Home TRE-TuttoRomagnaEconomia DALL’EUROPA I FONDI DEL NOSTRO PNRR. MA I PICCOLI COMUNI RISCHIANO DI...

DALL’EUROPA I FONDI DEL NOSTRO PNRR. MA I PICCOLI COMUNI RISCHIANO DI ESSERE ESTROMESSI

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza doveva dare una boccata d’ossigeno alla sanità. E invece i tagli sono stati tanti

Il Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è come l’araba fenice. Se ne parla per giorni, poi improvvisamente scompare, per risorgere qualche tempo dopo. Originariamente la dotazione per l’Italia, il maggiore beneciario in Europa, era di 191.5 miliardi di euro, di cui 68.9 miliardi a fondo perduto, il resto da resti- tuire entro il 2052 a tassi molto agevolati rispetto a quelli di mercato.

Con l’ultima revisione, proposta dal Governo in carica ed approvata dal Consiglio d’Euro pa nel dicembre scorso, tra can- cellazioni, de nanziamenti, cioè tagli, rinanziamenti e creazione di nuovi progetti, la dotazione è salita a 194.42 miliardi di euro. Una revisione che sembra aver favorito le imprese, a scapito degli enti locali, delle misure sociali e del Sud, cui originariamente erano destinati il 40% degli stanziamenti. Oggi non si sa. La sanità (missione 6 del Piano), pur avendo mantenuto le stesse risorse, 750 milioni spostati dagli ospedali sicuri e sostenibili all’as- sistenza di prossimità e telemedicina, è stata notevolmente ridimensionata nel raggiungimento degli obiettivi nali: le case della comunità, pen- sate per orire un servizio sanitario di prossimità, si riducono da 1.350 a 1.038, le centrali operative ( telemedicina ) da 600 a 480, gli ospedali di comunità da 400 a 307, gli interventi antisismici nelle strutture ospedaliere da 109 a 84. Non proprio quello che i cittadini si aspettano, anche per taglia- re le code alle prestazioni. Dall’ultima revisione sono già passati cinque mesi, ma sullo stato di avanzamento dei progetti e della spesa (ricordiamo che tutto si deve chiudere entro il 2026) c’è buio tto. Il Governo Meloni aveva stimato che nel 2023 si sarebbero spesi 34 miliardi del Pnrr. La cifra realmente spesa è stata inferiore di circa 14 miliardi. Quello che poi scrive la Corte dei Conti nella sua relazione, del febbraio 2024, sullo stato di attuazione degli interventi del Pnrr nell’anno 2023, è poco rassicurante: i pagamenti realmente eettuati rappresentano appena il 14% degli impegni assunti (pag.85). Ancora una volta ad essere messa sotto accusa è la capacità amministrativa della macchina pubblica.

Scrive sempre la Corte: “La quantità di passaggi burocratici a cui è necessario adempiere e la complessità della documentazione da fornire fa sì che gli enti locali meno ecienti siano scoraggiati anche solo dal presentare le domande”.

Ne sanno qualcosa i piccoli comuni dove manca letteralmente il personale, per progettare e gestire le pratiche.

Una carenza che rischia di aumentare, invece di ridurre, le divergenze ter ritoriali. In questa cornice piuttosto problematica le risorse del Pnrr approdate, almeno programmate, sul territorio della provincia di Rimini superano, al momento, i 330 milioni di euro, di cui più della metà nel Comune di Rimini. Questo in valore assoluto, ma se le risorse del Pnrr acquisite le dividiamo per il numero degli abitanti, al primo posto, con 1.390 euro, risulta il comune di Novafeltria, seguito da Mondaino con 1.204 euro, quindi Rimini con 1.174 euro e Maiolo con 1.122 euro.

Sotto i mille euro pro capite tutti gli altri comuni. Ripartiti, i nanziamenti, per missione, cioè per obiettivi, alla rivoluzione verde e alla tran- sizione ecologia ne vanno circa la metà.

Distante, invece, la disponibilità di risorse per le altre missioni. Ultima, a sorpresa, la salute. Da Openpolis (https://openpnrr.it), che segue costantemente l’evoluzione del Pnrr, nazionale e locale, si apprende poi che i progetti nanziati o co-nanziati in pro vincia di Rimini, a ne aprile scorso, sono 831, di cui 817 comunali e 14 provinciali.

Contributi Pnrr che vanno al pubblico, ma anche a progetti di soggetti privati. Per esempio, per investimenti di economia circolare, all’a- zienda di moda AEFFE di San Gio vanni sono andati 1.0 milioni di euro e all’SCM Group di Rimini 1.15 milioni di euro. Non mancano nemmeno gli hotel, che per spese di ristrutturazione o riqualicazione in cassano 3.96 milioni di euro. Ma anche sul piano locale c’è il rischio che tanti progetti restino sulla carta, se l’attivazione si ferma all’avviso ad evidenza pubblica. Cioè ai bandi di gara.

Inne una ultima questione: le risorse del Pnrr che beneciano pubblico e privato di Rimini sono tante o poche in relazione alle altre province dell’Emilia- Romagna ? Purtroppo anche in questa distribuzione Rimini si classica tra le ultime province in regione, dove Piacenza, Bologna e Ferrara ottengono più di 2.000 euro per abitante, Parma, Modena e Ravenna sopra i 1.000 e solo Reggio Emilia, con 824 euro, prende meno di Rimini.

Il Pnrr, nato per accorciare le distanze regionali, rischia di produrre l’eetto opposto. Nel silenzio generale.