Finché sono in vita voglio vivere all’insegna del bene verso chi mi circonda. A cos’altro sono destinato?”. Avanza con il manubrio della bicicletta in mano, lasciandosi baciare dal sole in una calda giornata di fine maggio. La sua ombra si riflette nell’asfalto rovente.
Riprende il dialogo: “ Curioso come la strada non si esaurisca mai. Oggi, pedalando, ho scoperto questo percorso immerso nel verde. Non ti nascondo che la salita sia stata faticosa, ma ne è valsa la pena”.
Siamo a Covignano, il colle di Rimini.
L’uomo dai capelli castano scuro e dalle folte sopracciglia che contornano due occhi vividi e altrettanto scuri che trasmettono fiducia e pacatezza, è Alberto Marvelli. Si, proprio il beato riminese, protagonista in questo caso di un’intervista impossibile, quella che ha garantito a Greta Pesaresi di aggiudicarsi la terza edizione del premio letterario Paolo Fabbri (riservato agli studenti degli ultimi tre anni del Liceo classico statale). Classe terza D, la Pesaresi è stata affiancata da Arturo Ugolini di quinta B del liceo classico “Giulio Cesare” di Rimini: sono loro, infatti, i vincitori ex aequo della terza edizione del premio che quest’anno prevedeva un’intervista impossibile a personaggi reali o immaginari del riminese, sul modello di quelle che hanno fatto in passato scrittori e intellettuali come Eco, Italo Calvino, Sciascia, Sermonti o Sanguineti.
42 i partecipanti al premio 2024.
Greta Pesaresi si è imposta con una ‘intervista impossibile’ ad Alberto Marvelli “ per – come è scritto nella motivazione della giuria – la sua vena intimistica ed evocativa, poiché ha rievocato un personaggio cruciale per la storia di Rimini più recente, Alberto Marvelli, creando una squarcio di paesaggio reale, fra il colle di Covignano e la città, ed uno interiore, con l’aspirazione a fare il bene”.
Il diciannovenne Arturo Ugolini, intervistando Sergio Zavoli, Federico Fellini, Sigismondo Pandolfo Malatesta ed altri ha invece “ creato un vaudeville degno di una fantasia felliniana, dando vita ad una carrellata di personaggi tutti collegati da un’idea letteraria… fondendo personaggi artistici e reali, vivi e non, in un immaginario dialogo tra loro”. La cerimonia si è svolta al Teatro degli Atti di Rimini, in occasione della Notte nazionale del liceo classico. Il premio è promosso dall’Associazione Alumni, dalla vedova Domini Soso con il patrocinio del comune di Rimini.
Riccionese, ex alunno del liceo, Paolo Fabbri (solo un omonimo del semiologo Paolo Fabbri, riminese, fratello di Gianni, già titolare della nota discoteca “Paradiso”) scomparso nel 2013, ex alunno del liceo classico Giulio Cesare di Rimini, è stato giornalista e professionista della comunicazione nei settori del turismo e dell’editoria (“Messaggero” e “Resto del Carlino”) e ideatore di eventi, concorsi e manifestazioni.
Come esergo al concorso, è stata adottata una frase del giornalista e scrittore riminese Sergio Zavoli: “ Un’intervista dev’essere un incontro in cui alla fine deve emergere qualcosa che dieci minuti prima non c’era nella storia degli uomini… con le mie domande e la mia partecipazione le persone che intervistavo riuscivano a dire cose che non avevano mai detto a nessuno”.
La commissione giudicatrice del Premio era composta dal prof. Mauro Miccio, professionista della comunicazione, manager, già docente di Sociologia della Comunicazione presso l’Università Roma Tre (presidente); dal giornalista riminese Giorgio Tonelli, già Caporedattore della Sede regionale RAI, dalla prof.ssa Chiara Giovannini e dall’avv. Carlo Rufo Spina, rispettivamente presidente e tesoriere dell’Associazione Alumni; oltre alla dott.ssa Domini Soso Fabbri, già regista RAI.
I due studenti vincitori ex aequo hanno ricevuto ciascuno 500 euro e una pergamena.