Pasqua 2024 è probabilmente la più destabilizzante che io abbia mai vissuto.
La guerra in Ucraina, che vede l’Italia e l’Europa così coinvolte nell’invio di armi; la distruzione delle terre in cui è nato e vissuto Gesù; la paura del terrorismo che potrebbe colpire ovunque spazi e persone raccolte anche per motivi religiosi; la sensazione di una incapacità diffusa di dialogare pacatamente e di ricercare risolutamente la pace, mi sono entrate dentro in questi giorni, generando una inquietudine che forse mai ho sperimentato.
In mezzo a queste tenebre, dal profumo anche un po’ diabolico, la Pasqua apre un abbagliante squarcio di luce. La fede, la certezza della vita che vince la morte, del bene che sconfigge il male, della presenza di Gesù Risorto che ci libera dal potere del maligno, sono un abbraccio stretto, avvolgente e prolungato che ci aiuta a vivere.
In questa rinnovata voglia di vita che emerge dalla vittoria sulla morte di Gesù sento che non possiamo far altro che ricominciare ad amare, a compiere gesti d’amore che danno senso alle nostre giornate.
Gli spazi per i gesti d’amore sono gli stessi in cui viviamo: la famiglia, il lavoro, la scuola, la strada. Uno spazio particolare è la comunità cristiana, il popolo di Dio che celebra l’eucaristia. La domenica è la Pasqua settimanale. Ogni domenica è Pasqua e dal pane offerto, consacrato e spezzato nella liturgia eucaristica deve nascere l’amore per tutti, specie per chi sta attraversando un periodo di difficoltà. L’attenzione per chi soffre, non ha casa, non ha lavoro, non ha cibo, non ha affetti, è il frutto maturo di ogni comunità che ogni domenica celebra la Pasqua del Signore. Le immagini delle città distrutte, insanguinate, dei campi profughi, dei bambini mutilati, dei pentoloni di minestra e delle lunghe, interminabili code, delle atrocità dei terroristi, delle violenze in genere, non credo che ci abbandoneranno in tempi brevi. Questo scenario di guerra mi suggerisce il desiderio non solo di una pace duratura, ma di un nuovo modo di vivere, più semplice, più fraterno, più pacato, equo e condiviso.
La prossima Pasqua 2025 sarà compresa all’interno del Giubileo, un grande tempo di riconciliazione e di giustizia con Dio e con i fratelli. Gli stimoli per qualcosa di nuovo non mancano e non mancheranno. Chiedo allo Spirito del Risorto di darci la forza di compiere – già qui e ora – qualche passo avanti nella carità che viene da Dio.
A Pasqua Gesù vuole risorgere a Gaza, a Rafa, a Kiev, a Mosca, a New York, nel Palazzo di Vetro dell’Onu, a Bruxelles, nelle nostre città, nelle nostre famiglie, ma soprattutto nel cuore dei politici, dei terroristi, di tutti noi, ogni uomo e donna. Lasciamoci guidare da Lui verso un mondo nuovo vissuto nell’amore.
Buona santa Pasqua a tutti!
Nicolò Anselmi
Vescovo di Rimini