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani, la Ministra della Ricerca e dell’Università Anna Maria Bernini e il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari proprio per parlare dell’istituzione del nuovo corso di laurea presso il Campus forlivese.

“Rimini può avere un ruolo”

Quali sono, a 360 gradi, i motivi che hanno portato Forlì, e non Rimini, a diventare la sede di questo nuovo corso? Analizza la questione la professoressa Alessia

Mariotti, Presidente del Consiglio di Campus Rimini-Università di Bologna .

Professoressa Mariotti, andiamo dritti al punto: perché un corso del genere a Forlì e non a Rimini, in cui l’economia del mare ha, ovviamente, un ruolo centrale?

“Occorre illustrare l’intero contesto. L’attivazione di nuovi corsi di laurea avviene sulla spinta di una serie di dinamiche. La prima è legata ai dipar timenti: nel caso specico, quello di Forlì è un dipartimento di Ingegneria, del quale fanno parte colleghi che, appassionati della materia, nel corso degli anni hanno sempre cercato di trovare spazio per insegnamenti sulla nautica. Si sottolinea, però, che no ad oggi i corsi di Ingegneria Nautica venivano svolti in soli tre luoghi in tutta Italia, ciò signica che nel nostro Paese gli ingegneri nautici impegnati in Università sono davvero pochi, e qui si arriva alla seconda dinamica”.

Ci dica.

“Stabilita la volontà di attivare un corso universitario, la prima cosa da fare è garantire che ci siano le coperture da parte dei colleghi. Ad oggi, però, ci troviamo in una situazione nella quale per attivare un corso di laurea occorre necessariamente chiuderne un altro, perché non abbiamo le risorse umane per la copertura necessaria. Nel caso del corso di Forlì, però, per ovviare a questa situazione si sono attivate alcune aziende locali che hanno potuto assicurare, per un certo numero di anni, le coperture di didattica previste per tale corso dalle tabelle ministeriali. Tornando quindi alla domanda iniziale: un corso del genere non è stato attivato a Rimini perché per farlo serve una volontà forte in tal senso, espressa da parte del territorio, con una strategia precisa e la disponibilità a investire. E c’è, inoltre, un ulteriore fattore”.

Quello degli spazi.

“Può sembrare banale, ma quando si attivano dei corsi di laurea servono aule, laboratori e strutture speciche, e in questo Forlì si è trovata a essere più fornita: pensiamo alla galleria del vento all’ex area industriale Caproni o al Teaching Hub. In tutta l’Università di Bologna, al momento dell’attivazione di questo nuovo corso, l’unico Campus che aveva spazi e strutture idonee era Forlì. A Rimini sarebbe stato molto complicato, per usare un eufemismo”.

Data questa situazione, cosa può fare Rimini?

“Occorre ragionare in un’ottica di coordinamento e collaborazione trasversale tra i Campus tenendo conto delle diverse competenze che ci sono per quanto riguarda l’economia del mare. Perché quando si parla di economia del mare ci si riferisce a un comparto costituito da settori diversi, di cui l’ingegneria nautica rappresenta una parte piccola, molto tecnica e specialistica: a Ravenna c’è la biologia marina, a Fano il laboratorio di ricerche marine, così come a Cesenatico, per non parlare dei settori legati alle piattaforme o ai progetti di eolico offshore. In Romagna l’economia del mare rappresenta un universo di possibilità e di ambiti di intervento. Se, quindi, il territorio riminese fosse interessato ad andare in questa direzione non potrebbe prescindere da un lavoro di coordinamento con gli altri Campus, realizzando qualcosa che sia collegiale e collettivo, ragionando come area vasta. Questa è la direzione”.

Anche perché, guardando all’aspetto formativo e andando oltre i campanilismi, i laureati che usciranno dal corso di Forlì porteranno competenze utili all’intero territorio.

“L’ottica è esattamente questa. Parliamo di competenze che in questa specifica occasione, per ragioni di risorse e di logistica, hanno trovato casa a Forlì ma che possono poi essere lette in una prospettiva di Romagna, mettendole a sistema con tutte le altre competenze che il territorio esprime oggi o esprimerà domani. L’Università ha un orizzonte che va oltre i conni locali”.