Home Ponte Giovani GIOVANI NON FA PIÙ RIMA CON SPOSI

GIOVANI NON FA PIÙ RIMA CON SPOSI

Il numero dei matrimoni in Italia è in caduta libera ormai da tempo. Una questione che riguarda soprattutto i giovani, che sempre di più si allontanano da questa scelta, sia dal punto di vista religioso sia civile

Recentemente è nata negli Stati Uniti la Giornata mondiale del matrimonio, istituita con l’idea di onorare i valori della famiglia, della lealtà e del sacrificio, che hanno da sempre rappresentato le colonne portanti di questo tipo di unione. Sarà forse la scarsa condivisione di tali ideali il motivo per cui i giovani italiani si sposano sempre più tardi e sempre di meno?

Da quanto si evince dall’ultimo report Istat, infatti, nei primi 8 mesi del 2023 si è assistito ad un calo del 6,7% dei matrimoni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. sorprende, ellannopr .Undatochenonsorpr , considerando che il numero delle nozze tende a diminuire da circa quarant’anni, ma che ultimamente sta toccando i minimi storici. Parallelamente, l’età media degli sposi segue un andamento opposto: 32 anni per le donne e quasi 34 per gli uomini nel 2019, contro la media di 24 e 27 anni nel 1980. L’I-stituto Nazionale di Statistica ha giustificato i risultati legandoli a “fenomeni di tipo congiunturale”, che comprendono tutti i fattori economici o sociali che nell’ultimo periodo storico hanno reso la vita di ogni cittadino italiano tutt’altro che semplice: gli effetti riconducibili ad eventi come la pandemia, il recente caro prezzi e la precarietà del mondo del lavoro stanno progressivamente costringendo le coppie delle nuove generazioni a rimandare il momento delle nozze o a dovervi rinunciare del tutto.

Solo una questione economica?

Resta da capire, però, se le motivazioni si fermano qui o se riguardano anche l’insieme di valori su cui il matrimonio si fonda, che forse iniziano a stare stretti: lo abbiamo chiesto a Chiara ed Alice (nomi di fantasia), due giovani riminesi di 24 e 21 anni.

Per Chiara, “la precarietà economica che stiamo vivendo è senza dubbio il motivo principale per cui i miei coetanei non si sposano: al giorno d’oggi è sempre più complicato trovare un contratto di lavoro a tempo indeterminato e con un salario adeguato a un costo della vita che non fa che aumentare. Di conseguenza, non avendo garanzie di questo genere, diventa difficile chiedere un mutuo, sostenere le bollette e tutte le spese che la vita coniugale comporta, includendo anche il festeggiamento delle stesse nozze, che per una giovane coppia rappresenta un impegno non indifferente. In un contesto in cui raggiungere una parvenza di indipendenza economica è quasi un miraggio, anche la stabilità delle relazioni ne risente, scoraggiando i giovani a ricercarla nel matrimonio”.

Perché avviene questo? È decisiva la precarietà economica ormai endemica tra i giovani o c’è anche una crisi di tipo valoriale?

Non va trascurata neanche la componente sociale relativa alla formazione, come sottolinea Alice: “A mio parere, il fatto che ci si sposi sempre più tardi rispetto al passato è strettamente collegato alla crescente quantità di ragazzi che decide di proseguire gli studi dopo il diploma: nel momento in cui si intraprende un percorso universitario, l’ingresso nel mondo professionale è naturalmente posticipato negli anni, il che spiega i tempi più dilatati per lasciare la casa della famiglia d’origine e, magari, pensare a un’unione matrimoniale”.

Ma sono solo questi “fenomeni congiunturali” a bloccare i giovani o c’è qualcosa di più? “Credo che le difficoltà esterne rappresentino un freno soprattutto per le coppie che desiderano davvero sposarsi, ma non ne hanno la possibilità. – puntualizza Chiara Personalmente, ho sempre considerato il matrimonio come la maniera migliore per coronare una relazione circondandosi di persone care, ma non avendo ancora completato gli studi è un progetto che al momento rimane al di fuori della mia portata. D’altra parte, sono consapevole che non tutti i miei coetanei condividano questo pensiero, ma ciò non implica una rottura netta tra noi giovani e i valori del matrimonio. La nostra generazione è spesso descritta come egoista, interessata solamente a godere dei piaceri della vita e distante da tutto ciò che riguarda la tradizione: in pochi però si rendono conto che quel sistema di ideali da tutti ritenuto inamovibile sta cominciando a vacillare. Negli ultimi tempi è aumentato a dismisura il numero di divorzi, e con questo cresce anche la delusione nell’assistere al fallimento di relazioni fondate su un modello che non sembra più così saldo: questo, in un’epoca di precarietà, non fa che allontanare le giovani coppie dall’impegno matrimoniale, a cui vengono preferite soluzioni più flessibili, come la convivenza”. Di fatto, fino alla generazione precedente, una coppia poteva aspirare a una vita insieme solo sposandosi: secondo Alice, “oggi si è raggiunta un’apertura mentale tale per cui la convivenza possa essere considerata, o almeno tollerata, dalla società come una strada alternativa per proseguire una relazione. Sicuramente i giovani non hanno pregiudizi in merito, anzi la scelgono sempre più spesso per conciliare i vantaggi concreti della condivisione delle spese domestiche con la vicinanza al partner, senza formalizzare l’impegno preso nei suoi confronti: questo non significa che possa sostituire un momento così significativo come il matrimonio, ma nel periodo così incerto che stiamo vivendo ne sta in qualche modo colmando le lacune”. Solo quando la solidità e la sicurezza non rappresenteranno più un obiettivo lontano per i giovani potremo vedere davvero un cambiamento, non solo nelle percentuali Istat sul numero di nozze, ma soprattutto nella soddisfazione di coppie che realizzeranno il proprio sogno nel cassetto.

GIULIA CUCCHETTI