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Lo Spirito Santo nel Nuovo Testamento

Il Dio sconosciuto (2) Meditazione in preparazione alla Pentecoste

Se l’Antico Testamento dimostra che tutta la storia della salvezza è stata sapientemente condotta dallo Spirito di Dio, il compimento delle profezie riguardanti il dono di esso all’intero suo popolo avviene in una sconosciuta casa di Nazareth, dove ha luogo il concepimento verginale del Messia ad opera dello Spirito Santo (Lc 1,35).

Da questo momento Egli viene posto a fondamento di tutta la vita e l’attività del Cristo.

Al fiume Giordano

In Gesù di Nazareth si compie l’avvento dello Spirito escatologico, che il profeta Isaia aveva predetto sul ‘virgulto di Jesse’ (… su di Lui riposerà lo Spirito del Signore, Is 11,2). Al fiume Giordano lo Spirito – questa volta con la iniziale maiuscola – scende e ‘riposa’ sul Messia (… uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba, Mc 2 // Mt 3 // Lc 3); è il preludio alla vita pubblica costellata dai prodigi che dicono il dominio sulla natura, ed è anche condizione indispensabile della sua missione, in quanto dovrà ingaggiare una dura battaglia contro le forze del male.

Tutti i vangeli sembrano conferire al battesimo di Gesù il carattere di esperienza fondante il suo speciale rapporto con lo Spirito Santo nel corso della sua vita pubblica. Egli inaugura la sua missione con la potenza dello Spirito Santo (Lc 4,14), che non è una semplice forza operante in Lui, perché Egli è ‘il signore del pneuma’, Colui che battezzerà in Spirito santo e fuoco, ( Lc 3,16).

Lo Spirito come risposta alla preghiera

Un particolare che appartiene solo all’evangelista Luca è il raccoglimento in preghiera di Gesù dopo l’emersione dall’acqua, la discesa dello Spirito Santo appare quasi una risposta a questa preghiera. Per il terzo evangelista il soffio divino è un dono che l’amore del Padre dispensa anche in risposta al suo popolo unito nel cenacolo (… erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la Madre di Gesù…, At 1,14); è il riempimento del vuoto dell’attesa e, contemporaneamente, è il compimento delle promesse (… vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, Gv 14,16).

Ne risulta che la fede non è la conseguenza dell’avvenuta effusione, né lo è la preghiera; queste sono, piuttosto, il mezzo per ottenerla e, una volta giunto, lo Spirito dà alla fede dei discepoli la forza per concretizzare i suoi contenuti.

Lo Spirito di Pentecoste

Il giorno di Pentecoste vede gli apostoli riuniti attorno alla Madre di Gesù, in attesa che si realizzi la sua promessa: avrete forza dallo Spirito Santo, che scenderà su di voi e di me sarete testimoni… (At 1,8).

L’effusione, con i suoi doni carismatici (At 2,2ss), avviene indifferentemente su entrambe le componenti dell’umanità (uomini e donne), dimostrando che il Creatore, nel suo progetto di salvezza, si mostra solidale con l’umanità intera.

Lo Spirito è un dono per tutti, non elitario, è un dono universale, non solo, ma fa parte dell’ordinarietà della Chiesa, perché sarà associato al battesimo, sacramento di ingresso nella Comunità dei credenti. Dalla prima effusione la presenza dello Spirito sarà il chiarificatore dell’identità della chiesa e il propulsore della sua azione missionaria.

La peculiarità dell’evento Pentecoste sono i fenomeni visivi e auditivi che l’accompagnano; le immagini usate, fortemente simboliche (come il vento e il fuoco), sono già presenti nelle teofanie dell’AT dove l’elemento fuoco è simbolo della rivelazione e della santità di Dio (Es 3,2; Nm 14,14). I segni esterni, che caratterizzano la Pentecoste cristiana, sono, però, solo una indicazione del miracolo vero, che è la presenza di Dio con l’azione del suo Spirito.

La Pentecoste non è un evento unico

Il libro di Atti segna il trionfo della libertà dello Spirito, che si diffonde, a cerchi concentrici sempre più larghi, perché con questa forza la Chiesa continuerà l’opera del Cristo, affinché il messaggio salvifico si propaghi in tutto il mondo.

Nel NT ci sono vari passi che descrivono la discesa dello Spirito, accompagnato dai medesimi fenomeni carismatici.

At 4,8 esplicita come opera dello Spirito la parresia di Pietro davanti al Sinedrio minaccioso ( Voi avete rinnegato il Santo e il Giusto… At 3,14) e la risposta soprannaturale alla preghiera della prima comunità cristiana ( Quando ebbero terminato la preghiera, il luogo in cui erano radunati tremò e tutti furono colmati di Spirito Santo, At4,31).

Pietro e Giovanni, dopo che il diacono Filippo, in Samaria, ha annunciato il Kerygma e amministrato il battesimo, impongono le mani ai nuovi credenti per una rinnovata Pentecoste, evidenziata dai segni che seguono (At, 8,14-17).

Ugualmente dopo che Paolo impone le mani su alcuni discepoli di Gesù a Efeso discende su di loro lo Spirito Santo e cominciano a parlare in lingue e a profetare (At 19,6). La medesima sorte tocca al centurione Cornelio alla presenza di Pietro (At 10).

È una novità eclatante nella spiritualità giudaica, che abbinava l’assistenza del soffio di Dio ad un ristretto numero di individui.

Ancor più eclatante è il potere dato agli uomini di ‘trasmettere’ questo dono mediante il gesto dell’imposizione delle mani a chiunque vorrà accogliere il Cristo come salvatore.

Nasce il ‘popolo sacerdotale e di profeti’ preannunciato dalle Scritture ( Se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà fra tutti i popoli… un regno di sacerdoti e una nazione santa, Es 19,5-6 // 1Pt 2,9), nel quale carisma, ministero e istituzione si fondono nel servizio alla diffusione del Regno.

In virtù delle varie effusioni di Pentecoste lo Spirito concede ai discepoli il gusto della sua presenza in una trasformazione interiore, che abilita ad agire come ‘ figli del Padre’ (Rm 8,15); a diventare ‘ altri Cristo’ (Gal 2,20); che arricchisce di virtù (Rm 15,13), di amore e gioia (Gal 5,22s). Così sarà fino alla fine dei tempi per chi riconoscerà allo Spirito il ruolo incontestato di guida.

(2-fine)

Laila Lucci