Ricerca su quasi 2mila studenti: oltre la metà crede alle fake news
I minori sono sempre più interessati alle reti web, luoghi in cui creano spesso, con un proprio canale, relazioni con utenti sconosciuti. È l’esito più preoccupante della ricerca condotta dal Moige (Movimento Italiano Genitori), in collaborazione con l’Istituto Piepoli, su cittadinanza digitale, intelligenza artificiale e cyber-risk. Obiettivo del sondaggio che ha coinvolto 1.788 studenti delle scuole medie e superiori era scoprire il rapporto tra minori e la tecnologia, social network, internet.
La campagna “Educyber Generations”, che interessa ogni anno migliaia di studenti, docenti e genitori è stata presentata al pubblico alla vigilia del Safer Internet Day 2024, a Roma presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica. Nel corso dell’evento è stata inoltre premiata una delegazione di 26 giovani ambasciatori, ragazzi che si sono distinti per il loro impegno durante l’anno scolastico, provenienti da diversi istituti: Ic Plinio il vecchio di Cisterna di Latina, Ic Anzio I di Roma e dell’Istituto Comprensivo di via Nicolai a Roma.
“I minori – commenta Antonio Affinita, direttore generale del Moige – stanno diventando un popolo di (aspiranti) influencer, dove la visibilità online, il numero di follower e le interazioni con gli utenti sono la cosa più importante. In nome di questa popolarità si è disposti a tutto, e si finisce per abbassare la guardia. I dati parlano di una presenza online sempre più massiccia, per cui è necessario un maggior coinvolgimento dei genitori, delle istituzioni e degli operatori tecnologici, affinché si possa mostrare loro i pericoli (evitando dunque che abbiano accesso a contenuti non sicuri per la loro età, come per esempio quelli pornografici) e utilizzi idonei di questa fonte.”
Continuano ad essere poco utilizzati i validi filtri di navigazione esistenti, che precludono ai minori l’accesso ai contenuti dannosi. Il 49% dei minori intervistati naviga abitualmente senza filtro anti-porno, l’8% lo usa solo “raramente”. Il 67% dei partecipanti all’indagine valuta questi filtri come abbastanza o molto utili, mentre 1 su 4 ritiene che limitino la libertà di navigazione.
L’indagine condotta ha verificato che 1 adolescente su 3 accetta le richieste di amicizia o contatto da parte di utenti sconosciuti e ha ammesso di averli talvolta incontrati anche di persona. La maggioranza palesa che nel proprio smartphone ha in rubrica diversi contatti di pseudo-conosciuti. Di loro, il 14% ha meno di 15 anni. Oltre 1 su 4 è condizionato da figure che predominano sul web, i cosiddetti “influencer”, sentendosi invitati ad imitarli. È importante notare come solo il 47% dei ragazzi si rivolga ai propri genitori o persone fidate, chiedendo aiuto per fermare questa problematica. Mentre il 52% degli intervistati che utilizza internet o altre fonti, come giornali e riviste, ha ammesso di aver creduto almeno una volta a una fake news. Solo il 17% verifica sempre ciò che legge.
Gli utenti in rete possono trasformarsi in cyberbulli, assumendo atteggiamenti con cui tendono a sminuire o deridere altri. I dati ci mostrano che anche il bullismo è ancora molto frequente. L’8% degli intervistati ammette di usare sempre o spesso foto o video per denigrare altri; nel 2022 era il 6%, nel 2019 il 5%. Mentre il 17% ammette di averlo fatto almeno una volta. Nel 34% dei casi si è trattato di violenza verbale, nel 26% psicologica, per il 6% fisica ed il 6% sono stati casi di cyberbullismo. Tra i ragazzi c’è poca consapevolezza delle conseguenze delle loro azioni in rete: secondo il 77% il proprio comportamento online è corretto, mentre il 23% non si è mai interrogato a riguardo. In questo contesto, per i ragazzi la mancanza di controlli e tutele da parte dei social incide in modo negativo sul fenomeno, incentivando il bullismo.
Un’altra potenziale futura causa di cyberbulismo è data dall’intelligenza artificiale, il cui uso è ora ampiamente accessibile. Il 48% del campione dichiara infatti di utilizzarla sempre o spesso, il 57% la ritiene uno strumento utile nello studio e nell’apprendimento, il 62% crede che possa aiutare a risolvere i problemi e il 53% che possa migliorare il livello dell’istruzione. Inoltre, quasi 1 su 4 (23%) ammette di essersi trovato in situazioni in cui l’intelligenza artificiale ha fornito informazioni errate o inesatte.
All’evento del Moige sono intervenuti: Andrea De Priamo, senatore, e Antonio Affinita, direttore generale Moige. La presentazione della ricerca è stata introdotta dai saluti di Alessio Butti, sottosegretario all’Innovazione, Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e Antonio De Caro, presidente Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani. Si è proseguito con i contributi di Barbara Strappato, direttore della I divisione del servizio Polizia postale e delle comunicazioni; Sandra Cioffi, presidente Consiglio nazionale degli utenti Cnu-Agcom; Sara Zanotelli, presidente Aicidc – Associazione Italiana Content & Digital Creators; Eleonora Selvi, presidente Fondazione Longevitas; Giuseppe Lavenia, presidente Di.te; Maurizio Valente, creator e vice presidente Aicdc; Giulia Latini, creator, Aicdc; Alessandro Montesi, creator, Aicdc; Peter Alessandro Anghel – Ace, creator, Aicdc; Massimiliano Ossini, conduttore Rai; Guillermo Mariotto, stilista. Ha moderato Metis Di Meo, conduttrice, autrice e giornalista Rai.
Mila Budellini, Elena Russo